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Draghi: “Pressione fiscale Grecia ben sotto la media Ue”

E il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem sottolinea che “sulla cancellazione del debito ellenico non sembra ci sia grande sostegno all’interno dell’area euro: abbiamo già fatto molto”

Draghi: “Pressione fiscale Grecia ben sotto la media Ue”

“Per quanto riguarda l’aspetto della tassazione, la prego di tenere presente che il carico fiscale in rapporto al Pil in Grecia era al 34,2% nel 2013 (inclusi i contributi reali al sistema previdenziale), ben al di sotto della media dei 28 paesi dell’Unione Europea, nonostante alcuni aumenti negli ultimi anni”. E’ quanto scrive il presidente della Bce Mario Draghi in una lettera di risposta inviata al parlamentare greco Kostas Chrysogonos e pubblicata oggi dall’Eurotower. 

In relazione al programma di salvataggio concordato dalla comunità internazionale con la Grecia, Draghi sottolinea come questo “includesse varie riforme miranti a migliorare la struttura fiscale e il design complessivo del sistema di riscossione delle tasse, oltre che misure per aumentare l’efficienza dell’amministrazione fiscale per combattere meglio l’evasione. Un obiettivo chiave che sottintende tutte queste riforme era la giustizia sociale e la creazione di un ambiente in cui tutti i cittadini pagano la loro giusta parte di tasse e dove le aliquote di conseguenza possono essere più basse che non in un ambiente in cui vi è una larga evasione fiscale”. 

Dopo la vittoria di Syriza alle elezioni elleniche, Draghi parteciperà oggi a un vertice sulla Grecia con il presidente Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il numero uno del Consiglio Ue Donald Tusk e il leader della Commissione europea Jean Claude Juncker.

“Sulla cancellazione del debito ellenico non sembra ci sia grande sostegno all’interno dell’area euro – ha detto Dijsselbloem –. Abbiamo fatto molto per frenare la pressione del debito greco, riducendo i tassi d’interesse e allungando i tempi del ripagamento, perciò non sembra esserci una grande urgenza su questo”.

Intanto, il piano di aiuti alla Grecia è stato prolungato di due mesi e scadrà a fine febbraio. Prima di allora, Atene dovrebbe trovare un accordo con la Troika per coprire dei buchi di bilancio. La vittoria di Tsipras obbliga a decisioni non previste dai creditori (Ue e Fmi). Secondo Dijsselbloem, “l’estensione del programma di aiuti è la prima cosa da discutere, ma tocca al nuovo governo greco chiederla”. Il presidente dell’Eurogruppo ritiene anche che sia  “prematuro parlare di sostenibilità relativamente al debito: occorre una valutazione della Commissione europea”.

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