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Dazi, Usa-Cina verso l’accordo ma Trump all’assalto della Fed

L’accordo Usa-Cina sui dazi è a un passo, ma Trump ora incalza la Fed perchè la vuole più morbida – Domani a Piazza Affari il debutto di Nexi e oggi cedole per sei quotate

Dazi, Usa-Cina verso l’accordo ma Trump all’assalto della Fed

Si apre al rialzo la settimana corta dei mercati finanziari, in vista dell’approssimarsi della Pasqua e delle feste di primavera in Giappone.

Guida la corsa l’indice Csi 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (+2,2%). Il Nikkei di Tokyo (+1,5%) è ai massimi da dicembre. Avanzano anche l’Hang Seng di Hong Kong +0,5% e il Kospi di Seoul +0,6%.

Il petrolio Brent è scambiato a 71,4 dollari il barile, in calo dello 0,4%. I dati diffusi a fine settimana da Baker Hughes, segnalano un importante incremento dell’attività esplorativa negli Stati Uniti: il numero delle trivelle in azione, è cresciuto per la seconda settimana consecutiva.

Terzo ribasso consecutivo dell’oro, in calo dello 0,2% (a 1.289 dollari) rispetto a venerdì scorso.

SI TRATTA SULLE GARANZIE, OGGI I CONTI DI GOLDMAN

A favorire la corsa del Toro contribuiscono i buoni risultati delle trimestrali Usa di venerdì, l’attesa a questo punto positiva per i conti di Goldman Sachs e di Citicorp in uscita nel pomeriggio e gli sviluppi delle trattative tra Washington e Pechino. Il Segretario al Tesoro Steve Mnuchin ha affermato che la trattativa va avanti al telefono ed in video conferenza, probabilmente non ci sarà più bisogno di nuovi viaggi a Pechino anche se le trattative, ormai assai avanzate, sono così complesse che non si arriverà ad una firma prima di giugno. Reuters ha scritto che gli Stati Uniti hanno deciso di rinunciare, o perlomeno ad ammorbidire, la richiesta alla Cina di azzeramento dei sussidi pubblici all’industria, tema strategico per Pechino.

NOTE DI OTTIMISMO DAL FMI, DRAGHI SOSITIENE POWELL

Si sono chiusi su una cauta nota di ottimismo gli incontri di primavera del Fondo Monetario. Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, ha detto che la situazione resta “delicata” ma potrebbe migliorare “se si faranno le cose giuste”, ovvero si eviterà la guerra dei dazi, finora solo rinviata. Positivo anche Mario Draghi: è svanito il rischio hard Brexit, ha sostenuto a Washington, e l’economia europea sta dimostrando una buona tenuta.

Ma il presidente della Bce ha espresso preoccupazione per l’indipendenza futura della Banca centrale americana, nel cui board Donald Trump sta per inserire i suoi fedelissimi Herman Cain e Stephen Moore. Il rischio, ha detto Draghi, è che “la gente inizi a pensare che le decisioni monetarie vengano prese per posizioni politiche e non analizzando le oggettive condizioni economiche.

LA CASA BIANCA ALL’ASSALTO DELLA FED

A confermare le preoccupazioni del presidente della Bce ci ha pensato lo stesso Trump con l’ennesimo affondo contro la Federal Reserve. Il presidente degli Stati Uniti ha scritto su Twitter che se la banca centrale degli Stati Uniti non avesse alzato i tassi nel corso dell’anno scorso, il Pil sarebbe cresciuto di più e la Borsa sarebbe molto più su. Intanto, a confermare i suoi metodi da monarca assoluto per le scelte più delicate, il presidente ha confermato di aver seriamente valutato la nomina della figlia Ivanka alla guida della Banca Mondiale. “Ci ho pensato – ha detto – perché lei è molto brava con i numeri”. In settimana, in attesa del confronto al Congresso sulle candidature proposte da Trump, parleranno il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans e di Saint Louis, James Bullard. Mercoledì uscirà anche il Beige Book.

RIFLETTORI SUL PIL CINESE: PREVISTO +6,3%

Il dato macro più atteso della settimana riguarda il prodotto interno della Cina, che uscirà mercoledì 18. Si prevede un nuovo rallentamento a +1,4% nel trimestre (contro +1,5% precedente) e +6,3% su base annua (contro 6,4%). Gli esperti seguiranno con grande attenzione il Motor Show di Shanghai, occasione per misurare la salute del più importante mercato dell’auto del mondo, reduce dal primo anno di calo delle vendite.

In Europa l’attenzione sarà concentrata sugli indici Pmi manifatturieri della zona euro che saranno pubblicati giovedì che, assieme alla fiducia tedesca (indice Zew) potrebbero confermare la ripresa della congiuntura del Vecchio Continente.

AL VIA L’ESAME DEL DEF, BANKITALIA AGGIORNA IL DEBITO

In Italia al via stamane in Parlamento l’esame del Def approvato la scorsa settimana. Via quindi al consueto round di audizioni: Confindustria e sindacati apriranno oggi le danze lunedì, seguiti da Istat, Banca d’Italia, Upb e altri il giorno successivo mentre mercoledì sarà la volta del ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Oggi la Banca d’Italia fornirà le nuove stime sul debito pubblico in attesa della pubblicazione (giovedì) giovedì del Bollettino Economico.

LA CORPORATE USA DÀ I NUMERI: NETFLIX CONTRO WALT DISNEY

Sul fronte societario spicca la prima ondata delle trimestrali Usa dopo l’esordio positivo di JP Morgan. Usciranno in settimana i conti di una cinquantina di blue chips Usa tra cui Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of America, Citigroup, Johnson & Johnson, Netflix, alle prese con l’offensiva di Walt Disney e Ibm.

IN TRIBUNALE APPLE E TESLA

Ma la trama della settimana finanziaria Usa, oltre che a Wall Street, si svilupperà anche nei tribunali. Inizia oggi il processo del secolo sui chips: Appl e Qualcomm si sfidano a San Diego con accuse reciproche di plagio: in palio richieste per 30 miliardi di dollari. E’ prevista la deposizione dei due contendenti: Steve Mollenkopf per Qualcomm, nientemo che lo stesso Tim Cook per la Mela.

Giovedì sarà la volta di Elon Musk, chiamato dalla Sec a rispondere davanti al Tribunale di New York della violazione dell’accordo con cui il numero uno di Tesla si era impegnato ad astenersi da messaggi price sensitive su Twitter. Il giudice ha concesso alle parti di sistemare il contezioso con una lettera congiunta entro giovedì.

VIVENDI, SOCI CONTRO IL BUY BACK PRO BOLLORÉ

Aria di battaglia stamane a Parigi per l’assemblea di Vivendi chiamata a votare, su richiesta di Vincent Bolloré, un robusto buyback, pari al 25% del capitale. Nel caso l’operazione abbia successo, Bolloré, che controlla il 25,81%, potrà garantirsi una maggior presa sulla società, visto il minor numero di azioni. “E’ la sua solita strategia: aumentare il controllo senza pagare il prezzo dovuto ai soci” è il commento di Proxinvest, la socetà specializzata che ha chiamato a raccolta gli azionisti.

NEXI, L’IPO PIÙ RICCA DEL MONDO PASSA PER PIAZZA AFFARI

Settimana ricca di assemblee per le società quotate in Piazza Affari. Si comincia stamane con Caltagirone e Falck Renewables. Spicca l’appuntamento dei soci Atlantia (giovedì).

Il calendario prevede oggi lo stacco della cedola di sei società, tra cui Fincantieri (0,01 euro il dividendo). Le altre sono: Carraro, Autostrade Meridionali, Inwit, Wiit, Culti Milano.

Domani debutterà nel listino Nexi, al momento la maggior Ipo del 2019 non solo in Europa ma anche a livello mondiale. In sede di collocamento la società che offre servizi ed infrastrutture per i pagamenti digitali ha ricevuto richieste per 5,4 miliardi di euro da più di 340 investitori da tutto il mondo. Il prezzo è stato fissato a 9 euro per un valore totale di 7,3 miliardi e il flottante in Borsa sarà il 35,6% pari a 2 miliardi.  st Ta

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