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Decreto Semplificazioni: cosa prevede il Recovery Plan

Il provvedimento in arrivo a maggio conterrà una parte della riforma complessiva sulle Semplificazioni e interverrà soprattutto su temi legati all’edilizia, ai contratti pubblici e alla normativa ambientale

Decreto Semplificazioni: cosa prevede il Recovery Plan

Il decreto Semplificazioni sarà varato dal Governo entro maggio e servirà principalmente a facilitare l’attuazione del Recovery Plan. “Gli interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti del Pnrr – si legge nel piano approvato dal Parlamento – saranno adottati attraverso un decreto legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri entro la prima settimana di maggio e convertito in legge entro metà luglio. Gli altri interventi arriveranno con leggi ordinarie, leggi delega e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021”.

In generale, la riforma è “finalizzata alla razionalizzazione e semplificazione della legislazione, abroga o modifica leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione. La riforma interviene sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni e di contratti pubblici, sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza, e sulle regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi”.

SUPERBONUS 110%

Un capitolo del provvedimento in arrivo a maggio sarà dedicato al Superbonus 110%, di cui il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato martedì alla Camera. Su questo fronte le novità sono due. Innanzitutto – come emerge dalla bozza di una parte del decreto, quella a cura del ministero della Transizione ecologica – sarà consentito di richiedere l’agevolazione anche ai condomini che hanno fatto domanda di condono edilizio; se poi la sanatoria sarà negata, scatterà la revoca del Superbonus 110%. Inoltre, il perimetro della misura dovrebbe essere esteso agli interventi edilizi su alberghi e pensioni.

CONTRATTI PUBBLICI

Il decreto Semplificazioni di maggio – si legge ancora nel Recovery Plan – introdurrà anche una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforzi le semplificazioni già varate con il decreto-legge n. 76/2020 e ne proroghi l’efficacia fino al 2023, con particolare riguardo alle seguenti misure:

• Verifiche antimafia e protocolli di legalità.

• Conferenza di Servizi veloce.

• Limitazione della responsabilità per danno erariale ai casi in cui la produzione del danno è dolosamente voluta dal soggetto che ha agito, ad esclusione dei danni cagionati da omissione o inerzia.

• Istituzione del collegio consultivo tecnico, che ha funzioni di assistenza e di risoluzione delle controversie con finalità di definire celermente le controversie in via stragiudiziale e ridurre il contenzioso davanti al giudice.

• Individuazione di un termine massimo per l’aggiudicazione dei contratti, con riduzione dei tempi tra pubblicazione del bando e aggiudicazione.

• Individuazione di misure per il contenimento dei tempi di esecuzione del contratto, in relazione alle tipologie dei contratti.

AMBIENTE

Sul fronte ambientale, stando al Recovery Plan, il decreto Semplificazioni stabilirà “di sottoporre le opere previste dal Pnrr a una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate”.

Inoltre, “quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali – si legge ancora nel piano – va ulteriormente ampliata l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (“PUA”), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale; proprio in questa prospettiva, va altresì previsto che tale provvedimento unico possa sempre assorbire anche gli atti autorizzatori necessari per l’approvazione dei progetti di bonifica (come già previsto a livello regionale)”.

Infine, si punta a “rafforzare la capacità operativa del nuovo Ministero della transizione ecologica, anche consentendo allo stesso di razionalizzare il ricorso all’apporto di società in house, Enti pubblici di ricerca ed altri Enti pubblici operanti nel settore della transizione ecologica”.

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