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Ecomafie sempre in attività. I premi 2023 di Legambiente e Libera a chi le contrasta

I Premi di Legambiente a chi si distingue nella lotta alle ecomafie. 10 miliardi il giro di illegalità ambientali

Ecomafie sempre in attività. I premi 2023 di Legambiente e Libera a chi le contrasta

Abusi di ogni tipo, bracconaggio, archeomafia, edilizia e tanta illegalità nella gestione dei rifiuti. Non è stato un buon anno il 2022 per la trasparenza ambientale. Legambiente e l’Associazione Libera hanno contato 12.216 reati, +28,7% rispetto all’anno precedente. L’Italia continua ad essere percorsa da trafficanti e businessman dell’illegalità. Molti colletti bianchi, secondo le indagini di Carabinieri e magistratura partecipano a giri illegali omettendo controlli e segnalazioni. Gli ordini di detenzione preventiva in 12 mesi sono aumentati del 97%. Gli ultimi arrivano dalla Sardegna con 15 ordinanze di custodia cautelare su richiesta dei Carabinieri per la Tutela Ambientale dell’isola. Il fatturato delle ecomafie viaggia, ormai, intorno ai 10 miliardi di euro all’anno. Gli abusi sugli edifici hanno raggiunto i 2 miliardi. In un tale contesto di irregolarità sono stati assegnati i Premi Legambiente e Libera per il 2023. Un appuntamento poco celebrativo, al contrario molto partecipativo per le energie positive messe in campo. “Vogliamo ricordare al Governo che per combattere le ecomafie occorre approvare quelle riforme necessarie, che ad oggi mancano ancora all’appello, per rafforzare le attività di prevenzione e di controllo” spiega Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente. Si dice: non abbassiamo la guardia, ma come si spiega che i numeri vanno sempre più su? I riconoscimenti sono una specie di lasciapassare per imboccare la strada della legalità e cercare di non uscirne. Una strada che si snoda attraverso mille incroci di impegno spesso volontario. L’economia ne esce massacrata se solo si pensa a ciò che si può costruire di buono senza il malaffare.

Cittadini e forze dell’ordine insieme

Andiamo, allora, alla lista dei premiati con il Premio Legambiente e Libera Ambiente e Legalità 2023. A Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano (Cs) è stato riconosciuto l’impegno nella lotta all’illegalità in tutte le sue forme. Per il lavoro giornalistico di inchiesta è stata premiata Sabrina Giannini di Rai 3. Riconoscimento anche al generale Giuseppe Vadalà, Commissario unico per la rimozione delle discariche e al Procuratore aggiunto di Roma Ilaria Calò per l’indagine sull’infiltrazione della ‘ndrangheta nel ciclo dei rifiuti. Gli altri premi sono andati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna, al Reparto Operativo Carabinieri Tutela Ambientale e Transizione Ecologica , al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, alla Squadra Mobile della Questura di Frosinone, alla Guardia di Finanza di Cosenza, al Nucleo Carabinieri CITES di Torino. I militari, seppure tra mille difficoltà, l’anno scorso sono stati molto presenti sui territori dove si consumano i reati. I soldi, motore di un’economia perversa che non solo non rispetta le regole ma inquina il tessuto sociale. Un fenomeno cresciuto negli ultimi anni è il ciclo illegale del cemento. Le ramificazioni sono estese e la gestione dei cantieri di costruzione è stata segnalata da Libera. Legambiente stessa ricorda la relazione del Ministro dell’interno al Parlamento sui “rischi di accaparramento criminale delle risorse stanziate dal PNRR“ attraverso tecniche di penetrazione economica. La Toscana è la prima regione al mondo a essere stata colpita da reati amministrativi.L’Emilia Romagna, nel 2022, è stata la prima regione, con 153 imprese colpite dall’interdizione.

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