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Effetto Bce: lo spread cala, le banche e le Borse rimbalzano e Piazza Affari diventa regina d’Europa

Immediato effetto sullo spread e sulle Borse della mossa della Bce che promette di tenere sotto controllo i differenziali tra i rendimenti dei titoli di Stato – Wall Street attende la Fed

Effetto Bce: lo spread cala, le banche e le Borse rimbalzano e Piazza Affari diventa regina d’Europa

La Bce corre ai ripari, alzando lo scudo anti-spread e i mercati europei festeggiano, soprattutto con le banche, agguantando l’agognato rimbalzo. A tirare un sospiro di sollievo è anche il secondario italiano: il differenziale di rendimento con il Bund scende del 10,48% a 214 punti base. Il Btp 10 anni mostra un tasso del 3,78% (da +4,1% di ieri) e il Bund di pari durata segna +1,64% (da +1,73%).

Al termine di questa giornata Piazza Affari è la migliore in Europa e chiude con un guadagno del 2,87%, risalendo a 22.473 punti base. Mostrano maggior aplomb Francoforte +1,36%, Parigi +1,35%, Amsterdam +1,58%, Madrid +1,37%. Fuori dalla zona euro Londra +1,16% si allinea al resto del continente.

L’euro, dopo un avvio di corsa, torna sui livelli di ieri contro dollaro e tratta intorno 1,04%.

La Bce tonifica anche Wall Street in attesa della Fed

La Banca centrale europea ha tenuto una riunione di emergenza stamattina per correggere il tiro rispetto alle ultime comunicazioni e ha annunciato di aver conferito l’incarico agli uffici tecnici di “accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione” da sottoporre poi al Consiglio direttivo. Questa mossa, che cerca di tenere assieme il rialzo dei tassi e spread sotto controllo, ha anticipato di alcune ore le comunicazioni della Fed, che alle 20 ora italiana rivelerà la misura del suo intervento e annuncerà le previsioni sui prossimi mesi.

Nell’attesa appare intonata anche Wall Street e si allentano le tensioni sui titoli del Tesoro Usa, che mostrano prezzi in rialzo e rendimenti in ribasso. Il clima sembra rasserenarsi leggermente dopo le pesanti vendite degli ultimi giorni indotte dai dati sull’inflazione e dalla previsione che la borsa centrale Usa ritocchi i tassi di 75 punti base, contro i 50 previsti, un intervento che sarebbe il maggiore da quasi 30 anni.

“In un contesto di inflazione alle stelle, tassi in aumento e crescenti preoccupazioni per la recessione, lo S&P 500 ha avuto il peggior inizio d’anno dal 1962”, sostengono gli analisti di Goldman Sachs. 

Dopo cinque sedute in calo e il passaggio in territorio orso, l’indice americano si apprezza al momento dello 0,9%.

Vola il gas, scende il petrolio

Non si sa quanto durerà il sereno sui mercati, perché intanto nell’Est Europa la guerra continua, anche quella economica.

In particolare, si sono impennati nuovamente oggi i prezzi del gas, con i tagli alle forniture che la Russia sta comunicando agli Europei. Dopo la sforbiciata di ieri alla Germania del 40% a causa di problemi tecnici, oggi Gazprom su Twitter ha scritto che la capacità della stazione di compressione terrestre Nord Stream 1 è scesa a 67 milioni di metri cubi al giorno, con un taglio di fornitura del 33%.

La riduzione tocca in misura del 15% anche l’Italia, ma per la giornata di oggi, come ha comunicato Eni (+0,64%). Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate, ma Eni continuerà a “monitorare l’evoluzione della situazione e comunicherà eventuali aggiornamenti”.

Dopo queste notizie, a metà pomeriggio, il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, ha mostrato un rialzo del 21,7% a 118 euro/MWh, rispetto alla chiusura a quota 97 euro/MWh della seduta di ieri.

Nell’attesa della Fed il petrolio appare invece debole. Il Brent cede lo 0,37% e tratta a 120,72 dollari al barile.

La scorsa settimana, tra l’altro, la produzione di petrolio negli Stati Uniti ha raggiunto i 12 milioni di barili al giorno, fatto che non si verificava dall’aprile 2020. I dati sono stati diffusi dal dipartimento dell’Energia. La settimana precedente, la produzione era stata di 11,9 milioni di barili; un anno prima, di 11,2 milioni di barili. La media delle ultime quattro settimane è cresciuta dell’8,4% a 11,925 milioni di barili.

Finanziari in rally a Piazza Affari

Sono soprattutto i titoli finanziari che danno tono oggi a Piazza Affari: banche, risparmio gestito, assicurativi mostrano tutti consistenti rialzi.

Tra i migliori spiccano Finecobank +6,72%, Intesa +4,6%, Bper +3,93%, Unicredit +3,74%, Generali +4,06%. Mediobanca ha nuotato controcorrente e perde lo 0,25%.

Rimbalza invece Nexi +3,83%, dopo aver toccato ieri nuovi minimi. La società, attraverso Nets, ha annunciato la cessione di EDIGard AS, azienda di soluzioni per la gestione della fatturazione con sede in Norvegia, ad AnaCap Financial Partners. Questa operazione è in linea con la revisione strategica del portafoglio del Gruppo e – riferiscono le agenzie – segue il completamento delle fusioni con Nets e Sia.

Pioggia di acquisti anche sull’automotive, dove si mettono in luce Pirelli con un balzo del 4,93% e Iveco +4,43%. Torna il segno più davanti a Campari +4,43% e Diasorin +4,62%. Tra le utility svettano Enel +4,18% ed Hera, +4,32%. Italgas si apprezza dell’1,21%, dopo aver annunciato il nuovo piano al 2028, prevedendo investimenti ampiamente sopra le attese, secondo Equita.

In ribasso i titoli energetici. Saipem, che si è aggiudicata una commessa offshore per lo sviluppo del giacimento di petrolio e gas a Gato do Mato in Brasile, perde il 5,41%. Male anche Tenaris -2,98%.

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