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Draghi e la schiarita sui dazi mettono le ali ai mercati

Il colpo d’ala di Draghi sul nuovo bazooka e l’aria di intesa Usa-Cina sui dazi danno sprint alle Borse e Wall Street è a un passo dal record – Le banche festeggiano

Draghi e la schiarita sui dazi mettono le ali ai mercati

“Sarà molto difficile per la Fed trascurare il messaggio in arrivo dalla Bce”, ha commentato ieri a caldo, dopo gli annunci di Francoforte, un gestore di Carmignac. La pensa così Donald Trump, che ha dedicato alle decisioni di Francoforte un tweet velenoso conto Jay Powell: “La Bce sta cercando, riuscendoci, di deprezzare l’euro contro un dollaro molto forte, colpendo le esportazioni Usa. E la Fed aspetta, aspetta, aspetta. Loro vengono pagati per prestare denaro, noi paghiamo gli interessi”. Anche le Borse asiatiche stamane hanno reagito con favore alla svolta della Bce.

LA CINA PENSA ALLA FESTA DELLA REPUBBLICA. TRUMP ALLA SOIA

Ma a galvanizzare i listini è stato soprattutto l’avvicinamento sulla questione dei dazi tra le due superpotenze. Per smuovere le acque, scrive il Wall Street Journal, la Cina è pronta ad accantonare per ora il caso Huawei e la materia riguardante la sicurezza. In questo modo, Pechino, punta a chiudere almeno una delle partite aperte, anche per potersi presentare ai solenni festeggiamenti per il Settantesimo anniversario della nascita della Repubblica del Popolo della Cina, in programma dal primo ottobre. al sette ottobre, con un risultato tangibile. Il presidente Trump, dal canto suo, ha aperto alla possibilità di “piccoli accordi”, su singoli aspetti degli scambi commerciali, purché Pechino torni ad acquistare i prodotti agricoli del Midwest.

TOKYO AI MASSIMI DA APRILE, FRENA IL PETROLIO

Le Borse registrano stamane il miglioramento del clima alla vigilia del weekend.

Stamattina il Nikkei di Tokyo guadagna l’1% nel finale di seduta: con il passo in avanti di stanotte, la Borsa del Giappone torna su livelli visti l’ultima volta in aprile. Il cambio dollaro yen si apprezza a 108,2, per il quinto giorno consecutivo.

L’indice Hang Seng di Hong Kong è in rialzo dello 0,3%, il CSI 300 di Shanghai e Shenzhen dell’1%, il Kospi di Seoul dello 0,8%. Cross dollaro Yuan a 7,07, poco mosso, dal -0,5% della seduta precedente.

Effervescente Wall Street: l’indice S&P 500 +0,29% a 3.009,57 punti, ad un soffio dal record storico di 3.024,50 punti segnato a luglio. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,2% a 27.182 punti, settima seduta consecutiva con il segno più, la serie positiva più lunga da un anno. Nasdaq +0,3%.

Sale Google (+1,2%) dopo l’accordo concluso con il fisco francese.

Il petrolio Brent perde lo 0,3% a 60,2 dollari il barile, ieri in chiusura -0,7%. Il greggio del Mare del Nord si avvia a chiudere una delle peggiori settimane di questa seconda parte del 2019. Nel vertice di Abu Dhabi di ieri non c’è stato accordo su nuovi tagli alla produzione. L’agenzia internazionale dell’energia ha segnalato che l’incremento della produzione di Stati Uniti e Canada sbilancerà nel corso del 2020 il mercato verso uno scenario di sovrapproduzione.

MAXI COMMESSA SAIPEM IN NIGERIA

Eni -0,7%. Saipem +0,2%: il consorzio di cui è parte dovrebbe essersi aggiudicato una gara in Nigeria. Upstream News scrive che è stata firmata la lettera d’intenti tra il committente (Nigeria LNG) e l’esecutore dei lavori. Il progetto da realizzare nel delta del Niger, vale circa sette miliardi di dollari, la parte di competenza di Saipem, potrebbe essere nell’ordine dei quattro miliardi. 

L’oro è balzato a 1.525 dollari, subito dopo l’annuncio della Bce, ma ha perso tutto nel corso della serata, stanotte ha vivacchiato poco sotto quota 1.500 dollari.

LA BCE TAGLIA IL TASSO SUI DEPOSITI E RILANCIA IL QE

Un pacchetto di misure per contrastare la frenata dell’economia, sostenere i commerci e risvegliare l’inflazione. L’ultima sfida di Mario Draghi, nonostante ormai scarseggino le munizioni a disposizione del suo bazooka, è stata all’altezza del coraggio e della determinazione dimostrate durante il suo mandato.

In sintesi, la Bce ha tagliato di dieci punti base il tasso di deposito, a -0,50%, e riavviato gli acquisti di titoli, a partire da novembre, per 20 miliardi di euro al mese e finché sarà necessario. Le misure prevedono anche condizioni più favorevoli nella concessione della liquidità, la ripartenza di un piano di stimolo (QE) da 20 miliardi di euro al mese e l’introduzione di un sistema a scaglioni per la liquidità depositata alla BCE, di cui uno, dovrebbe essere zero. Draghi ha annunciato anche il cambio della cosiddetta forward guidance, ovvero la previsione sui movimenti futuri dei tassi. Questi, si aspetta la Bce, resteranno “su livelli attuali o più bassi fino a che l’inflazione “non convergerà in maniera robusta verso un livello sufficientemente vicino ma sotto il 2%”.

Draghi ha così una versione ridotta di Quantitative easing (20 miliardi al mese rispetto agli 80 del primo Qe) in cambio di una durata aperta (e forse eterna) dello stesso. Alle banche del Nord Europa è stato concesso il tiering, cioè la possibilità di ridurre l’impatto dei tassi bassi sui conti, quelle del Sud Europa sono stati premiato da un Tltro più generoso.

IL BAZOOKA PORTA DUE MILIARDI ALLE BANCHE

Un mix prudente, insomma, che ha tenuto conto della resistenza di una parte del direttorio (sei membri su 25 non hanno nascosto le loro critiche) deludendo in parte le attese del mercato. Il doppio regime sui tassi di deposito, lo strumento che avrebbe dovuto proteggere le banche, stritolate dagli effetti dei tassi bassi, secondo Websim “porta un sollievo modesto al settore, circa 2 miliardi di euro per l’intero sistema della zona euro, poco più di 200 milioni di euro l’anno, per le italiane. Ma di più era il difficile fare. Ora la parola passa a Christine Lagarde cui toccherà un compito più politico. Su un solo punto, del resto, tutti i banchieri si sono trovati d’accordo: i margini della politica monetaria sono ormai ridotti. La parola tocca alla politica fiscale- Ma qui i pareri si dividono. La Germania, commenta Stephens Philips sul Financial Times, “si muoverà, al solito, quando sarà troppo tardi”.

IL RENDIMENTO DEI BTP SCENDE ALLO 0,78%

Ieri la reazione più robusta alle misure della Bce è stata quella dei mercati obbligazionari.

Il rendimento del Btp decennale è precipitato allo 0,78%, nuovo record, da 0,97% di ieri. Forte contrazione degli spread, quelli contro Germania (138) e Spagna (64) scendono sul livello più basso degli ultimi 15 mesi.

Al contrario, il rendimento del Bund decennale tedesco resta a -0,56%, quasi invariato. 

In precedenza, nelle aste della mattina il Tesoro a collocato 4 miliardi di Btp 2023 al -0,01%. Per la prima volta quindi anche l’Italia entra così nel club dei titoli a media scadenza sottozero. Minimi storici anche per i Btp a 7 anni mentre il trentennale è sceso ai minimi da marzo 2015.

Stamane il rapporto euro-dollaro, ieri in rialzo dello 0,5%, tratta a 1,106.

I future sulle borse europee sono poco mossi prima dell’apertura.

PIAZZA AFFARI AI MASSIMI DA DUE MESI

Sensibile ieri la reazione di Piazza Affari che ha messo a segno un rialzo dello 0,88% a quota 22.083 punti ai massimi degli ultimi due mesi.

Più modesti i guadagni degli altri listini europei: Parigi +0,44%, Francoforte +0,41%, Madrid +0,25%.

Fuori dall’eurozona poco mossa Londra (+0,09%). Il governo inglese sembra intenzionato a negare l’ok alla potenziale acquisizione da 36,6 miliardi di dollari del London Stock Exchange Group da parte di Hong Kong, perché Lse costituisce una parte troppo critica dell’infrastruttura finanziaria del Paese. 

SALGONO BANCHE E GESTITO

Le banche hanno chiuso in netto rialzo festeggiando le decisioni della Bce ed il calo dello spread. Unicredit +2,08%, Ubi Banca+1,7%, Bpm+2%.

Effetto spread anche per Poste Italiane con una crescita dell’1,7%.

Atlantia in controtendenza cede l’1,51% in attesa di novità sul dossier Alitalia.

CONTI VERSO L’USCITA DA TELECOM, BALZO DI EUROTECH

Telecom Italia in salita dello 0,92%. Il presidente Fulvio

Conti ha detto che sta considerando di fare un passo indietro dimettendosi dal board, confermando così le indiscrezioni.

Fuori dal listino principale: nuovo rialzo per Eurotech (+7,5%): Banca Imi ha alzato il prezzo obiettivo a 7,4 euro dopo i risultati.

Bene Maire Tecnimont (+1,21%), dopo la firma di un contratto con Egypt Hydrocarbon.

Balzi superiori al 6% per Astaldi e Salini Impregilo.

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