Condividi

Dow Jones brucia i guadagni del 2021, ma i bond reggono

Il rialzo dell’inflazione ad aprile spaventa Wall Street, ma le materie prime frenano – Precipita il Bitcoin – Btp oltre l’1% dopo 8 mesi

Dow Jones brucia i guadagni del 2021, ma i bond reggono

L’inflazione Usa corre più del previsto e i mercati, sempre meno convinti dalle rassicurazioni della Fed, se la prendono con le azioni, soprattutto con quelle con i multipli più esasperati, sostenibili solo con tassi d’interesse molto bassi. I dati sull’andamento dei prezzi al consumo si sono rivelati ieri più alti del previsto: +4,2% su base annua, contro il +2,6% di marzo. Un balzo mai visto da 26 anni, legato ad almeno tre fattori: gli abbondanti stimoli all’economia, i “colli di bottiglia” (vedi la scarsità di chip e la mancanza di lavoratori qualificati) e la liquidità in tasca ai consumatori. Richard Clarida, vicepresidente della Fed, si è detto convinto che la fiammata dei prezzi sia destinata a spegnersi “entro il 2022/23”. Ma non esclude che la Banca centrale possa intervenire se il fenomeno si rivelerà “non transitorio”. E i mercati già prezzano la mini-stretta.

L’INDICE DOW JONE ASIA BRUCIA I GUADAGNI 2021

L’indice Dow Jones Asia, con il calo dello 0,9% di oggi, riduce a zero i guadagni da inizio anno.

Il Nikkei arretra del’1,5%, l’Hang Seng dello 0,9%. Il Sensex indiano perde lo 0,9%, mentre il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen lo 0,7%. Il Taiex di Taipei, il più sensibile all’andamento dei chip, ieri in calo del 4%, segna un ribasso dello 0,5%.

TREMA WALL STREET, MA IL TESORO PIAZZA I TITOLI IN ASTA

Chiusura gelida ieri sera per gli indici di New York. Male il Dow Jones (-1,989%), peggio l’S&P (-2,14%, ai minimi da febbraio). Barcolla il Nasdaq (-2,67%), zavorrato dalla discesa dei titoli guida.

Stamane i future registrano però una modesta ripresa. A sostenere il mercato è la tenuta delle obbligazioni al termine di una giornata campale. Il Tesoro ha piazzato tutti i 41 miliardi di dollari di Treasury a 10 anni offerti in asta a un rendimento dell’1,68%, lievemente inferiore alle quotazioni del mercato secondario. L’enorme liquidità in circolazione ha reso inutile la rete di protezione messa in piedi da Washington: i primary dealers hanno acquistato meno di un quinto dell’offerta, il livello più basso degli ultimi tre anni.

Stamattina il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,67%, in assestamento dopo il balzo di cinque punti base di ieri.

FRENANO LE MATERIE PRIME. RIAPRE L’OLEODOTTO, SCENDE L’OIL

Si raffredda anche la febbre per le materie prime: l’indice Bloomberg Commodity è in calo dello 0,7%. Minerale di ferro -5%, mais -1%, alluminio -1,5%.

Scende il petrolio Wti (-1%, a 65,4 dollari il barile), anche perché è in via di soluzione il blackout dell’oleodotto Usa bloccato dagli hacker: la società giura che non è stato pagato alcun riscatto.

PRECIPITA IL BITCOIN: C’È LO ZAMPINO DI ELON MUSK

Tracolla il bitcoin (-6% a 50.900 dollari), tradito da Elon Musk, che non smentisce la sua fama di operatore spregiudicato. Dopo aver illustrato per mesi tutti i vantaggi della criptovaluta e aver lucrato nella compravendita della moneta virtuale la bellezza di 110 milioni di dollari, ieri il re di Tesla si è ricordato di essere un ecologista. E così, sottolineando i danni all’ambiente provocati dalle miniere di Bitcoin alimentate per lo più a carbone (il consumo di energia è superiore a quello dell’intera Norvegia), Musk ha deciso che non sarà più possibile comprare una Tesla pagando in Bitcoin, una pratica che rischiava di essere imitata da molte aziende con effetti devastanti.  

LA UE ALZA LE STIME SUL PIL: +4,2% PER L’ITALIA

A differenza di quanto avviene negli Usa, l’inflazione europea resta saldamente sotto controllo. Anzi, l’Eurozona rimane pericolosamente lambita dalla deflazione, che è, come abbiamo imparato a nostre spese, un nemico ben peggiore. Secondo le stime della Commissione Ue, nell’Eurozona l’inflazione salirà quest’anno all’1,7%, ma nel 2022 calerà di nuovo all’1,3%. Intanto, Bruxelles ha rivisto al rialzo le previsioni sul Pil della zona euro per il 2021 (+4,3%) e per il 2022 (+4,4%); le stime precedenti, per entrambi gli anni, erano +3,8%. Per l’Italia si sale a +4,2 e +4,4%, incorporando l’impatto del recovery plan. Paolo Gentiloni, commentando le nuove stime della Commissione, ha confermato che l’attivazione della clausola di salvaguardia (alias sospensione del Patto di stabilità e crescita) rimarrà in essere fino a fine 2022.

BORSE IN SALITA: MILANO +0,2%

Le borse dell’Europa chiudono così in rialzo, solo sfiorate dalla notizia della crescita record dei prezzi al consumo statunitensi.

Il cross euro dollaro scende dello 0,7%, a 1,207. Il mercato scommette sul rialzo dei tassi Usa entro l’anno.

L’indice EuroStoxx 50 guadagna lo 0,2%

Piazza Affari cala nel finale, ma Milano chiude con un guadagno dello 0,23%, a 24.452 punti base.

Andamento simile a Parigi (+0,19%): Société Générale sale del 2%, così come Total.

Francoforte +0,18%: balzo di Commerzbank (+6,8%).

Meglio Londra (+0,4%) sull’onda di una crescita superiore alle attese (+2,1% a marzo). Salgono i titoli minerari. Impennata del colosso dei drink Diageo (+2,8%) sull’onda dell’acquisto di azioni proprie.

Amsterdam -0,17%, Madrid +0,19%.

IL BTP OLTRE L’1% DOPO OTTO MESI. OGGI L’ASTA

Dopo un avvio in territorio positivo, il Btp ha invertito la rotta nel pomeriggio per concludere debole, in linea con Treasury e Bund, dopo i dati sull’inflazione Usa.

Risultano in salita tutti i rendimenti dei titoli governativi sulla parte lunga delle scadenze temporali: Treasury decennale a 1,68%, +2 punti base, ma ancora lontano dal picco annuale a 1,75%; Bund tedesco a -0,13% da -0,17%; Btp decennale oltre l’1% per la prima volta da otto mesi.

La forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 111 punti base, dai 112 in avvio, stesso livello della precedente chiusura. Il rendimento del Bund a 10 anni sale contestualmente ai massimi da oltre due anni.

Sul primario, dopo l’asta Bot stamani con rendimenti in calo, oggi si attende il risultato del collocamento a medio/lungo termine, per il quale gli operatori vedono tassi in salita ai massimi da diversi mesi. Il Tesoro, dopo settimane pesanti sul fronte dell’offerta euro, mette sul piatto fino a 9,25 miliardi di Btp, incluso un nuovo titolo a 7 anni.

TENARIS AL TOP DI PIAZZA AFFARI

Al top di Piazza Affari ci sono i titoli petroliferi, galvanizzati dalla ripresa della materia prima. A guidare la corsa è Tenaris (+3,37%), maglia rosa di giornata. Tra i migliori figura anche Eni (+2,07%). Il prossimo 24 maggio il titolo staccherà il saldo dividendo di 24 centesimi per azione; l’anticipo di 12 centesimi era stato pagato l’anno scorso, per complessivi 36 centesimi (yield 3,60%).

Poco sopra la parità Saipem (+0,10%).

CONTINUA IL RALLY DI UNICREDIT, FRENA MEDIOLANUM

Contrastate le banche. Continua il rally di Unicredit (+2,93%) dopo l’annuncio della nuova struttura organizzativa voluta da Andrea Orcel. Il titolo è sui massimi da 14 mesi. Positivo anche Banco Bpm (+1,14%), su cui Moody’s ha alzato il rating da negativo a stabile. Recupera Fineco (+1,04%).

In rosso invece Banca Mediolanum (-2,43%), che è il titolo peggiore del Ftse Mib, e anche Banca Generali, Mediobanca e Bper. Chiude col segno meno anche Poste Italiane (-1,25%), nel giorno della trimestrale che evidenzia un utile cresciuto del 46% nel primo trimestre, grazie anche ai servizi assicurativi.

CORRE IL LUSSO: SAFILO VOLA (+20%)

Ben intonato il lusso. Su tutti Tod’s (+7%), balzata sui massimi dal 2019. Corre Salvatore Ferragamo (+4%), che grazie ad un robusto taglio costi chiude il primo trimestre con un utile operativo di 7,8 milioni di euro, in forte recupero dal rosso di 36 milioni di euro dello stesso periodo del 2020. Moncler +1%.

Impressiona il volo di Safilo (+20%), che chiude il primo trimestre con ricavi per 251 milioni di euro, in rialzo del 13,7% a cambi costanti. Intesa Sanpaolo segnala che le vendite nette hanno superato le stime dell’8% e che l’ebitda rettificato, pari a 25,8 milioni di euro, è stato “molto più alto delle attese”.

Sale Tim (+1,5%), sostenuta dalle indicazioni positive di Deutsche Telekom, che ha alzato la guidance.

LA PUBBLICITÀ SPINGE MEDIASET (+4,10%)

Balzo di Mediaset (+4,10%). Nei primi tre mesi l’utile netto è stato di 52,5 milioni di euro, un dato decisamente superiore ai 14,6 milioni dello stesso periodo del 2020, ma anche ai 36,7 del primo trimestre 2019.

DIASORIN AI MINIMI, DE’ LONGHI BATTE LE STIME

In calo Diasorin (-2,5%), sui minimi da un anno.

Tra le medium cap, Technogym (+1,8%) chiude il trimestre con ricavi per 128,7 milioni, dai 116,8 milioni di un anno fa, mentre De’ Longhi (+1%) batte le attese e alza le previsioni per l’intero anno. Sull’Aim, in luce eVISO (+6,70%): la società piemontese di forniture elettriche ha raggiunto dal primo gennaio dell’anno in corso 52.898 nuovi Point of Delivery.

Commenta