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Da Nike a Moncler e Bmw: a caccia di regali nel Metaverso

Sono sempre di più le società che stanno investendo miliardi per entrare nel Metaverso, un mondo dove ormai si trova di tutto: dall’arte alla moda fino alle metafabbriche

Da Nike a Moncler e Bmw: a caccia di regali nel Metaverso

Cercate un regalo di Natale davvero trendy per un figlio/a adolescente? Con un po’ di fortuna potrete procurarvi un paio di scarpe da basket della linea RTFKT (si pronuncia Artefact). Ma non sarà facile, per un un paio di problemi. Il costo, innanzitutto, perché i modelli sono andati a ruba al prezzo di 2.000 dollari cadauno, ma oggi rischiano di valere molto di più. Secondo, per acquistarli dovrete entrare nel metaverso, perché queste scarpe sono destinate ad essere indossate in una palestra virtuale da un avatar. Salvo poi ricomparire nel mondo fisico con tanto di certificato. Troppo complicato? “Statene certi.  Tra non più di tre anni vostra figlia si vergognerà a farsi accompagnare a scuola da voi se non indosserete un paio di sneaker dotate di un nft”, cioè un gettone collegato ad una blockchain in grado di garantire l’autenticità del marchio della griffe. È l’opinione espressa sul New York Times da Jason Banon, fondatore di Boson Protocol, un’immobiliare virtuale che si occupa della vendita di lotti di terreno a Vegas City, il quartiere delle scommesse di Decentraland, una delle località più frequentate dagli avatar in cui pullulano le boutiques delle griffes. 

Sembra un racconto di fantascienza, ma non lo è. La RTFKT è una società vera e Nike, il colosso delle scarpe sportive, ha pagato a peso d’oro la start up nata nel marzo del 2020 per creare oggetti per vestire ed arredare il mondo virtuale che ancora non c’è. Oltre alle scarpe da basket disegnate da un artista di strada, i tre geniali promotori della griffe hanno realizzato e messo in vendita 20 mila costumi destinati ad altrettanti “avatar”, i sosia virtuali destinati a popolare gli alloggi del metaverso costruiti e messi in vendita dalle immobiliari dell’altro mondo, dove naturalmente si paga in Bitcoin. Anche per ascoltare dal vivo i concerti sempre più numerosi delle pop star che hanno scelto di esibirsi nei teatri virtuali. Senza spostarsi da casa.

Benvenuti nel metaverso, il mondo virtuale che, varcata la soglia di Internet, ci proietta in un’altra dimensione mettendo in discussione il concetto di spazio e di tempo. Un’avventura che, dimostra Nike, promette di diventare la prossima frontiera per la finanza alla ricerca di nuovi profitti stellari. Puoi entrarci attraverso Fortnite (già 350 milioni di utenti nel mondo) o la piattaforma Roblox, dove l’Avatar (il sosia in 3D) di Alessandro Michele, il creativo principe di Gucci, fa il commesso nella boutique virtuale della casa più apprezzata di Kering. Oppure puoi sperimentare la realtà aumentata con gli occhiali di Google o infilarti in testa Oculus, il casco di Facebook, pardon Meta, che ti consentirà avventure impensabili: intervistare faccia a faccia, come è successo ad un giornalista del Financial Times, un personaggio che sta a qualche migliaio di chilometri. Ma anche farti servire un cocktail in fondo al mare da un cameriere virtuale in forma di polipo. O farti assumere come croupier presso la piattaforma Epic Games. Stavolta per guadagnare soldi veri. E vuoi mettere la soddisfazione di ballare in discoteca ai Caraibi senza muoverti da casa con l’avatar di una diva che in quel momento sta ad Hollywood? 

Certo, è lecito guardare con scetticismo a questo futuro da fantascienza di cui probabilmente non sentite alcun bisogno. Il frutto dei sogni dei super miliardari che, di questi tempi, trafficano per farti volare lontano dalla Terra per popolare nuovi mondi (il sogno di Elon Musk e di Jeff Bezos) oppure, come Zuckerberg, per entrare in un’altra realtà virtuale. Ma non dimenticate che, agli inizi degli anni Novanta, ben pochi avrebbero anche solo immaginato come la nostra vita sarebbe cambiata con l’avvento di Internet. In quegli stessi anni un autore di fantascienza, tale Neal Stephenson, anticipò l’esistenza del metaverso in un romanzo “Snow Crash”, che piacque molto a Mark Zuckerberg, idolo oggi un po’ ammaccato dal pullulare della fake news sui social network. Oggi mister Facebook promette di investire 10 miliardi l’anno (e arruolare 10 mila talenti europei) per accelerare la corsa. Ma Zuckerberg non è solo. La crescita degli investimenti nelle infrastrutture 5G (142 miliardi di dollari, il 33% in più) combinata con l’esigenza di ridurre al minimo i contatti fisici hanno accelerato un fenomeno già in piena accelerazione: secondo il centro di ricerche IDC le spese nel settore in cinque anni saliranno di sei volte, dai 12 miliardi di dollari del 2020 ai 72 del 2024. Il mondo dei consumi si è infatti rapidamente già impadronito dell’ultima big thing. Non passa giorno senza che un protagonista della moda non si tuffi nella realtà virtuale, da Renzo Rosso a Givenchy, mentre Moncler già fornisce i giubbotti alle boutiques di Fortnite che da piattaforma di gioco si è trasformata in un centro d’affari con un fatturato superiore al miliardo di dollari. Ma le possibili applicazioni del metaverso sono in pratica infinite: BMW, per esempio, ha allestito una metafabbrica che servirà a evitare errori nella costruzione di nuove linee. E così via.  “E’ impossibile sottovalutare l’effetto che il metaverso può avere sul nostro futuro” si legge in un report di Jefferies, un broker in genere alieno all’enfasi. Insomma, il mondo rischia di non essere più quello di una volta. Natale compreso.

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