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Draghi in Spagna affronta oggi il toro della recessione

Inedita riunione oggi della Bce a Barcellona: improbabili un nuovo taglio dei tassi e un nuovo piano di liquidità ma da Draghi ci si aspetta qualche sorpresaa – Le Borse europee aprono in positivo – Oggi attesa la prima decisione dell’Antitrust su Fonsai.

Draghi in Spagna affronta oggi il toro della recessione

Apertura in rialzo per Piazza Affari che tenta il recupero dopo le pesanti perdite di ieri. Ai primi scambi, l’indice principale Ftse Mib segna un rialzo dello 0,74%, a 14.318 punti.

DRAGHI IN SPAGNA AFFRONTA IL TORO DELLA RECESSIONE. OGGI PRIMA DECISIONE SU FONSAI. ATTESA PER FINMECCANICA

Un taglio dei tassi è improbabile. L’annuncio di nuovi piani straordinari, a nemmeno due mesi dalla seconda fase di Ltro, pure. Ma la riunione del direttorio della Banca Centrale assume comunque un sapore inedito.

La Bce entra oggi nella Plaza de Toros. Il direttorio della banca centrale, infatti, ha scelto di riunirsi a Barcellona, uno degli epicentri della crisi economica e finanziaria del Vecchio Continente. Una scelta fatta tempo fa, quando probabilmente si sperava che, superata la crisi greca, l’Europa avrebbe ritrovato un passo positivo. Al contrario la sorte vuole che i banchieri affrontino una città blindata (6.500 poliziotti), dopo che la Spagna ha sospeso la validità di Schengen e ripristinato i controlli alle frontiere: altro monito su quel che rischia l’Europa sotto il torchio della sola austerità.

L’ultima cattiva notizia arriva da Bruxelles: non è stato raggiunto l’accordo sulla Direttiva IV che deve fissare i requisiti di Basilea 3 per le banche europee. La Gran Bretagna, sostenuta da Svezia, Polonia e Repubblica Ceca, insiste per poter applicare requisiti più severi ai propri istituti. La Germania e la Francia si oppongono per evitare una corsa al rialzo che colpisca anche le loro banche. Si riprova il 15 maggio. 

Soffia intanto in Europa il vento della recessione. E stavolta gli Usa, causa l’andamento deludente dell’occupazione, non aiuta. Il risultato è stata una giornata pesantissima per la Borsa di Milano che chiude la seduta con una perdita del 2,6%. Nella discesa Piazza Affari è stata accompagnata dalla sola Borsa di Madrid (-2,5%), mentre Parigi ha terminato la seduta in rialzo dello 0,4% e Francoforte ha subito una flessione dello 0,7%.

Il manifatturiero italiano ha evidenziato la caduta degli ordini più marcata da tre anni a questa parte. In calo anche la produzione e il numero degli occupati che, a livello europeo, ha superato la soglia del 10 per cento. L’indice che misura l’attività del settore manifatturiero è precipitato per il nono mese di fila al di sotto della soglia dei 50 punti, il confine tra crisi e crescita.  

Partenza negativa per la Borsa americana dopo il dato deludente sull’andamento dell’occupazione in Usa. A marzo gli ordini all’industria hanno registrato il maggior calo degli ultimi tre anni, e nel mese di aprile le aziende private hanno creato solo 119mila posti di lavoro, meno dei 170mila stimati dagli economisti.  Gli indici hanno comunque in recupero dai minimi dell’apertura, Dow Jones -0,08% e S&P500 -0,25%, mentre il Nasdaq +0,31% ha azzerato la perdita.

Seduta contrastata sui listini asiatici. La Borsa di Hong Kong perde mezzo punto percentuale dopo la decisione di Temasek, il fondo sovrano di Singapore di mettere in vendita grossi pacchetti di titoli di China Construction Bank e di Bank of China –3,7%, cosa che ha rafforzato i timori sulla solidità del sistema finanziario di Pechino. Va meglio a Tokyo: l’indice Nikkei 225 sale delo 0,31%.

In una giornata così negativo il mondo dell’arte registra un record assoluto. In un’asta di Sotheby’s a New York una delle versioni de “L’urlo” di Edward Munch, datata 1895, è stata comprata dopo fiera battaglia da un compratore ancora sconosciuto per 119,9 milioni di dollari. Il precedente record apparteneva a “Nudo, foglie verdi e busto” di Pablo Picasso, battuta a 106 milioni nel 2010.

Sotto pressione i titoli di Stato a partire dal Btp decennale, con il rendimento salito al 5,51% e lo spread con il Bund che si è allargato a 390 punti (+9 punti).

In Piazza Affari il ribasso ha imperversato su tutti i settori. Le banche sono state le più colpite dalle vendite. E’ caduta Ubi, che ha perso il 7,1%, Popolare Milano è scesa del 5,2%, Banco Popolare -4,9%, Intesa -4,6%, Unicredit -5,6,% MontePaschi -5,1%. A Madrid Santander e Bbva hanno perso il 3,3%.

Oggi l’Antitrust chiarirà i limiti della sospensione all’operazione Fonsai-Unipol, chiarendo cosa le società potranno o non ptranno fare nelle more della decisione. Sostanzialmente in linea con i listini generali l’andamento dei titoli principali coinvolti nel riassetto della ‘galassia Ligresti’: Fondiaria Sai ha chiuso in calo del 2,48% a 0,9 euro, Unipol del 3,21% a quota 22 euro netti. Peggio ha fatto il titolo della Milano Assicurazioni, che ha perso il 5,57% a un prezzo di 0,23 euro, e soprattutto Premafin, in ribasso finale del 6,19% a quota 0,21.

L’assemblea degli azionisti di Rcs Mediagroup ha nominato Angelo Provasoli presidente, Roland Berger e Giuseppe Rotelli vice presidenti, mentre a Riccardo Stilli, vice direttore generale, sono state affidate le funzioni vicarie della direzione generale per la gestione ordinaria della società sino alla nomina del nuovo Ad. La nomina di un vicepresidente, Rotelli, non espresso dalla lista del patto è la principale novitàà in attesa dell’arrivo del nuovo ad. Da registrare l’atteso discorso pirotecnico di Diego Della Valle che ha confermato l’intenzione di comprare nuove azioni. Il titolo intanto corre: +5,6%.

“Non è allo studio l’ipotesi di un accorpamento tra Snam e Terna”. Il ministro Corrado Passera ha stroncato ieri in Parlamento la prospettiva di una società delle reti. In Borsa, Snam -2,8%, Terna –1,6%.

Pesanti ribassi anche  fra le altre utility. Enel è scesa del 3,1%, A2A -5,1%. Il consiglio comunale di Brescia, nella riunione del prossimo 7 maggio, voterà una mozione unitaria fra forze di maggioranza e opposizione sul futuro di A2A che prevede di spostare a Brescia il polo industriale e autonomo sull’ambiente, mentre a Milano resterebbe quello sull’energia, di superare il sistema duale e di ridurre i compensi dei super-manager. Ora si attende la risposta di Bruno Tabacci, assessore a Milano.

Tra i pochi titoli che hanno chiuso in rialzo figurano StM  +0,7% e Luxottica +3%. La prima è stata promossa da Goldman Sachs buy a 6,30 euro. Luxottica è spinta da Bank of America che ha fissato un target price a 31,5 euro, dal precedente 27,5 euro. In controtendenza anche Pirelli +2,2%.

Fra gli industriali, Fiat è scesa del 2,1% nonostante i buoni risultati di vendita di Chrysler nel mese di aprile. Nel mese di aprile il gruppo Fiat ha recuperato quote di mercato anche in Italia, complice il recupero di immatricolazioni bloccate a marzo dallo sciopero delle bisarche. “Nel peggior aprile dal 1983 per quanto riguarda le vendite di auto – recita una nota del Lingotto – Fiat aumenta la quota di 2,2% nel confronto con lo stesso mese del 2011 (è al 31,4%)immatricolando circa 41 mila vetture”. Fiat Industrial è finita in ribasso del 3,9%.

La Fiat inoltre, dopo sei anni, chiude la collaborazione commerciale in India con Tata. Il Lingotto ha deciso di costituire una nuova società che commercializezrà i prodotti Fiat assieme a quelli Alfa Romeo e Chrysler.

Finmeccanica è scesa del 2,6% alla vigilia della diffusione dei conti del primo trimestre 2012 prevista dopo il cda di oggi. La controllata Ansaldo ha perso il 4,2%.

Marcia indietro di Ferragamo che è scesa del 6,6% dopo cinque sedute consecutive di forti rialzi in cui ha guadagnato complessivamente il 25%. Ribasso anche per Cucinelli -3,9%.

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