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Dan Flavin, alla Cardi Gallery di Milano la sua arte minimalista

Fino al prossimo 28 giugno, una mostra sull’artista americano presenterà 14 opere luminose – realizzate tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Novanta – che aiutano a ridefinire la percezione dello spazio pittorico e scultoreo

Dan Flavin, alla Cardi Gallery di Milano la sua arte minimalista

L’arte minimalista dell’americano Dan Flavin è in mostra dal 19 febbraio e fino al prossimo 28 giugno alla Galleria Cardi di Milano. La mostra è organizzata in collaborazione con l’Estate di Dan Flavin ed è accompagnata da un catalogo illustrato che include un saggio dello stimato critico d’arte italiano Germano Celant.

L’artista americano Dan Flavin, morto nel 1996, è riconosciuto a livello internazionale per le sue installazioni e opere scultoree realizzate esclusivamente con lampade fluorescenti disponibili in commercio. La mostra alla Cardi Gallery di Milano presenterà quattordici opere luminose dalla fine degli anni ’60 agli anni ’90 che mostrano l’evoluzione di oltre quattro decenni delle ricerche dell’artista sulle nozioni di colore, luce e spazio scultoreo.

È nell’estate del 1961 che inizia la sua prolifica attività di artista. Infatti, mentre lavorava come guardia presso l’American Museum of Natural History di New York, Flavin iniziò a realizzare schizzi per sculture che incorporavano luci elettriche. Più tardi durante quello stesso anno, tradusse i suoi schizzi in assemblaggi, che chiamò “icone” e che accostavano le luci a costruzioni di Masonite dipinte di un colore solo. Nel 1963, rimosse completamente il supporto rettangolare e iniziò a lavorare con le sue lampade fluorescenti. Nel 1968, Flavin espanse le sue sculture ad ambienti grandi come una camera e riempì un’intera galleria di luce ultravioletta a Documenta 4, Kassel, correva l’anno 1968.

Flavin negava sempre con enfasi che le sue installazioni scultoree di luce avessero alcun tipo di dimensione trascendente, simbolica o sublime, spiegando che “È quello che è e non è nient’altro”. Sosteneva che le sue opere fossero semplicemente luce fluorescente che rispondeva a uno specifico ambiente architettonico. Usando la luce come mezzo, Flavin è stato in grado di ridefinire il modo in cui lo spazio pittorico e scultoreo viene percepito.

Le principali retrospettive del lavoro di Daniel Flavin sono state organizzate dalla National Gallery of Canada di Ottawa nel 1969, St. Louis Art Museum nel 1973, Kunsthalle Basel nel 1975 e Museum of Contemporary Art di Los Angeles nel 1989. L’artista ha anche eseguito molte commissioni per lavori pubblici, tra cui l’illuminazione di numerosi binari alla Grand Central Station di New York nel 1976.

Nel 1996, su invito del prete italiano Giulio Greco, Dan Flavin ha creato un progetto site-specific come elemento centrale per il restauro e il rinnovamento della chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa di Milano, progettata da Giovanni Muzio negli anni ’30. In Italia, Dan Flavin ha realizzato una serie di opere site specific per Villa Panza a Varese.

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