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Dietro le nebbie del condono, vietato dall’Europa. Possibilità alternativa: estendere il concordato

Che sia fiscale, previdenziale o sugli immobili, non si può fare: è vietato da una sentenza della Corte di giustizia europea del 2008 – Dove trovare, allora, i soldi del decreto sviluppo? – Come spiega l’onorevole Maurizio Leo, l’unica forma di condono possibile è un’estensione dell’attuale concordato individuale “già previsto” in uno di massa automatizzato

Dietro le nebbie del condono, vietato dall’Europa. Possibilità alternativa: estendere il concordato

Il gran parlare che si fa di condono fiscale o previdenziale, sugli immobili o sul contenzioso fiscale, tombale o non tombale, non considera che in base ad una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2008, i condoni sono semplicemente vietati. Quindi non si può fare. E ciò a prescindere dalle tante considerazioni avanzate in questi giorni dai molti oppositori sia sulla moralità di una operazione di questo genere che ancora una volta finirebbe per favorire gli evasori, sia sulla convenienza per lo Stato che spesso in passato ha incassato una cifra apparentemente alta (anche se in molti casi non è riuscito nemmeno a farsi pagare tutte le somme dovute), ma ha dovuto spendere molto di più ad esempio per le opere di urbanizzazione obbligatorie una volta che le case abusive sono state accettate.

Quindi una tempesta in un bicchier d’acqua. Rimane però il problema di come mettere in piedi questo decreto sviluppo sulla cui necessità tutti concordano, ma il cui contenuto è per il momento un oggetto misterioso. Il dibattito politico acquisterebbe certamente maggiore concretezza se qualcuno si facesse carico di chiarire che lo sviluppo non significa solamente spendere qualche soldo pubblico per fare infrastrutture programmate da tempo ma mai avviate per carenza di risorse finanziarie. Il problema è più generale: bisogna ridare competitività al sistema Paese e per far questo occorrono numerosi interventi tra loro coordinati in modo da ridurre le tasse sul lavoro e sulle imprese, tagliare la spesa pubblica non genericamente, ma mirando a semplificare l’apparato burocratico, diminuire il peso dello Stato sull’economia attraverso privatizzazioni e liberalizzazioni. Se invece si scegliesse la strada di ampliare ancora la spesa pubblica ciò sarebbe in ogni caso negativo e sarebbe mal digerito dai mercati, anche se ciò avvenisse non con incremento del deficit ma con nuove tasse.

I soldi risparmiati con i tagli di spesa e con la riforma delle pensioni andrebbero quindi utilizzati per ridurre il carico fiscale su chi paga tutte le tasse e per aiutare i giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro. In questo quadro a cosa serve un condono? Certo considerando che il Governo non sa ancora come reperire i 20 Miliardi previsti dalla delega fiscale un po’ di soldi farebbero comodo. Ma è questo un modo sbagliato di affrontare i problemi. La prima cosa da fare in questa situazione è tagliare le spese e il Governo non dovrebbe cercare scorciatoie per evitare di affrontare questo nodo.

Comunque l’unica forma di condono possibile e compatibile con la caccia agli evavori non è un condono ma una estensione dell’attuale concordato individuale già previsto dall’ordinamento in un concordato di massa automatizzato, fatto sul modello di quello già varato nel ’94 dal Governo Dini. Lo spiega l’on Maurizio Leo , esperto di questioni tributarie che nel ’94 collaborava con il ministero delle Finanze ed oggi è parlamentare del Pdl. “Si tratta di mobilitare l’aministrazione finanziaria ad elaborare in modo automatico sulla base delle informazioni che già oggi possiede e che vengono desunte dal redditometro o dagli studi di settore,delle proposte di concordato da inviare a tutti quei contribuenti per i quali esistono discrepanze tra i vari indicatori,invitandoli ad aderire alle elaborazioni dell’amministrazione e magari offrendo uno sconto limitato rispetto a quanto dovrebbero versare in caso di accertamento.”

Oggi l’accertamento con adesione esiste già per le posizioni individuali e quindi questa misura sarebbe solo una estensione di massa effettuata con sistemi automatici e semplificati, evitando che il limitato numero di accertamenti che si fanno ogni anno, lasci di fatto indisturbata la grande massa dei contribuenti. ” Non si tratta quindi di una manovra moralmente riprovevole come il condono. Inoltre – sostiene Maurizio Leo – in questo modo si incentiva l’emersione dei redditi in vista del miglior funzionamento futuro del redditometro e degli studi di settore, assicurando comunque una nuova base imponibile all’erario. Questo si integra anche con il concordato preventivo che esiste in molti altri paesi europei e che già la legge delega del luglio scorso inserisce nel nostro ordinamento.”

Si tratta di una tecnica utile e moralmente accettabile? E’ da valutare attentamente in tutti gli aspetti tecnici. Una cosa deve essere chiara prima di aprire il capitolo di un nuovo incremento delle entrate fiscali:è lo Stato che deve garantire la fine degli sprechi e della spesa pubblica clientelare ed a pioggia. Altrimenti non solo la guerra tra amministrazione e contribuenti sarà destinata ad aumentare,ma soprattutto i mercati finanziari internazionali rimarrebbero scettici di fronte ad ulteriori drenaggi di risorse dai privati verso il settore pubblico. Insomma non si risolverebbe il nostro problema principale:quello della credibilità.

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