Condividi

Edison, ricavi al +13% ma la perdita è di 93 milioni. Sale anche l’indebitamento finanziario

I ricavi del gruppo, appena passato in mano ai francesi di Edf, nei primi nove mesi dell’anno sono in crescita del 13%, a 8,5 miliardi di euro. Sulla perdita incide la Robin Hood tax per 23 milioni di euro. Confermate le stime sull’ebitda per il 2011

Edison, ricavi al +13% ma la perdita è di 93 milioni. Sale anche l’indebitamento finanziario

I ricavi di Edison salgono del 13,1% a 8,591 miliardi nei primi nove mesi del 2011 ma il margine operativo lordo (ebitda) scende del 22,9% a 717 milioni. E il gruppo, all’indomani dell’accordo tra gli azionisti che ne conferirà il controllo ai francesi, mette a segno una perdita di 93 milioni. Sale anche l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre: 4,104 miliardi di euro dai 3.708 milioni di fine dicembre 2010. Edison conferma però le stime sull’Ebitda per l’anno in corso a 900 milioni di euro grazie all’andamento della gestione operativa e alla rinegoziazione dei contratti di approvvigionamento gas di lungo termine con Promgas (gas russo) ed Eni (gas norvegese).

“Nel mercato del gas naturale continua la contrazione dei margini di commercializzazione mentre nel mercato elettrico permane una sovraccapacità produttiva dovuta all’entrata in esercizio di nuove centrali. In particolare, l’incremento delle produzioni di energia elettrica da centrali alimentate a carbone e da fonti rinnovabili hanno aumentato ulteriormente la pressione sui margini nelle fasce orarie di picco”, commenta il gruppo.

Lo scenario di riferimento è caratterizzato da una lieve ripresa dei consumi nazionali di energia elettrica (+1,7% rispetto allo stesso periodo del 2010), valori tuttavia ancora distanti da quelli pre-crisi del 2008, e da una riduzione dei consumi di gas naturale (-4,2%). I ricavi del gruppo sono stati così trainati soprattutto dall’energia elettrica (+13,2%) grazie all’aumento dei prezzi medi di vendita e in parte ai volumi. Contributo stabile da parte degli Idrocarburi (+1,8%) grazie all’aumento dei prezzi che ha permesso di compensare il calo dei volumi.

Ma la forte pressione competitiva e il ridotto contributo del comparto Cip 9/92 hanno comportato una flessione dell’Ebitda a due cifre (-22,9%). In particolare, il comparto degli idrocarburi è stato impattato dal’attività di compravendita del gas naturale che evidenzia margini unitari di vendita negativi nonostante i proventi legati alla conclusione positiva delle rinegoziazioni dei contratti d’importazione di gas naturale a lungo termine di provenienza russa e norvegese. Su questo fronte il gruppo segnala l’effetto positivo dell’attività di esplorazione e produzione di idrocarburi che è aumentata del 20,6% (rispetto allo stesso periodo di un anno fa) grazie a uno scenario petrolifero in ascesa e all’incremento delle produzioni estere di idrocarburi, in particolare dai giacimenti di Abu Qir in Egitto.

Sul fronte dell’energia elettrica il margine operativo ha risentito il mancato contributo del beneficio CIP 6/92 per alcune centrali, in seguito alla risoluzione anticipata delle convenzioni effettuata in dicembre 2010, e la riduzione dei margini di vendita dell’energia elettrica sul mercato libero.

L’ebit scende così a 149 milioni di euro dai 368 dei primi 9 mesi del 2010. Ma sul risultato operativo netto hanno inciso anche svalutazioni pari a circa 70 milioni di euro relative ad alcuni impianti termoelettrici in Italia e alcuni asset all’estero (Grecia e Croazia).

Il risultato ante imposte è positivo per 4 milioni di euro, il gruppo archivia una perdita di 93 milioni di euro contro i 179 milioni di utile dello stesso periodo 2010. Su questo risultato, rileva il gruppo, ha inciso anche l’impatto della Robin Hood tax con un impatto per 23 milioni di euro “in conseguenza da un lato dell’incremento temporaneo di aliquota e dall’altro dell’estensione dell’applicabilità ad altri segmenti del settore elettrico e degli idrocarburi”.

Sul fronte dell’indebitamento, in aumento, Edison segnala che il 19 luglio 2011 è stato rimborsato il prestito obbligazionario, a tasso variabile, emesso nel 2004 di nominali 500 milioni di euro. Nei nove mesi sono poi stati effettuati investimenti per 406 milioni di euro per il rafforzamento del settore Esplorazione e produzione in Egitto e in Italia e per lo sviluppo della capacità di generazione nelle fonti rinnovabili nel settore idroelettrico, eolico e fotovoltaico.

Il titolo cede il 3,22%. Nel pomeriggio è stato convocato il cda Delmi, la holding che ragggruppa i soci italiani, per parlare dell’intesa trovata ieri con i soci francesi di Edf. La riunione servirà a prorogare il termine del 31 ottobre, data entro la quale scadono i patti di sindacato in Edison, per permettere di formalizzare le intese di ieri. Tra gli accordi anche la concessione ai soci italiani d una put sul 25% di Edison a tre anni in contanti. A differenza degli accordi dello scorso marzo, a fronte della cessione dell’ulteriore parte residua di Edison, i soci italiani otterranno in cambio Edens, la controllata di Edison nel settore delle rinnovabili.

Commenta