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Dal carcere pane e gastronomia di qualità: Cookery Rebibbia aperta al pubblico

All’esterno del carcere romano di Rebibbia apre un bar tavola calda con prodotti da forno e di gastronomia. Vi lavorano sette detenuti di cui due semiliberi. L’invenduto redistribuito a famiglie bisognose e persone in difficoltà.

Dal carcere  pane e gastronomia di qualità: Cookery Rebibbia aperta al pubblico

«Gaetano: Chell ch’è stato è stato… basta, ricomincio da tre…” recitava Massimo Troisi in un suo celebre film. Lo correggeva Lello Arena:”…Da zero!”. “Nossignore – gli rispondeva più convinto Troisi – “ricomincio da… cioè… tre cose me so’ riuscite dint’a vita, pecché aggia perdere pure chest? Aggia ricomincia’ da zero? Da tre!»

E “Ricomincio da tre” è il logo scelto per una bellissima iniziativa, l’apertura di COOKERY REBIBBIA, bar tavola calda sorto all’esterno delle mura del carcere romano per permettere ai detenuti della Casa Circondariale la vendita al pubblico dei prodotti di panificazione e gastronomia realizzati all’interno del laboratorio carcerario.

Un interessante progetto d’inclusione sociale #Ricomincio da 3#) per consentire ai detenuti di rimettersi in gioco puntando sui propri punti di forza: abilità personali, impegno, creatività e, soprattutto, disponibilità al cambiamento.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione penitenziaria e il Gruppo CR S.p.A. che il primo dicembre dello scorso anno, in pieno lockdown, ha permesso la riattivazione dell’opificio e la selezione di 7 detenuti di cui 2 semiliberi per essere avviati all’attività di Fornaio.

Presentando l’iniziativa  Annamaria Trapazzo dirigente penitenziaria e Edoardo Ribeca amministratore delegato del Gruppo CR, con l’attore Pino Insegno in veste di presentatore d’eccezione, hanno tenuto a sottolineare che Cookery Rebibbia è una vera e propria boutique del gusto caratterizzata da eleganti spazi aperti al pubblico dal lunedì al sabato, dalle  otto del mattino alle venti di sera, dove chiunque si può recare non solo per acquistare il pane o prendere un caffè, ma anche per trovare tutte quelle ricercatezze gastronomiche che ben si addicono a rendere la sosta piacevole e invitante.

Il progetto che ha visto ora la luce era stato avviato nel 2013 ma si era poi arenato a causa di problematiche relative alla vecchia gestione. Nella sua fase iniziale aveva preso corpo grazie al sostegno del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al contributo di Cassa Ammende e di imprenditori nazionali come Farchioni Olii S.p.A., a tutt’oggi fornitore unico delle farine 100% italiane adoperate e da sempre strenuo sostenitore del riscatto sociale dei detenuti.

     Dopo un periodo di chiusura dell’attività avvenuta nel maggio del 2019, il progetto oggi rinasce con rinnovato slancio non solo nelle attività produttive ma, soprattutto, con la realizzazione in concreto del suo scopo originario, ossia quello di ampliare attraverso il lavoro quella che viene definita in termini tecnici l’offerta trattamentale dei detenuti attraverso la sottoscrizione di un “atto di adesione” con il quale esprimono la libera ma consapevole partecipazione alla riabilitazione sociale.

Il progetto iniziale torna dunque alla luce con rinnovato entusiasmo. E’ bastato interpretare ed applicare, nel senso conforme al dettato costituzionale di cui all’art. 27, la volontà del legislatore, espressa già dal 1976 e rinnovata nel 2000, laddove prevede che “le lavorazioni penitenziarie, sia all’esterno che all’interno dell’Istituto, possono essere organizzate e gestite da imprese pubbliche e private in locali concessi in comodato d’uso dalle direzioni e che i rapporti fra la direzione e le imprese sono definiti con Convenzioni”.

Dopo l’avvio di una lunga procedura selettiva, è stata così individuata Cookery S.r.l., del Gruppo CR S.p.A.,  operante da più di 30 anni nel settore della grande distribuzione al dettaglio nella Regione Lazio e al centro di progetti di sviluppo focalizzati su inclusione, ecosostenibilità, e responsabilità sociale, con il quale è stato stipulato un accordo che prevede, tra l’altro, di devolvere alle attività trattamentali, alla fine dell’anno, 1% al lordo dell’iva dei prodotti venduti nel negozio.

Per la cronaca il pane prodotto all’interno della Casa Circondariale Terza di Rebibbia viene distribuito quotidianamente negli undici punti vendita del Gruppo CR S.p.A., ed è apprezzato dai consumatori.

In un’ottica di sostenibilità e inclusione sociale a 360°, grazie a una partnership tra il Gruppo CR e la Croce Rossa Italiana il ritiro dell’invenduto viene redistribuito a famiglie bisognose e persone in difficoltà.

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