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Da Gucci a Google: la cassa dello Stato cresce grazie ai big

Sono diversi i Big del Web, ma non solo che hanno deciso di patteggiare col fisco italiano. Da 318 milioni di Apple a 100 di Amazon fino al gruppo Kering

Da Gucci a Google: la cassa dello Stato cresce grazie ai big

Il fisco italiano dà la caccia ai grandi elusori, ai Big che attraverso un uso accorto delle leggi, riescono a pagare meno imposte del dovuto. O comunque meno imposte di quante ci si potrebbe aspettare visti gli enormi profitti dichiarati. E’ una battaglia difficile, quella del fisco, ma comincia a dare qualche risultato: sono parecchi gli accordi raggiunti dall’Agenzia delle Entrate con nomi noti dell’economia del web e non solo del Web che hanno deciso di patteggiare con il fisco. L’ultimo, in ordine di tempo è il gigante del lusso francese Kering che, per la controllata Gucci, ha concordato il pagamento di 1,2 miliardi tra sanzioni e interessi. Ma Kering ha illustri predecessori, da Apple che patteggiò 218 milioni alla fine del 2015 a Google, Facebook e altri. Si è partiti con cifre modeste, si potrebbe dire, ma gli incassi per lo Stato sono aumentati nel corso degli anni, in un crescendo che fa ben sperare.

Ecco una cronistoria dei successi ottenuti dallo Stato italiano nei confronti dei principali big:

  • Google: Nel 2017 l’Agenzia delle Entrate e Google hanno firmato un accordo per gli anni di imposta compresi tra il 2009 e il 2013. Inoltre, Google ha accettato di pagare più di 306 milioni di euro, inclusi gli importi riferibili al biennio 2014 – 2015 e un vecchia controversia risalente al periodo 2002 – 2006. Gli importi sono attribuibili a Google Italy e Google Ireland.
  • Amazon: A fine 2017, Amazon ha siglato un concordato con l’Agenzia per gli anni di imposta compresi tra il 2011 e il 2015. Amazon ha accettato di pagare 100 milioni di euro. Gli importi sono riferibili ad Amazon Eu S.ar.l e ad Amazon Italia Services srl.
  • Apple: A fine 2015, Apple ha pagato al fisco italiano 318 milioni, somma interamente contestata dopo una complessa indagine dal nucleo antifrode e dall’Ufficio Grandi contribuenti. Apple, si è infatti accordata con l’amministrazione italiana, accettando tutte le richieste avanzate dal fisco. La notizia ha avuto un forte impatto mediatico e il successo del fisco italiano è stato evidenziato sulle pagine di grandi giornali come: Financial Times, Telegraph e Guardian, El Pais, Le Monde, Times e New York Times.
  • Facebook: Facebook si è accordato nel novembre 2018 con le Entrate per mandare in porto la lite relativa alle indagini fiscali condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, relative al periodo tra il 2010 e il 2016. L’intesa tra Agenzia delle Entrate e Facebook si è basata su una riconfigurazione delle contestazioni iniziali, senza nessuna riduzione degli importi che darà luogo ad un pagamento di più di 100 milioni di euro riferibili a Facebook Italy S.r.l..
  • Mediolanum: A fine 2018 il Gruppo Mediolanum ha siglato con l’Agenzia delle Entrate l’accertamento con adesione relativo a polemiche riguardanti i rapporti con Mediolanum International Funds Limited. Il percorso si è basato su una riconfigurazione delle iniziali contestazioni di localizzazione all’estero della residenza fiscale della società che, al contrario, ha di fatto la sua attività in Italia. Tutto ciò ha rideterminato i prezzi di trasferimento per gli anni dal 2010 al 2013 e ha dato luogo a un pagamento complessivo di 79 milioni da parte del gruppo.
  • Kering (Gucci): L’accordo con Kering è l’ultimo stretto dall’Agenzia delle Entrate relativo alle accuse nei confronti di Luxury Goods International S.A. (LGI) . Parte delle contestazioni del fisco riguardano la sussistenza di una stabile organizzazione in Italia nel periodo tra il 2011 e il 2017. Altri rilievi riguardano i prezzi di trasferimento praticati da LGI con Guccio Gucci S.p.A. L’accordo prevede il pagamento di maggiori imposte per 897 milioni di Euro, oltre a sanzioni e interessi per un totale di oltre 1,2 miliardi di euro.

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