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Ddl Corruzione: codice (e sanzioni) per impiegati statali e dirigenti

L’esame del Ddl riprenderà alla Camera la prossima settimana – In evidenza un codice etico per i dipendenti pubblici. Obiettivo, assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo della cura dell’interesse pubblico”.

Ddl Corruzione: codice (e sanzioni) per impiegati statali e dirigenti

Corruzione: l’esame del disegno di legge alla Camera proseguirà la prossima settimana, ma intanto sono stati fissati alcuni paletti. In evidenza la formalizzazione di un codice etico per i dipendenti pubblici. Obiettivo, assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo della cura dell’interesse pubblico”. Ecco i punti essenziali:

Doveri e sanzioni per i dirigenti. Il codice, previsto da un emendamento del governo, contiene una specifica sezione dedicata ai doveri dei dirigenti. Sono previste sanzioni per chi viola i doveri. La violazione, infatti, “è fonte di responsabilità disciplinare, responsabilità civile, amministrativa e contabile”. E si puntualizza che violazioni gravi o reiterate del codice comportano l’applicazione delle sanzioni di cui all’articolo 55-quater, comma 1, ovvero il licenziamento per i dipendenti più indisciplinati. Regole stringenti e nuovi paletti, poi, per chi ha subito una condanna, anche con sentenza non passata in giudicato. La norma del governo stabilisce infatti che “non possono fare parte anche con compiti di segreteria, di commissioni per l’accesso o la selezione a posti di pubblici impieghi; non possono essere assegnati, anche con funzioni direttivi, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati”. Non possono far parte, infine, “delle commissioni per la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere”.

Compensi e procedure. Niente regali agli statali. La Camera ha approvato la proposta delle commissioni che prevede il divieto per tutti i dipendenti pubblici di chiedere o accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità, in connessione con l’espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d’uso, purché di modico valore e nei limiti delle normali relazioni di cortesia. Quanto alle procedure, un emendamento (che ha visto il governo soccombere) incide sulle disposizioni che riguardano l’ organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche Obiettivo e’ incentivare la pubblicità degli incarichi e la trasparenza della gestione dei compensi. L’emendamento introduce la responsabilità erariale per il dipendente che non segue le procedure corrette.

Appalti. Le stazioni appaltanti sono tenute a pubblicare nei propri siti istituzionali la struttura proponente, l’oggetto del bando, l’elenco degli operatori invitati a presentare l’offerta, l’aggiudicatario e l’importo di aggiudicazione, i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura, l’importo delle somme liquidate. Entro il 31 gennaio di ogni anno tali informazioni, che riguardano l’anno precedente, sono pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in modo da consentire di analizzarne e rielaborarne, anche a fini statistici, i dati informatici.

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