Condividi

Elettrodomestici: Whirlpool vende Scholtès ai francesi

Perché Whirlpool intende disfarsi di fabbriche e marchi che possono pesare sui bilanci e che non hanno un’adeguata risonanza internazionale. Sholtès non è però un marchio qualsiasi.

Elettrodomestici: Whirlpool vende Scholtès ai francesi

Quanto abbia incassato non si sa ma Whirlpool ha venduto tre giorni fa la Scholtès (che faceva parte dal 1988 di Indesit) alla società francese Admea (130 milioni di euro nel 2016, specialista in compravendite e rilancio di marchi illustri decaduti) senza attendere oltre, senza cioè nemmeno mettere in conto un eventuale rilancio di un brand della cottura di lusso ancora celebre in Francia e in Europa ma decaduto da diversi anni. Perché Whirlpool intende disfarsi di fabbriche e marchi che possono pesare sui bilanci e che non hanno un’adeguata risonanza internazionale. Sholtès non è però un marchio qualsiasi; con un fatturato –è vero- in netta discesa da qualche anno, intorno ai 9 milioni di euro, ma ha primati clamorosi, è stata la prima a lanciare i piani di vetroceramica, la prima a presentare la cottura a induzione e altre innovazioni. Dal 2005 non fabbricava più nulla in Francia e i suoi elettrodomestici –mai realmente seguiti da una strategia costante industriale e di marketing-provenivano dalle fabbriche italiana e polacca. Philippe Samuel, amministratore delegato e presidente di Admea, ha dichiarato di voler presentare all’inizio del 2018 la nuova collezione built-in di Scholtès, che verrà ancora prodotta in Italia.

“Vittorio non l’avrebbe venduta” – Admea ha manifestato comunque l’intenzione di trasferire alcune lavorazioni in Francia, addirittura –se sarà possibile-ad Amiens in quella storica fabbrica di asciugatrici che Whirlpool ha chiuso da poco. E il programma presentato alla stampa internazionale prevede di far risalire il fatturato a 10 milioni entro il biennio 2018-2019 per arrivare a 20-25 milioni nel periodo 20121-20122. Admea in realtà è una società  specializzata nella compravendita di brand decotti ma prestigiosi che, grazie a joint-ventures con produttori cinesi come Midea, un gigante mondiale, vengono riforniti di prodotti a basso costo, per poi tornare a essere parzialmente fabbricati in Francia per alcune lavorazioni. E’ avvenuto per Schneider, illustre brand dell’elettronica di consumo, che ora Admea fabbrica in Cina ma che ha cominciato a riportare in Francia. E con il marchio Thomson, che era diventato mondiale negli anni d’oro della force de frappe,  (suoi molti brevetti del WiFi, della security, delle Tlc e dell’elettronica di consumo con il brand Matra) e che Admea ha in licenza per il settore della telefonia e dei piccoli elettrodomestici. E ricorrendo non solo alla Cina, ma anche all’Algeria e alla Turchia. “Vittorio? No, non l’avrebbe mai fatto, vendere un gioiellino come Scholtès,  tra i nomi più famosi in Europa nel ricco settore della cottura da incasso di fascia alta, molto alta….-commenta amaramente un super-manager uscito da Indesit poco prima che Whirlpool  la comprasse e si riferiva ovviamente al compianto Vittorio Merloni che aveva reso grande il gruppo marchigiano.

Tornano anche in Italia – Da alcuni anni sono tornate sul mercato marche famose di fabbriche chiuse, che erano state comprate sul mercato mondiale dei brand (la piazza n.1 è Londra)  da cinesi e giapponesi ma mai realmente rilanciate. E in Italia c’è da pochissimo una società come la Twenty, guidata da Marco Pannella –romano, divenuto ricco nel settore dei giochi- che riparte con il nome Selèco (era di Zanussi e fabbricava tv), con l’intenzione di riaprire da giugno le linee di assemblaggio nella vecchia sede di Pordenone. Dal 2014 Twenty, che ha chiuso il 2016 con un fatturato di 13 milioni di euro, ha rilanciato un altro brand italiano famoso sino agli anni 80, Magnadyne, con tv prodotti in Cina ma che vorrebbe riportare in Italia.  Twenty, che si chiamerà d’ora in avanti solo Seléco, ha in portafoglio un altro nome storico importante, quello della Necchi per la produzione di piccoli elettrodomestici. Ma il dinamico Pannella sa che solo con lo sport può vincere la battaglia per un marketing di successo ed è infatti sponsor della brillantissima Spal, tornata in A dopo 49 anni, dell’Udinese e da poco anche della Lazio. Admea e Twenty, ora Seléco, non sono gli unici a ripescare brand illustri per rilanciarli. Il ritorno di vecchie glorie europee  è solo agli inizi….

Fonte: lacasadipaola.it 

Commenta