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Dilemma Mps: come soddisfare l’Eba senza aumenti di capitale sanguinosi stile Unicredit

Si pensa a diverse possibilità: il deconsolidamento di alcune partecipazioni, la vendita di patrimonio immobiliare non strumentale e l’adozione di modelli avanzati di calcolo sugli attivi a rischio – Ma si tratta in alcuni casi di soluzioni che richiedono più tempo per essere studiati mentre i piani dovranno essere comunicati all’Eba entro il 20.

Dilemma Mps: come soddisfare l’Eba senza aumenti di capitale sanguinosi stile Unicredit

A Siena i sindacati sono tornati in piazza dopo 15 anni. Protestano in un centinaio sotto le finestre del Cda che deve nominare il nuovo direttore generale Fabrizio Viola. Chiedono la testa del presidente della banca Giuseppe Mussari e del vertice della Fondazione, Gabriello Mancini: “Chi è responsabile della situazione in cui si trova oggi la Banca deve assumersene le responsabilità e farsi da parte”, dicono. A Siena infatti si cammina sulle uova. La Banca sta facendo di tutto per aggirare la ricapitalizzazione da 3 miliardi circa richiesta dell’Eba di Andrea Enria.

L’Eba chiede infatti di aumentare il core tier1 al 9%, ossia le risorse accantonate prudenzialmente a fronte dei rischi assunti ma, come per gli altri istituti, senza diminuire i crediti alla clientela: la strada maestra deve essere quella delle ricapitalizzazioni. Al massimo, dicono le regole, si potrà concedere qualche asset a terzi perché in questo caso il sistema economico non ne risentirà.

E così un po’ tutti gli istituti che vogliono evitare il bagno di sangue di Unicredit stanno cercando di aguzzare l’ingegno per soddisfare l’Eba senza però chiedere soldi agli azionisti. Come in Spagna, dove Santander e Bbva sono passati all’attacco con obbligazioni convertibili, dividendi in azioni, cessioni di asset. E anche Mps, il cui principale azionista la fondazione Mps non naviga nell’oro, si cerca una via d’uscita: allo studio c’è, oltre al computo nel patrimonio dei due prestiti obbligazionari Fresh, il deconsolidamento di alcune partecipazioni, la vendita di patrimonio immobiliare non strumentale e l’adozione di modelli avanzati di calcolo sugli attivi a rischio.

Ma si tratta in alcuni casi di soluzioni che richiedono più tempo per essere studiati mentre i piani dovranno essere comunicati all’Eba entro il 20 gennaio per finire sul tavolo di Enria tra l’8 e il 9 febbraio (l’operazione di rafforzamento deve essere completata entro giungo 2012). Si fa largo così l’ipotesi di ricorrere nuovamente ai Tremonti bond come soluzione ponte per riflettere con più calma sul resto.

Grazie all’allontanarsi dell’opzione aumento di capitale, in Borsa il titolo Mps, in una giornata di forti rialzi per tutto il comparto bancario, si mette in luce con un + 6,89% a 0,2281 (dopo fino a 0,2399) secondo miglior titolo del listino dopo Unicredit. Ma Fabrizio Viola, che ha fatto i bagagli dalla Bper dove era approdato dopo un passato alla Bpm di Roberto Mazzotta, a Rocca Salimbeni avrà un battesimo di fuoco.

I sindacati non gli hanno risparmiato slogan: “Non provate a cambiare le regole del confronto sindacale al Monte dei Paschi. Vi facciamo Viola”. E ancora: “Niente colpi Mancini, vi facciamo Viola”. La preoccupazione dei sindacati è che, soprattutto in caso di aumenti di capitale, la Fondazione perda il controllo di Mps e che quindi ”venga meno l’indipendenza strategica della Banca” e che il passo successivo porti a esuberi,mobilità e precarietà.

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