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Economia circolare: l’Italia parte con il primo network

Tredici aziende e consorzi, tra cui Hera, Procter&Gamble, Angelini e Conai, hanno creato insieme alla Fondazione per lo sviluppo sostenibile al primo raggruppamento per accedere ai fondi europei. E’ un inizio per un business molto promettente. Le nuove disposizioni Ue attese a giugno

Economia circolare: l’Italia parte con il primo network

L’avvicinamento italiano all’economia circolare avanza per tappe. Come in un qualsiasi gara che si conclude con  un vincitore  , per la fine di quest’anno sapremo se le nostre aziende sono capaci di arrivare, e come, al traguardo. Cogliere le opportunità dei primi pacchetti di agevolazioni targati EU, a cominciare dal settore  più  delicato e trainante: l’energia.

Tredici aziende e consorzi, hanno dato vita al primo network insieme alla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per essere pronti per i primi provvedimenti annunciati già per giugno. Per ora l’iniziativa ha la caratteristica dell’ osservatorio  con spirito aggregativo, ma è chiaro che l’adesione di aziende come Hera, Procter & Gamble, Angelini, Conai fa  pensare a qualcosa di più. In tempi come questi,  in cui gli interessi nazionali sono massicciamente difesi, l’Italia ha una occasione unica per affermare la capacità  di Paese attento ai mutamenti epocali. In campo energetico-ambientale questo significa favorire il passaggio alle nuove fonti, ricercare nuove opportunità, rivedere sistemi di produzione, investire in ricerca.

Il network riunisce aziende di servizi, produttori di bioplastiche, multiutility per far crescere quel 18,5 per cento di riciclaggio di materie prime già affermato. Quando nei prossimi mesi si potranno consultare i primi atti europei,  le aziende italiane potranno  misurare la sfida con il Paese che ora gli sta davanti: l’Olanda che con il suo 26,7 % è il primo in Europa. Lì, e non solo, lo spirito associativo è decisamente più avanti con il sostegno di politiche adeguate che da noi cominciano a muovere i primi passi. Anzi, poniamo  attenzione per ciò che il nuovo governo sarà capace di mettere in campo, dopo tante dichiarate buone intenzioni.

Il valore economico del risparmio di un sistema  circolare, secondo la Ellen Mc Arthur è di 640 miliardi di dollari con possibilità  di creare mezzo milione di posti di lavoro in meno di tre lustri. Sono stime credibili, in parte valutate anche da Confindustria che sul sistema circolare sta facendo opera di  sensibilizzazione tra i suoi associati. Ad ogni modo, dopo il giro di ricognizione, il network vuole creare per se stesso un premio per selezionare  le start up  dinamiche e presentarsi con un profilo più organizzato all’appuntamento di Ecomondo a novembre. Se il tracciato è stabilito auguriamoci di non vedere uscite di strada, o meglio che i concorrenti aumentino.

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