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Edf: il governo francese si riprende l’azienda dell’energia. Via dalla Borsa dopo 18 anni. Presto il nuovo piano

Dopo 18 anni Électricité de France S.A. lascia la Borsa. Completato il delistig: intervento pubblico “necessario” per garantire l’indipendenza energetica della Francia. A fine mese il nuovo piano industriale

Edf: il governo francese si riprende l’azienda dell’energia. Via dalla Borsa dopo 18 anni. Presto il nuovo piano

Inizia una nuova fase per Électricité de France S.A. (EDF), la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia e azionista di maggioranza di Edison. Il governo francese ha nazionalizzato la società dopo la crisi finanziaria che l’ha travolta. Il bilancio 2022 si è infatti chiuso con un perdita record di 17,9 miliardi di euro (nel 2021 aveva chiuso con un utile di 5,1 miliardi).

Dopo 18 anni di quotazione in Borsa, Parigi ha ultimato il delisting tramite la procedura di “squeeze out”, con la quale un azionista di minoranza (in questo caso di un 2%) viene obbligato a vendere le sue azioni a un azionista di maggioranza, al prezzo originario dell’opa lanciata nel luglio 2022 a 12 euro per azione. Il 9 Febbraio, lo Stato aveva raggiunto la soglia critica del 90% detenendo il 96% del capitale societario ma grazie a questa mossa è arrivata ad avere la proprietà esclusiva di Edf. L’operazione di riacquisto del 16% del capitale azionario (Lo stato francese deteneva, già, l’84%) ha avuto un controvalore di 9,7 miliardi di euro. EDF era una società a capitale interamente pubblico da novembre 2004 e dal 18 novembre 2005 era stata quotata in borsa.

Garantire l’indipendenza energetica della Francia

L’obiettivo principale di questa nazionalizzazione è garantire l’indipendenza energetica della Francia. La scelta dell’Eliseo è stato definito un intervento pubblico “necessario” per ottenere una maggiore indipendenza energetica e permettere a Edf di investire nel piano di espansione nucleare voluto dal presidente francese Emmanuel Macron. Grazie al completo controllo, il governo potrà sostenere investimenti a lungo termine nel settore energetico e perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 in particolare la nazionalizzazione permetterà la costruzione di sei reattori a tecnologia EPR 2. In questo modo Edf continuerà a ricoprire un ruolo critico nella fornitura elettrica della Francia, che al momento ricava circa il 70% della sua produzione energetica da fonti nucleari.

Nuovo piano industriale previsto a fine giugno

“L’Opa è stata un successo. Era essenziale consentire a Edf di realizzare in maniera accelerata diversi progetti decisivi: l’aumento della produzione del parco nucleare esistente, in un contesto di crescente fabbisogno di energia elettrica, e il programma di costruzione di sei reattori nucleari con tecnologia EPR2 da qui al 2050′, per i quali si stima un fabbisogno finanziario di 50 miliardi di euro” ha dichiarato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire.

“Quando ci avviciniamo a un periodo con tante sfide energetiche, avere un unico azionista permette di avere un completo allineamento su una visione a lungo termine”, ha detto il nuovo numero uno di Edf, Luc Remont annunciando che a fine giugno verrà presentato il nuovo piano industriale.

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