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Cultura e Impresa: la seconda vita dei prodotti

Un caso molto visibile di economia circolare è quello dei prodotti lusso-moda “second-life”. La seconda vita di questi prodotti sta generando un vero e proprio mercato e molte aziende lo stanno osservando con attenzione

Cultura e Impresa: la seconda vita dei prodotti

Il comparto lusso-moda sta vivendo un momento di trasformazione molto importante. Il covid e il lockdown hanno, da un lato accelerato alcuni aspetti quali la digitalizzazione, l’omnicanalità e, dall’altro ridotto le potenzialità della globalizzazione e dell’export. Molto probabilmente siamo solo all’inizio di un cambio epocale anche se i consumi riprenderanno per le fasce di popolazione più agiate che continueranno a spendere, però si percepisce un trend trasversale “buy less” ben rappresentato dall’ultimo spot pubblicitario della Levi’s

Parte di questa trasformazione consiste nel riutilizzo dei prodotti secondo una logica di economia circolare. Gli eventi che l’hanno generata sono sicuramente l’aumento della sensibilità ambientale, la presenza di nuove generazioni di consumatori, il cambio dei consumi, la personalizzazione dello stile abbigliativo, gli armadi abbondanti di prodotti inutilizzati e, infine la presenza di nuovi modelli di business.

La seconda vita di un prodotto di moda diventa quindi un potenziale segmento merceologico vero e proprio e trasversale a quelli già presenti. 

In realtà il fenomeno non è nuovo: per gli amanti del real-vintage a Lugo di Romagna c’è un negozio Angelo che è considerato la mecca del vintage. Inoltre per certi prodotti come gli accessori di lusso (Hermès, Kelly bag) oppure gli orologi di valore (Rolex, Explorer II prima edizione) è sempre esistito un canale di rivendita dei prodotti di seconda mano ben condizionati.

Oggi con l’avvento di start-up come VintedVestiaire Collective oppure TheRealReal il mercato del second-life sta prendendo forma rappresentando sia una precisa domanda sia un’ampia offerta.

In aggiunta da tempo molte aziende che servono target giovani sono diventate molto attive su temi di riciclo e riutilizzo: prima di tutti Patagonia, Nike, Uniqlo, Levi, ecc.

Assimilabile a questo nuovo segmento, forse di dimensioni più ridotte, c’è anche il comparto dei siti che affittano prodotti di abbigliamento (Rent the RunwayDrexcode): in questo contesto interessante l’operazione di H&M per il primo colloqui di lavoro.

Quindi il dato è tratto!  Sia svariati giganti del mercato sia nuove imprese si stanno attivamente impegnando per allungare la vita di prodotti che prima venivano semplicemente ammassati negli armadi. Il segnale molto positivo è l’aumento di nuove imprese che nascono e si sviluppano, in quanto significa che nuova linfa sta entrando nel sistema competitivo. Di contro, indica anche che è stato compiuto un passaggio culturale e radicale che, per un’azienda significa aver modificato i processi principali di progettazione e di pianificazione.

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.”  Andy Warhol 

All the Best!

Immagine di copertina, opera “The light Canvas” di Mario Merz

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