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Da Faissola (Febaf), monito al Governo: dare priorità alla crescita

Faissola, alla guida della federazione di banche e assicurazioni, è intervenuto davanti alla commissione Finanze della Camera – “Vogliamo misure funzionali alla crescita” – Altra pista: l’eliminazione, almeno graduale, dell’Irap.

Da Faissola (Febaf), monito al Governo: dare priorità alla crescita

“Riteniamo vada data assoluta priorità e celerità di attuazione alle misure di riforma funzionali alla crescita”. E’ la sottolineatura del presidente della Federazione delle banche, assicurazioni e finanza (Febaf), Corrado Faissola, sentito dalla commissione Finanze della Camera in una audizione informale sulla delega al governo per la riforma fiscale e assistenziale.
E secondo il rappresentanze della federazione, che riunisce Abi, Ania e Assogestioni, la strada per dare vigore alla crescita passa attraverso la “rapida attuazione ai provvedimenti volti a stimolare la capitalizzazione delle imprese e quindi la solidità patrimoniale, la propensione all?innovazione e all’acquisizione di una dimensione tale da porre le premesse indispensabili per poter competere nel contesto internazionale. La sollecita introduzione di meccanismi funzionali alla crescita economica quale quello prefigurato dal disegno di legge va quindi fortemente auspicata”.

Altro elemento, e’ “l’eliminazione, graduale, dell’ Irap, prioritariamente attraverso l’esclusione dalla base imponibile del costo del lavoro. All’indubbio effetto di stimolo per la crescita si affiancherebbe l?eliminazione, o quantomeno il contenimento, di un’imposta particolarmente incongrua, in particolar modo per le imprese che operano nel comparto bancario, assicurativo e finanziario. Tali imprese infatti da una parte si vedono applicata una aliquota più alta di quella riferita alla generalità delle imprese (in questo senso l?intervento operato in tale direzione dal DL 98 del luglio scorso si muove addirittura in controtendenza rispetto agli obiettivi della delega), d’altra parte esse scontano addirittura, come nel caso delle banche, una base imponibile inclusiva di elementi negativi come le perdite su crediti”.

Complessivamente, la Febaf condivide l’impianto della delega, ma Faissola ha voluto evidenziare un aspetto su cui la federazione nutre perplessità: l’imposta sui servizi. “Si nutrono dubbi sugli obiettivi di accorpamento in un’unica obbligazione fiscale (nonché in un’unica modalità di prelievo) di tributi così eterogenei quali quelli presi in considerazione”. Infine una sollecitazione: “Il tempo non è una variabile indipendente, e la ripresa di un sentiero di crescita – possibile, grazie anche alle previsioni contenute nel provvedimento – è funzione della capacità di portare a compimento rapidamente la riforme discusse quest?oggi”.

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