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Effetto Grecia-petrolio, Piazza Affari amplia le perdite

Male anche le altre Borse europee, appesantite dai timori per il futuro della Grecia e dall’ennesimo calo del greggio – L’euro è sceso fino a 1,1864 dollari, valore minimo dal marzo 2006 – Eni in fondo al Ftse Mib dopo il downgrade di Citi – Il deprezzamento della moneta unica fa bene a Luxottica, che viaggia in controtendenza.

Effetto Grecia-petrolio, Piazza Affari amplia le perdite

Nel pomeriggio la Borsa di Milano amplia le perdite. Il Ftse Mib cede il 3,4%, registrando il peggior andamento fra quelli delle principali piazze europee. Negli stessi minuti Francoforte segna -1,5%, Parigi -1,8%, Madrid -2%. Fa ancora peggio la Borsa di Atene, che crolla di oltre cinque punti percentuali.

Anche Wall Street ha aperto in calo: il Dow Jones cede lo 0,53%, l’S&P 500 lo 0,56% e il Nasdaq perde lo 0,54%.

L’euro è sceso fino a 1,1864 dollari, valore minimo dal marzo 2006, per poi risalire fino a 1,1959 dollari. In calo anche il cambio sullo yen, a 143,16, ai minimi da inizio novembre. Lo spread Btp-Bund è in leggero aumento, a 128 punti base. 

Il fattore che più pesa sull’andamento dei mercati è l’instabilità politica greca, in vista delle elezioni anticipate che si terranno il 25 gennaio. In testa ai sondaggi c’è Syriza, partito di sinistra alternativa guidato da Alexis Tsipras, il quale negli ultimi mesi ha ribadito più volte che il Paese ellenico non uscirà dall’Eurozona. 

Malgrado questi chiarimenti, nel fine settimana il settimanale tedesco Der Spiegel ha scritto che, secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’eventuale Grexit “non sarebbe una tragedia” per l’area valutaria, perché ormai il rischio di un contagio all’Europeriferia è limitato. Berlino ha in seguito smentito queste affermazioni e oggi l’Ue ha rimarcato che l’adesione alla moneta unica “è irreversibile”. 

L’altro fattore che destabilizza i mercati è, ancora una volta, l’andamento del prezzo del petrolio, nuovamente in calo. Il Wti con consegna febbraio è scivolato ai nuovi minimi da inizio maggio 2009, a 50,91 dollari al barile, per poi risalire a 51,07 dollari (-3,07% su venerdì scorso), mentre il Brent ha registrato una flessione del 3,26%, a 54,58 dollari, dopo avere toccato poco prima un minimo di 54,44.

Non è un caso che il titolo peggiore sul Ftse Mib sia quello di Eni (-4,3%), zavorrato oggi anche da un downgrade di Citi. In fondo al listino viaggiano anche Enel (-3,48%), Ubi Banca (-3,20%), Intesa Sanpaolo (-3,10%) e Unicredit (-2,85%).

Il miglior rialzo è invece quello di Luxottica (+1,6%), che – ricavando oltre la metà del proprio fatturato dalle esportazioni negli Stati Uniti – beneficia più delle altre blue chip del calo dell’euro sul dollaro.

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