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Demografia e lavoro: fra gli occupati italiani, la quota di over 50 è raddoppiata in meno di 20 anni

Secondo l’Inapp, il peso degli over 50 sugli occupati è passato dal 21,6% del 2002 al 38,5% del 2020 – Il rischio di povertà assoluta per gli over 65, invece, si è dimezzato

Demografia e lavoro: fra gli occupati italiani, la quota di over 50 è raddoppiata in meno di 20 anni

L’Italia continua a invecchiare e questo processo ha ripercussioni gravi sul mercato del lavoro. Secondo un recente rapporto dell’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), negli ultimi 20 anni il peso degli over 50 sul totale della popolazione occupata italiana è quasi raddoppiato, passando dal 21,6% del 2002 al 38,5% del 2020, ben 5 punti oltre la media UE27 (33,9%). In proporzione la crescita è stata maggiore fra le donne (+20%) che fra gli uomini (+15%).

Allo stesso tempo, anche sul totale dei disoccupati la quota di over 45 ha continuato a crescere, arrivando nel 2020 al 33,4% del totale. Tra le persone attivamente alla ricerca di un lavoro, invece, quelle con più di 45 anni erano il 32%.

Del resto, l’Italia è anche il Paese dell’Unione europea con la più alta percentuale di over 65, che rappresentano il 23,5% della popolazione (gli ultraottantenni, invece, sono il 7,6%). La pandemia, insomma, non ha rallentato il processo di invecchiamento della società italiana, la cui età media è ora di 46 anni.

Povertà assoluta dimezzata fra gli over 65

Dal rapporto emerge inoltre che le pensioni pagate dallo Stato – oltre ad aver causato una permanenza prolungata nel mercato del lavoro con il progressivo innalzamento dell’età pensionabile – hanno contenuto la povertà nella popolazione anziana.

Fra il 2005 e il 2020, l’incidenza della povertà relativa fra gli over 65 è rimasta più o meno costante (intorno al 5%), mentre quella della povertà assoluta si è dimezzata, scendendo dal 15% del 2002 a 7,6% del 2020.

In parallelo, si è ampliata la percentuale di quanti sono esenti dal rischio di povertà (dall’88,5% del 2010 a 92,4% del 2020). Un numero sempre più ampio di anziani vive in soluzioni di vita autonoma ed indipendente (+3,31%) e in condizioni di salute in costante miglioramento; la percentuale di anni in buona salute sull’aspettativa di vita dopo i 55 anni è cresciuta per entrambi i generi di 9,1 punti, nonostante l’impatto della pandemia.

Welfare familiare sempre più diffuso

In questo contesto, le generazioni più anziane continuano a essere il pilastro del welfare informale, aiutando le famiglie sia economicamente sia nella cura di nipoti o altri bambini (+4,3% rispetto al 2010).

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