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Decreto lavoro, novità su Assegno di inclusione, contratti a termine e smart working: ecco cosa cambia

I lavori in commissione al Senato proseguono con una tornata ricca di sorprese. Il testo è atteso in Aula a Palazzo Madama tra martedì 13 e mercoledì 14 giugno

Decreto lavoro, novità su Assegno di inclusione, contratti a termine e smart working: ecco cosa cambia

Novità su Assegno di inclusione, contratti a termine, somministrazione del lavoro, smart working e un “bonus” per il lavoratore nel settore turistico arrivano dalla seconda tranche di emendamenti approvati al decreto lavoro. La commissione Affari sociali del Senato si prepara a votare martedì 13 giugno 2023 sulle coperture degli emendamenti. Alcuni dei punti chiave del decreto lavoro sono ancora da definire ma ecco le principali novità in arrivo.

Decreto lavoro, novità per l’Assegno di inclusione

Cambia ancora l’Assegno di inclusione, la misura introdotta dal governo Meloni al posto del tanto discusso Reddito di cittadinanza. La novità, contenuta in un emendamento al decreto Lavoro, riguarda i vincoli per i beneficiari e la platea per gli occupali. il beneficiario dell’assegno di inclusione con figli under14 è tenuto ad accettare un’offerta a tempo indeterminato, anche in somministrazione, solo se entro gli 80 km o raggiungibile in 2 ore con i mezzi. Invece il beneficiario occupabile è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato senza limiti di distanza, per il nucleo con figli con meno di 14 anni, “anche qualora i genitori siano legalmente separati”, l’offerta va accettata se il lavoro “non eccede” gli 80 chilometri da casa o “è raggiungibile entro 120 minuti” con i mezzi pubblici.

Infine, l’Assegno di inclusione viene anche esteso anche alle persone in cura presso i servizi sociosanitari (oltre ai componenti di nuclei familiari con disabilità, minori o con almeno sessant’anni di età), ed è previsto che la carta non possa essere utilizzata per spese come il gioco d’azzardo, le sigarette (elettroniche e non) o gli alcolici.

Novità sui rinnovi dei contratti a termine nel decreto

Anche i rinnovi, e non solo le proroghe, di un contratto a termine saranno senza causali fino a 12 mesi. Il contratto può essere prorogato e rinnovato liberamente nei primi 12 mesi e, successivamente, solo in presenza delle causali di cui all’articolo 19, comma 1. La modifica non è retroattiva: ai fini del computo dei 12 mesi, infatti, si tiene conto solo dei contratti stipulati successivamente all’entrata in vigore del decreto.

Somministrazione di lavoro

Novità anche per la somministrazione, con l’abolizione dei limiti quantitativi (20%) attualmente previsti per il personale in apprendistato e anche di quelli per le assunzioni dei lavoratori in mobilità, disoccupati o svantaggiati.

Per quanto riguarda il primo punto, il limite quantitativo percentuale del 20% non si applica ai lavoratori somministrati assunti con contratto di lavoro in apprendistato.

È in ogni caso esente da limiti quantitativi la somministrazione a tempo indeterminato di lavoratori in mobilità di cui all’articolo 8, comma 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223, di soggetti disoccupati che godono da almeno 6 mesi di trattamenti di disoccupazione non agricola o di ammortizzatori sociali e di lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati.

“Bonus speciale” agli addetti nel turismo

Per tutta la stagione estiva (dal 1° giugno 2023 al 21 settembre 2023), verrà previsto ai lavoratori del comparto del turismo, inclusi gli stabilimenti termali, una somma a titolo di trattamento integrativo speciale, che “non concorre alla formazione del reddito, pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario, effettuato nei giorni festivi”.

La misura, se confermata, riguarderà i lavoratori del settore privato che nel 2022 hanno dichiarato un reddito fino a 40 mila euro.

Proroga smart working

Dopo una lungo tira e molla è arrivata la proroga sullo smart working, ma solo per il settore privato. È stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 il diritto allo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile esclusivamente per lavoratori fragili e per i genitori di figli under 14.

Badanti, zero contributi per chi assume

Un emendamento al dl lavoro approvato in commissione al Senato prevede una decontribuzione totale per 3 anni per chi assume o stabilizza badanti che assistono anziani non autosufficienti.

La modifica riguarda 2023, 2024, 2025 e prevede “un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni”. Il beneficio non spetta però se tra il lavoratore e il datore di lavoro sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi.

Nessuna novità nel decreto lavoro per i fringe benefit

Nessuna buona nuova per i fringe benefit. La soglia esentasse resta fissata a 3mila euro solo per i lavoratori dipendenti con figli. Nel corso dei lavori sul decreto in commissione Affari sociali del Senato era emersa l’ipotesi di modificare la norma, mentre l’orientamento sarebbe ora di intervenire con un provvedimento ad hoc a partire dalla proposta di portare la soglia a 1.000 euro per tutti più un bonus di 660 euro per figlio.

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