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Da Brera alla Galleria Borghese, conti dei musei più trasparenti

Presentato oggi a Roma il nuovo standard per la rendicontazione economica integrata (Rei) applicato a 26 dei principali musei italiani

Da Brera alla Galleria Borghese, conti dei musei più trasparenti

Nel 2017 la Galleria Borghese incasserà 3,5 milioni di euro alla biglietteria, mentre alla Pinacoteca di Brera spetta il primato per la raccolta dei fondi: 200mila euro di ricavi per servizi ancillari (quali ad esempio i book store) e 420mila euro per contributi da privati. Sono questi due dei dati principali emersi nel corso della presentazione oggi a Roma del Rei (rendiconto economico integrato) dei primi 26 musei aderenti all’iniziativa. Si tratta di un progetto realizzato dal ministero dei beni e delle attività culturali con l’associazione Civicum e con la collaborazione del Boston Consulting Group

La rosa dei musei analizzati, oltre ai due gioielli di Roma e Milano, comprende le Gallerie Estensi di Modena e altri 23 siti che fanno parte dei due poli museali di Umbria e di Puglia. Il campione è ancora ristretto, dal momento che in tutto potrebbero aderire fino a 450 musei e poli italiani.

Il progetto, coordinato da Paolo D’Angeli, direttore generale del Bilancio, e da Lorenzo Casini, consigliere giuridico del ministro Franceschini, mostra le differenze di attrattività e di fruibilità fra i musei in termini di visitatori, contributi da privati, costi e principali parametri economici.

Lo standard Rei è stato ideato gratuitamente da Civicum per essere adottato nella rendicontazione degli uffici periferici dipendenti dai diversi ministeri. Il MiBACT lo promuove presso tutti i musei italiani, al fine di rendere comparabili in modo obiettivo e ponderato le diverse realtà con lo scopo di facilitare il trasferimento delle migliori pratiche da un ente all’altro, a beneficio dei dirigenti pubblici e dei cittadini.

Lo standard Rei è di facile lettura e presenta in una sola pagina le voci del rendiconto in forma scalare con evidenza dell’avanzo/disavanzo contribuendo alla misurazione dell’efficacia e dell’efficienza della gestione.

In futuro questo modello potrà essere esteso agli oltre 75 mila Uffici Periferici dello Stato, ovvero quei luoghi fisici dove dipendenti pubblici erogano un servizio ai cittadini, quali ad esempio le scuole d’infanzia, primarie, secondarie e superiori, le università, gli istituti statali, i tribunali, i monumenti e le aree archeologiche, i centri di commando della polizia, dei carabinieri, le sedi dei vigili del fuoco e la protezione civile.

“La riforma del sistema museale italiano ha dotato per la prima volta i musei statali di un proprio bilancio – ha commentato il ministro Dario Franceschini – specchio della pianificazione e dei risultati della gestione finanziaria e contabile delle risorse economiche disponibili che permette un confronto a livello internazionale. Il Rendiconto Economico Integrato va ancora oltre perché punta a rendere confrontabili realtà diverse tra loro con lo scopo di migliorare e favorire lo scambio delle informazioni e delle migliori pratiche e di garantire trasparenza e efficienza ad amministratori pubblici e cittadini”.

Secondo Stefano Cianchi, presidente di Civicum, “questi primi 26 musei che hanno adottato il Rei desiderano comunicare ai cittadini quanto bene vengono spesi i loro soldi in Cultura e quanto la Cultura venga promossa e valorizzata. Si tratta di una importante svolta nella cooperazione fra il Pubblico, nello specifico il MiBACT e il Privato nella produzione di standard, quali il Rei, e strumenti utili alla partecipazione concreta dei Cittadini all’Amministrazione Pubblica”.

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