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Elezioni Emilia-Romagna 2020: guida al voto in 6 punti

Grande attesa per lo scontro tra Bonaccini e Borgonzoni – Le modalità di voto in Emilia Romagna sono diverse da quelle della Calabria: è possibile il voto disgiunto – In teoria un candidato alla Presidenza può vincere ma ritrovarsi senza maggioranza – In tutto, per scegliere su dove mettere la croce (o le croci) si può scegliere fra 4 opzioni

Elezioni Emilia-Romagna 2020: guida al voto in 6 punti

In Emilia Romagna, così come in Calabria, si vota domenica 26 gennaio dalle 7 alle 23 per eleggere il nuovo governatore e i componenti del consiglio regionale (la scheda è unica). Le similitudini però finiscono qui, perché le modalità di voto sono diverse: a differenza che in Calabria, infatti, in Emilia Romagna gli elettori potranno optare per il voto disgiunto. Si tratta di un particolare che potrebbe fare la differenza nello scontro elettorale che vede come protagonisti il Governatore uscente, Stefano Bonaccini del Pd, e la sfidante Lucia Borgonzoni, capolista della Lega, con effetti politici molto importanti anche sul Governo e sull’intero quadro politico nazionale. Ma andiamo con ordine e analizziamo una per una le opzioni di voto: in tutto, sono quattro.

OPZIONE 1: CROCE SOLO SUL NOME DEL CANDIDATO

La prima possibilità consiste nel mettere la croce solo sul nome del candidato alla presidenza. In questo caso, il voto non si estende anche alla singola lista collegata o alla coalizione di liste collegate (a differenza di quanto accadeva con i candidati ai collegi uninominali delle ultime elezioni politiche).

OPZIONE 2: CROCE SU CANDIDATO E LISTA COLLEGATA

Ma le croci sulla scheda possono anche essere due: una sul nome di un candidato alla presidenza, l’altra sul simbolo di una lista a lui collegata. Com’è ovvio, questa modalità di voto ha senso quando il singolo candidato è sostenuto da più liste.  

OPZIONE 3: VOTO DISGIUNTO

È possibile anche votare per un candidato e per una lista a lui non collegata, cioè per un partito che sostiene un altro candidato. Si tratta del cosiddetto voto disgiunto, che dovrebbe indurre i partiti a scegliere candidati di altro profilo in grado di strappare voti anche agli elettori degli altri schieramenti. È esattamente quello che spera di fare il governatore uscente, Stefano Bonaccini (Pd), che punta a intercettare i voti anche del centrodestra e del Movimento 5 Stelle.

OPZIONE 4: VOTO SOLO ALLA LISTA

Infine, quando la croce viene apposta solo sul nome di una lista, il voto s’intende esteso anche al candidato ad essa collegato. Il contrario, come abbiamo visto, non è vero.

DUE PREFERENZE DI GENERE DIVERSO

Accanto al simbolo della lista si possono indicare anche due preferenze fra i candidati al Consiglio regionale. Tuttavia, i due candidati devono essere di sesso diverso, altrimenti la seconda preferenza viene annullata.

COME FUNZIONA IL SISTEMA ELETTORALE

Il candidato che ottiene più voti porta alle liste che lo sostengono un premio di maggioranza del 54%, ossia almeno 27 seggi su 49. È prevista anche una soglia di sbarramento: entrano in Consiglio regionale solo le liste che hanno superato il 3%, a meno che il candidato presidente collegato non abbia superato il 5%. In quel caso entrano comunque.

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