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Elezioni 2018: promesse elettorali da 130 miliardi

L’abolizione della Legge Fornero sulle pensioni proposte dalla Lega e la Flat Tax suggerita da Forza Italia e Lega sono le promesse elettorali più costose, ma anche il reddito di cittadinanza o di dignità pesano notevolmente – Le riduzioni fiscali e l’abolizione del Fiscal Compact avanzate dal Pd alzerebbero in modo consistente il deficit pubblico

Elezioni 2018: promesse elettorali da 130 miliardi

Aveva ragione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a richiamare i partiti, nel suo messaggio di fine anno, a proposte realistiche e concrete in vista delle elezioni politiche del 4 marzo prossimo. Basta leggere i programmi delle principali forze politiche per rendersi conto che siamo di fronte a veri e propri libri dei sogni ma che nessuno si ricorda dell’entità mostruosa del debito pubblico.

Il centrodestra e i Cinque Stelle fanno a gara a promettere mance a tutti (uno le chiama “reddito di dignità” e gli altri “reddito di cittadinanza”) e tasse più basse ma senza fare i conti con l’oste. Nemmeno il Pd, che vorrebbe abbassare le tasse per i ceti meno abbienti anche a costo di alzare al 2,9% il deficit pubblico sul Pil, ha tutte le carte in regola.

Il Sole 24 Ore ha quantificato in 130 miliardi di euro il costo delle promesse elettorali per il prossimo 4 marzo, a cui andrebbero aggiunti altri 140 miliardi per l’eventuale abolizione della legge Fornero sulle pensioni reclamata dalla Lega.

Più in dettaglio, secondo i calcoli del quotidiano economico, la Flat Tax proposta da Forza Italia e Lega costerebbe tra i 30 e i 40 miliardi, mentre il costo del reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle o del reddito di dignità voluto da Silvio Berlusconi si attesterebbe tra i 15 e i 17 miliardi, a cui aggiungere 18 miliardi per l’innalzamento a mille euro mensili delle pensioni minime e 13 per la cancellazione dell’Irap proposte da Forza Italia.

Più contenuti ma sempre alzabilancio i costi delle proposte fiscali del Pd: tra i 12 e i 14 miliardi per la rimodulazione dell’Irpef, a cui aggiungere 5-6 miliardi per la riedizione più ampia del bonus 80 euro per i ceti più bassi.

A tutto ciò andrebbero aggiunti 24 miliardi per l’abolizione del Fiscal Compact reclamato da Pd e Lega, ma è la proposta del partito di Salvini di cancellare la Legge Fornero a far saltare il banco con i suoi 140 miliardi di costo e con conseguenze drammatiche sul sistema previdenziale e sul bilancio statale.

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