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Dissesto idrogeologico: stanziati i primi 315 milioni

I fondi sono destinati a tutte le Regioni – Una prima disponibilità rispetto alle grandi esigenze dei territori – Tre milioni di famiglie continuano a vivere in aree a rischio – Per le emergenze 4 miliardi l’anno.

Dissesto idrogeologico: stanziati i primi 315 milioni

Arriva una prima, parzialissima tranche di soldi per il dissesto idrogeologico. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha firmato il provvedimento che stanzia 315 milioni di euro per progetti esecutivi di tutela del territorio. Tre mesi dopo il decreto che avviava la valutazione dei progetti delle Regioni, finalmente si apre anche una borsa finanziaria. Un primo documento stralcio, rispetto alle enormi risorse che le Regioni e gli istituti specializzati richiedono per mettere in sicurezza l’Italia, un Paese che già spende complessivamente 4 miliardi l’anno per le emergenze.

I soldi sono da spendere già quest’anno e Costa nel darne l’annuncio ha riconosciuto a se stesso il merito di aver velocizzato la macchina burocratica. D’altra parte, ha appena ottenuto la riorganizzazione del Ministero in virtù di un altro decreto. Il concetto di provvedimento stralcio, ovviamente, attenua le critiche per tutto quanto sin qui è stato promesso ai territori. “Abbiamo fatto una velocizzazione consistente, se consideriamo che negli anni passati si impiegavano anche due anni per ottenere lo stesso risultato”, ha detto il ministro.

I fondi però non bastano a placare le ansie dei territori per frane, smottamenti e alluvioni. Situazioni molto ben note, che il governo si era impegnato a risolvere, con tutto il carico di polemiche e di accuse a “chi c’era prima”. Nel contratto di governo i Cinquestelle parlavano di “necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”. Si comincia soltanto ora con i primi stanziamenti e alla fine dell’anno mancano sei mesi, con centinaia di gare d’appalto da avviare.

La spesa è stata decisa insieme ai commissari per l’emergenza, a quelli per il dissesto ed alle Autorità di bacino distrettuali. I 315 milioni serviranno a finanziare 263 interventi e saranno divisi fra tutte le Regioni. I soldi sono stati reperiti nel Piano Operativo Ambiente con risorse Europee 2014-2020.

Il livello di rischio italiano è tra i più alti d’Europa, come dimostrano i dati periodicamente aggiornati dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I governi precedenti aveva creato la mission di “Italia Sicura”. Per fortuna, o per opportunità, nel passaggio dai governi di centrosinistra all’attuale gialloverde il lavoro di ricognizione e di allerta per i casi più a rischio non è andato perso. Sarà stato apprezzato per la serietà, anche se le competenze di Italia Sicura sono state assorbite dal Ministero dell’Ambiente, che ha in mano un dossier di 4.751 opere di contrasto al dissesto, 33 cantieri anti-emergenza e un’infinità di piani metropolitani.

Dall’ultimo Rapporto Ispra emerge che il 91% dei Comuni è esposto a rischi e che oltre 3 milioni di nuclei familiari vivono in aree ad alta vulnerabilità, mentre più di 7 milioni di persone abitano in territori vulnerabili. La battaglia per l’ambiente e la tutela del territorio è ancora lunga.

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