Condividi

Draghi e il petrolio scuotono i mercati. Grande attesa le mosse di Niel in Telecom

In attesa dell’audizione di oggi della Yellen, ieri il presidente di Bce Mario Draghi ha confermato che a dicembre agirà per rafforzare il Qe: “Siamo pronti ad usare tutti gli strumenti utilizzabili per il sostegno monetario” – Petrolio superstar – Niel svela i numeri del suo blitz in Telecom – I conti di Intesa e Finmeccanica – Generali non più sistemica.

Draghi e il petrolio scuotono i mercati. Grande attesa le mosse di Niel in Telecom

In attesa dell’audizione odierna di Janet Yellen al Congresso, la scossa ai mercati arriva dall’Asia. A Tokyo Japan Post, la più importante Ipo del 2015 (11,5 miliardi di dollari per l’11% della società), ha fatto un debutto trionfale: +50% (+15% la Holding e +15,9% la Japan Post Bank). Il successo dell’operazione segna un punto a favore dell’Abenomics. Il Nikkei sale del 2,5%.

Altro brivido dalla Cina. Hong Kong sale del 2%, ma nel corso della notte il guadagno era stato di oltre il 3%. I guadagni si sono ridimensionati dopo che la Banca centrale cinese ha chiarito che una nota pubblicata sul suo sito qualche ora prima, da cui emergeva la volontà di far decollare entro l’anno il progetto Hong Kong- Shenzhen, altro non era che un estratto di un discorso pronunciato dal governatore alla fine di maggio. Shanghai sale comunque del 2,6%. 

Anche i dati Pmi servizi, in ripresa sia a Pechino che in Giappone, contribuiscono al quadro positivo. Intanto, sul fronte politico, si registra una notizia storica: presto i presidenti di Cina e Taiwan si incontreranno sul terreno neutro di Singapore. Non è mai successo dal 1949, anno della nascita della repubblica nazionalista fondata da Chang Kai Shek.

Ancora una seduta positiva a Wall Street, al traino dei titoli petroliferi: Dow Jones in ascesa dello 0,5%, lo S&P 500 dello 0,26%, Nasdaq +0,35%. Corre Tesla, +8,35% nel dopo Borsa. La società ha confermato il target di vendite oltre le 50 mila unità, grazie al nuovo Suv. L’auto elettrica, intanto, registra i primi successi sul mercato cinese.

PETROLIO SUPERSTAR. VOLANO SAIPEM E TENARIS

La spinta è arrivata dal petrolio WTI (+2% a 47,1 dollari dopo la riduzione delle scorte Usa). Secondo il ministro dell’Energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al Mazrouei, le quotazioni riprenderanno nel 2016 grazie al rafforzamento delle economie europee ed al rallentamento della produzione di shale oil. 

Nel paniere principale di Wall Street si mettono in luce i petroliferi: Chevron +3,3%, Exxon Mobil +2%. Anche in Europa i titoli petroliferi hanno chiuso al rialzo. L’indice Eurostoxx Oil & Gas guadagna il 2,4%. Eni chiude in rialzo dell’1,1% a 15,0 euro. Tenaris e Saipem hanno approfittato del riscatto del greggio salendo rispettivamente del 4% e del 3,7%.

MILANO -0,10% FRENATA DALLE BANCHE

Seduta a due volti per Piazza Affari. L’exploit dei titoli oil ha compensato la frana del settore bancario. Alla fine Milano ha chiuso in lieve calo (FtseMib -0,1%) una seduta in cui l’indice era arrivato a perdere oltre l’1%. Invariato il Dax di Francoforte a 10.951 punti, mentre il parigino Cac ha guadagnato lo 0,41%, Madrid lo 0,30% e Londra lo 0,34%. Calma piatta, invece, sul mercato obbligazionario, in attesa dell’intervento di Mario Draghi ieri sera a Francoforte. Lo spread ha chiuso a 98 punti base. 

DRAGHI CONFERNA: A DICEMBRE AGIREMO

Il presidente della Bce ha confermato i toni da colomba. Gli acquisti di bond lanciati dalla Bce a marzo, ha detto, stanno procedendo bene e “continuano ad avere un impatto favorevole sul costo e sulla disponibilità di credito per le imprese e le famiglie” ma i timori sui paesi emergenti stanno creando rischi per le prospettive di crescita e di inflazione. Perciò, ha ribadito ieri sera Mario Draghi, a dicembre il consiglio direttivo “sarà pronto ad agire usando tutti gli strumenti utilizzabili nel rispetto del proprio mandato per mantenere un livello appropriato di sostegno monetario”.

Da oggi la parola passa alla Fed. Nelle prossime 72 ore ci sarà uno stuolo di interventi dei governatori della Fed. Scende in campo Janet Yellen che comparirà davanti al comitato del Senato. Parleranno oggi anche Brainard, Harker, e Dudley domani, Fischer. Ancora Dudley e Lockhart giovedì. Bullard e ancora Brainard venerdì. Tra gli investitori prende sempre più piede l’idea che prima della fine dell’anno i tassi saranno portati all’insù. il rendimento del Treasury Bill ha raggiunto ieri i livelli di metà settembre al 2,21%.

TELECOM, OGGI NIEL SVELA I NUMERI

Stamane dovrebbe arrivare una nota di Xavier Niel con nuovi particolari sulle caratteristiche del blitz in Telecom Italia (ieri -0,5%) e, soprattutto, sulle intenzioni del patron di Iliad in merito all’ex incumbent italiano. E’ il risultato dell’incontro di ieri dello stesso Niel con i vertici della Consob.

Domani intanto si terrà il Cda dedicato ai conti del terzo trimestre, ma anche ai numerosi dossier aperti: oltre all’avanzata di Niel e di Vivendi, la possibile integrazione con Oi a cui il competitor brasiliano sta lavorando insieme al fondo russo L1 e la trattativa con Metroweb.

GENERALI NON E’ PIU’ “SISTEMICA”. FESTEGGIA IL TITOLO

“Aggiungi assicurazioni, scarica le banche”, suggeriva il report di ieri mattina del Crédit Suisse. E si è rivelata una buona profezia. Generali guadagna lo 0,9% al termine di una seduta in cui ha registrato rialzi superiori ai 2 punti percentuali. A favorire gli acquisti la notizia che il Financial Stability Board ha deciso che la compagnia italiana non è un’impresa “sistemica” nel panorama finanziario mondiale. Di conseguenza non sarà soggetta ai più vincolanti ratio di solidità patrimoniale. UnipolSai +0,8%. 

INTESA, L’ATTESA DEL DIVIDENDO LIMITA I DANNI

Di tutt’altro segno la seduta dei bancari, deboli fin dalla mattina, influenzati dall’annuncio del colosso svizzero Ubs che ha posticipato alcuni obiettivi di redditività. Il titolo ha chiuso in ribasso del 4,2%. La situazione è peggiorata dopo i risultati di Intesa Sanpaolo che ha contenuto le perdite all’1,1%, dopo essere scivolata a -4%.

A sostenere il titolo sono state le parole del Ceo, Carlo Messina, nella conference call: il monte dividendi indicato a 2 miliardi di euro sui risultati del 2015 è “l’ammontare minimo” e c’è lo spazio per distribuire un extra-dividendo.

L’istituto ha chiuso il quarto trimestre 2015 con un utile superiore alle attese a 722 milioni di euro, contro i 658 milioni stimati in media dagli analisti. Meno convincenti le altre voci di bilancio: il margine di interesse (1,912 miliardi) è risultato in calo del 9,5% e inferiore alle stime di circa 50 milioni. I proventi operativi netti sono in leggero calo a 4,197 miliardi. Commissioni nette in calo del 9,8% a 1,8 miliardi. 

In discesa anche le altre banche: Unicredit, che annuncerà i risultati l’11 novembre, perde l’1,1%, Monte Paschi -2,7%, Pop. Emilia-2,2%, Ubi -1,3%.

FINMECCANICA CANCELLA IL ROSSO. DEBITO A 5,125 MILIARDI

Attesa oggi per la reazione dei mercati ai conti di Finmeccanica (ieri -1,26%) che festeggia il ritorno all’utile: 150 milioni, contro una perdita di 54 milioni nei primi nove mesi del 2014, un risultato e superiore alla previsione del consenso (135 milioni). Il gruppo ha registrato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una crescita del 45% dell’Ebita a 745 milioni (515 milioni) e dell’84% dell’Ebit a 599 milioni (325 milioni), entrambe superiori alle stime di 688 e 531 milioni.

Il portafoglio ordini, pari a 28,071 miliardi di euro, assicura al gruppo una copertura pari a circa due anni e mezzo di produzione equivalente e il flusso di cassa operativo, risultato negativo per 935 milioni di euro, ha segnato un miglioramento di 420 milioni rispetto al rosso di 1,355 miliardi dello scorso anno. 

Anche la posizione finanziaria netta del gruppo ha registrato un miglioramento scendendo a 5,125 miliardi di euro dai 5,560 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Ma il consenso si attendeva una riduzione maggiore del debito, stimato a 5,074 miliardi. A Piazza Affari, il titolo del gruppo ha chiuso la seduta di ieri in flessione dell’1,26% a 11,79 euro.

Prima dei conti Kepler Cheuvreux (target price a 14 euro), Equita (target price a 14,4 euro), Banca Imi (target price a 15,7 euro) e Banca Akros (target price a 14,7 euro) avevano confermato sul titolo la raccomandazione buy. Mediobanca Securities ha ribadito il rating outperform con un prezzo obiettivo a 14,90 euro.

UN BOND IN ARRIVO PER CNH INDUSTRIAL

Fiat Chrysler è salita dello 0,2%: il mercato dell’auto in Italia ha segnato un aumento dell’8,6% a ottobre, con Fca che fa meglio del mercato (+10,8%). Bene le immatricolazioni Usa in ottobre, dove il gruppo segna un progresso del 15%. 

Cnh Industrial guadagna l’1,4%. Il gruppo ha annunciato l’intenzione di procedere all’emissione di una obbligazione nell’ambito della gestione della propria situazione finanziaria. Secondo quanto riporta Reuters, si dovrebbe trattare di un bond, di tipo unsecured, con durata cinque anni ed espresso in dollari. 

ANCHE IL KUWAIT IN POSTE ITALIANE

Chissà se l’exploit di Japan Post darà smalto a Poste Italiane (ieri -0,5% a 6,57 euro). Dalle comunicazioni a Consob sulle partecipazioni rilevanti è emerso che il Kuwait Investment Office (in qualità di agente del governo del Quwait) ha acquistato il 2,058% del capitale. 

Contrastata la performance dei titoli del lusso: acquisti su Luxottica (+0,65%) e Moncler (+1,96%), invariata Ferragamo e vendite su Tod’s (-0,13%).

Commenta