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Diasorin svela il nuovo piano, ma il titolo cade in Borsa

Il fatturato ex-Covid è visto in crescita del 24% nel 2022, quello totale in calo del 2% – Ricavi Covid in flessione dai 370 milioni del 2021 a 150 milioni nel 2022 – Al via nuovi programmi nell’immunodiagnostica

Diasorin svela il nuovo piano, ma il titolo cade in Borsa

Diasorin frana in Borsa dopo la pubblicazione del piano industriale al 2025. A un’ora e mezza dall’apertura, il titolo – che ha faticato a entrare in contrattazione – cede oltre l’11%, scivolando sotto quota 160 euro.

Se si escludono le attività legate al Covid, la società farmaceutica prevede di chiudere il 2022 con un fatturato in salita del 24% rispetto al 2021, mentre per il quadriennio è attesa una crescita media annua pari al 10%. Le stime che comprendono il Covid, invece, parlano di ricavi in flessione del 2% l’anno prossimo e in aumento del 7% medio annuo dal 2022 al 2025, con il fatturato Covid in riduzione a 50 milioni di euro rispetto ai 370 del 2021.

Sul versante della redditività, l’ebitda adjusted margin è atteso al 35% nel 2022 e al 38% circa nel 2025, in linea con la marginalità pre-pandemia.

Inoltre, il gruppo punta a un free cash flow cumulato nel periodo 2022-2025 pari a circa 1,1 miliardi di euro, mentre il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed ebitda adjusted dovrebbe calare in modo significativo, passando nel quinquennio 2021-2025 da 1,9 a 0,5.

Secondo gli analisti di Equita, il piano è deludente perché i numeri previsti per il 2022 sono più deboli delle attese e anche i target al 2025 sulla marginalità sono leggermente inferiori alle previsioni. Gli analisti consigliano cautela, individuando un prezzo obiettivo di 160 euro.

Tornando al piano, Diasorin scrive che la crescita si articolerà lungo quattro direttrici:

  • avvio di nuovi programmi “value based care” nel settore dell’immunodiagnostica e ulteriore espansione del menu di specialità;
  • lancio di nuove piattaforme di diagnostica molecolare e licensed technologies;
  • integrazione dei business di diagnostica molecolare e licensed technologies;
  • maggiore penetrazione nel mercato statunitense.

L’ultima voce è legata all’acquisizione della società americana Luminex, completata lo scorso luglio al prezzo di 37 dollari per azione, pari a un equity value di 1,8 miliardi di dollari. L’integrazione dell’azienda americana porterà sinergie di costi e ricavi per circa 90 milioni di dollari al 2025.

Grazie a questa operazione, Diasorin ha avuto accesso alla tecnologia xMAP, che permette di eseguire “un ampio spettro di test basati su proteine e acidi nucleici – si legge nella nota – che danno la possibilità di individuare simultaneamente fino a 500 diversi target in un singolo ciclo di lavoro”.

Nella diagnostica molecolare, la strategia del nuovo piano industriale “è caratterizzata dal lancio di tre nuove piattaforme – prosegue il comunicato – le prime due, Liaison Mdx Plus e Liaison Plex, perseguono l’obiettivo di consolidare l’offerta basata sulla tecnologia Single/Low Plex e Multiplex e la terza, Liaison Nes, risponde alle crescenti esigenze di test rapidi ad alta affidabilità in prossimità del paziente finale”.

Secondo Carlo Rosa, Ceo della società, il nuovo piano industriale “delinea le direttrici che guideranno lo sviluppo di Diasorin nei prossimi anni attraverso il compimento di alcuni progetti strategici già iniziati nel passato e l’avvio di nuove importanti iniziative. In questi ultimi due anni, la pandemia ha ridefinito il ruolo della diagnostica nella gestione della salute pubblica e ha posto nuove sfide per i sistemi sanitari nazionali, a cui Diasorin intende rispondere rafforzando il proprio posizionamento di specialista al cubo”.

Oltre al piano, il Cda di Diasorin ha dato il via libera anche a un progetto di ridefinizione della struttura societaria che prevede il conferimento del ramo d’azienda relativo alle attività operative in Italia e nel Regno Unito a una nuova Srl controllata al 100% e direttamente dall’azienda piemontese. L’operazione dovrebbe essere completata entro il terzo trimestre del 2022.

AGGIORNAMENTO

Nel corso dell’Investor Day, il presidente Gustavo Denegri ha parlato di ricerca: “In pochi sanno davvero cosa sia e quanto impegno richieda – ha sottolineato – Noi abbiamo creato 30 prodotti in tre anni. Siamo stati i primi al mondo a realizzare il tampone molecolare per il Covid e nessuno ce lo riconosce. Abbiamo ricevuto ringraziamenti da altri Paesi, ma non dallo Stato italiano. Io mi aspetto risultati che andranno ben oltre il piano approvato ieri dal Cda e bocciato oggi dal mercato”.

Per quanto riguarda le prospettive future, Rosa guarda oltreoceano: “Attraverso l’acquisizione di Luminex abbiamo già adesso il 50% del fatturato negli Usa, circa un 35% in Europa e il resto nei mercati emergenti – ha detto il Ceo a margine della presentazione del piano industriale – L’America è una delle aree geografiche su cui puntiamo di più, perché è un’area in crescita, dove si fanno grandi investimenti e dove sono stati spesi oltre 100 miliardi nel sistema sanitario tra il 2020 e il 2021”.

In Cina, invece, le chiusure imposte dalle autorità a causa del Covid hanno “un impatto sul business molto importante – ha continuato l’ad – Sul Covid non hanno accettato alcun prodotto di testing europeo o americano e hanno fatto di testa loro con le loro tecnologie. Questo è un segnale molto importante del fatto che la Cina stia cercando di rendere indipendente il proprio sistema sanitario dalle tecnologie occidentali”.

La strategia di Diasorin è quindi “di costruire uno stabilimento – ha concluso Rosa – perché da importatori è molto difficile lavorare e cercare di crescere in Cina. In sintesi, se guardo ai tre mercati vedo un’enorme opportunità negli Usa per gli investimenti, un’Europa neutrale e una Cina difficile. Il mercato cinese è decisamente più difficile rispetto alla pre-pandemia”.

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Il titolo Diasorin ha chiuso in coda al Ftse Mib con un ribasso del 10,83%, a 158,85 euro.

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