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Dazi, Brexit, Fed e Bce fanno ben sperare le Borse

La guerra dei dazi non è ancora chiusa, ma i mercati scommettono sull’accordo tra Usa e Cina e il recupero della sterlina lascia intravedere un possibile progresso nelle trattative UK-Ue per evitare la hard Brexit – La Fed non alza i tassi e la Bce studia l’immissione di nuova liquidità – Prosegue la corsa all’oro – Crisi dell’industria in Italia

Dazi, Brexit, Fed e Bce fanno ben sperare le Borse

La guerra dei dazi non è ancora chiusa, ma i mercati già guardano avanti, convinti che il processo di pace tra Cina e Usa sia ormai avviato. Prevale l’ottimismo, anche se non mancano le nubi, almeno sui cieli d’Europa. Ma il recupero della sterlina (+1,09% a 1,3063 sul dollaro) conferma che gli operatori sperano che la missione odierna di Theresa May a Bruxelles possa portare a qualche progresso per scongiurare la hard Brexit.

SI RAFFORZA LO YUAN, COME VUOLE TRUMP

Meteo Borsa riflette stamane l’atteggiamento positivo, pur con qualche riserva. Tokyo si avvia a chiudere in rialzo: l’indice Nikkei (+0,75%) sale ai massimi da due mesi, nonostante i dati deludenti della bilancia commerciale di gennaio. Le esportazioni sono scese dell’8,4%, dal -3,8% di dicembre 2018. Soffrono gli scambi con la Cina, il primo partner commerciale, in calo del 17%. Lo yen si indebolisce su dollaro per il terzo giorno consecutivo, a 110,8.

Sale invece lo yuan cinese a 6,72 sul dollaro. È un buon segnale, esultano gli osservatori perché tra le richieste Usa a Pechino c’è anche quella di stabilizzare la valuta.

Le aspettative di una pace sui commerci tra Pechino e Washington, insieme alla convinzione di una nuova serie di aiuti da parte delle banche centrali, prevalgono così sui dati che confermano la frenata dell’economia. La Borsa di Hong Kong guadagna lo 0,7%. Taipei +0,7%, Seul +0,3%, Mumbai +0,5%. Sulla parità l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen.

WALL STREET PREMIA WAL-MART E AMAZON

Positiva con qualche riserva anche Wall Street: Dow Jones +0,03%, S&P 500 +0,15%, Nasdaq +0,19%.
Brilla Wal-Mart (+2,2%) dopo gli ottimi dati di bilancio. Bene anche Amazon (+1,2%) che sta trattando l’acquisto di Kaola, una grande piattaforma di e-commerce cinese.

WILLIAM (FED): TASSI FERMI, MA TAGLIEREMO IL BILANCIO

“Prima di alzare i tassi dovremmo avere indicazioni robuste sul fronte della crescita e dell’inflazione”. In attesa dei verbali dell’ultima riunione della Banca centrale Usa, attesi per oggi, ci ha pensato John Williams, presidente della Fed di New York, ad aggiornare i mercati sulle prossime mosse dell’istituto: niente rialzi all’orizzonte ma, a temperare l’entusiasmo, Williams ha ribadito che continuerà il drenaggio della liquidità riversata sui mercati durante la crisi. “Diciamo – ha spiegato in un’intervista – che potremmo scendere a mille miliardi di dollari, più o meno 600 miliardi in meno di oggi”.

CONTINUA LA MARCIA DELL’ORO

Da segnalare la marcia dell’oro, arrivato al quinto giorno consecutivo di rialzo, a 1.342 dollari, sui massimi da maggio 2018. Il metallo giallo continua a sfruttare al meglio la prospettiva di uno scenario sempre più favorevole, creato da una combinazione di bassi tassi di interesse, dollaro in assestamento e tensioni geopolitiche (Venezuela).

Il petrolio Brent è poco mosso a 66,3 dollari il barile, da inizio settimana le oscillazioni di prezzo sono state modeste.

SBANDA L’INDUSTRIA ITALIANA, CRESCE LA VOGLIA DI TLTRO

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti è stato un facile profeta: la manovra bis si avvicina. Ma non era facile prevedere che la frana dell’economia italiana fosse così profonda come è emersa ieri dai dati Istat. Gli ultimi dati macroeconomici in Germania e in Italia, confermano il deterioramento in corso del quadro congiunturale europeo e aprono la strada a un prossimo intervento massiccio della Bce a sostegno della crescita (Tltro). Euro poco mosso stamattina a 1,134 su dollaro.

EFFETTO BREXIT: HONDA LASCIA L’INGHILTERRA

La Borsa di Milano interrompe la lunga striscia positiva: Piazza Affari chiude in calo dello 0,5%, a 20.228 punti. Quasi piatta Francoforte (-0,07%). L’indice Zew sulle aspettative delle imprese è andato meglio del previsto a -13,4 punti (contro -15 a gennaio). In ribasso anche Parigi (-0,15%) e Madrid (-0,22%).

Londra -0,57%. Il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker incontrerà oggi alle 18.30 a Bruxelles la premier britannica Theresa May.

Intanto il gruppo automobilistico Honda ha deciso di chiudere il suo impianto produttivo di Swindon, ottanta chilometri da Londra. A comunicare le intenzioni dell’azienda, probabilmente preoccupata da Brexit, è stato Justin Tomlinson, il parlamentare eletto nella zona dove sorge la fabbrica automotive.

ITALIA, GLI ORDINI ALL’INDUSTIA SOTTO DEL 5,3%

Pessimi i dati in arrivo dall’economia reale del Bel Paese. Nel dicembre scorso l’indice destagionalizzato degli ordini all’industria è sceso dell’1,8% su mese rispetto al -0,4% rivisto di novembre. L’indice destagionalizzato del fatturato è sceso del 3,5% in termini congiunturali dopo un ribasso dello 0,1% il mese prima.

A livello annuo, gli ordinativi (dati grezzi) sono scesi del 5,3% a fronte di -2,2% rivisto del mese precedente, registrando la variazione negativa maggiore dal luglio 2016. Per l’intero 2018 il dato grezzo degli ordinativi cresce del 2% sul 2017. Il fatturato corretto per il calendario è sceso del 7,3% – dato peggiore dal novembre 2009 – da +0,5% di novembre. Per l’intero 2018 il dato grezzo del fatturato segna un progresso del 3,2% sul 2017.

LO SPREAD SALE POI FRENA, IN OFFERTA 3,5 MILIARDI DI CTZ E BTPEI

Questi numeri hanno pesato sul mercato obbligazionario italiano provocando un aumento dei rendimenti e dello spread, parzialmente rientrato nel pomeriggio. Salito sino a 276 punti base, il differenziale tra i rendimenti dei benchmark decennali italiano si è fermato nel finale a quota 265.

Il rendimento decennale sale di 8 punti base a 2,81%, spread 273. Era partito bene dopo il NO del sondaggio pentastellato al processo a Salvini per il caso Diciotti.

In occasione dell’asta di venerdì 22 febbraio, il Tesoro offrirà tra 2,5 e 3,5 miliardi di euro nel Ctz novembre 2020 e nei Btpei maggio 2023 e settembre 2032.

TORNA SUI MERCATI LA CARTA DI CIPRO

Gli emittenti sovrani continuano intanto a pigiare sull’acceleratore per proporre quanta più carta possibile a un mercato che, in questa fase, pare godere di un appetito pantagruelico.

Cipro ha collocato ieri un nuovo bond benchmark a 15 anni, da 1 miliardo di euro, con un tasso a 175 centesimi oltre la curva midswap.

La Francia ha collocato il nuovo Oat 25 maggio 2050 per 7 miliardi, incamerando ordini per 31 miliardi.

FRENANO LE BANCHE, GIÙ ANCHE IL GESTITO

Giornata contrastata anche per il mercato azionario. Hanno sofferto in particolare i bancari nonostante la conferma da parte del sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, sul rinnovo della Gacs (garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie) dopo la scadenza di inizio marzo.

L’indice di settore, in rialzo del 9% da inizio anno, cede lo 0,98% a causa delle vendite che si accaniscono su Ubi Banca (-3,59%) e a seguire su Unicredit (-1,41%). Deboli Banco Bpm (-0,58%) e Intesa San Paolo (-0,46%). Invariata Bper.

Male anche il risparmio gestito: in particolare soffrono FinecoBank (-2,22%) e Banca Generali (-2,72%).

IN CADUTA AMPLIFON, GIÙ PIRELLI E CNH

Nel comparto industriale deboli Pirelli (-2,06%) e Cnh Industrial (-1,36%). Ferrari lascia sul terreno lo 0,13%. Invariata Fca.

Pesante il bilancio di giornata per Amplifon (-3,77%): il titolo ha un saldo positivo dell’11% da inizio anno e questa discesa, secondo un trader, configura una nuova occasione d’acquisto.

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