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Cucina: la rivoluzione dei piani aspiranti, tra tech e design

Addio cappe, irrompono sul mercato piani di cottura con sistema di aspirazione dell’aria e dei vapori e nuove funzionalità connesse, ad incominciare dalla bilancia integrata – Il caso di Elica, azienda italiana tra i leader di questo business.

Niente più fumi, niente più vapori e due terzi del rumore in meno rispetto alla più silenziosa delle cappe. La rivoluzione in cucina è servita, per tutti: con i piani cottura aspiranti cambiano le cucine dei grandi ristoranti, dove gli chef potranno evitare di mischiare gli odori dei vari ambienti e riconoscere i sapori delle materie prime nelle fasi di preparazione e di tasting; e quelle di tutti noi, ancora oggi costretti al rumore talvolta assordante di una cappa, o a spalancare le finestre, o a sgrassare il piano ad ogni utilizzo. La tecnologia ha fatto passi da gigante e tra i protagonisti di questa nuova filosofia c’è Elica: la società marchigiana fondata mezzo secolo fa e ormai stabilmente tra i principali produttori internazionali di canne da cucina ha presentato alla stampa a Milano la nuova collezione di piani aspiranti “NikolaTesla“.

Quello di Elica è un marchio riconosciuto in tutto il mondo grazie all’apprezzatissimo design made in Italy e a una tecnologia che guarda sempre più al futuro: “Non stiamo entrando in un mercato, lo stiamo creando”, assicura il presidente di Elica Francesco Casoli svelando i nuovi piani aspiranti, ai quali sono collegati sia fornelli a induzione elettrica sia – ed è questa la novità assoluta a livello mondiale – fornelli a gas, col massimo comfort e la massima sicurezza possibili. Oltre al design, peraltro vincitore del Compasso d’Oro nel 2018, l’arma vincente di Elica, che dal mercato dell’aria allarga così la propria sfida a quello della cottura, è la multifunzionalità: una delle novità presentate a Milano è ad esempio la possibilità di pesare i prodotti direttamente sul piano dove ci sono fornelli e sistema di aspirazione, ottimizzando dunque lo spazio grazie a una bilancia incorporata.

Niente più ingombranti cappe, dunque, ma piani cottura degni delle futuristiche ma già attuali smart home: “Nel futuro di Elica – spiega Fabrizio Crisà, Global Design Director del gruppo di Fabriano – vedo prodotti sempre più vicini alle esigenze delle persone, immagino un design sempre più collettore di funzionalità avanzate e tecnologie integrate, che semplifichi la vita dei consumatori e che possiamo ritrovare in ogni abitazione”. Questo significa Internet of Things, oggetti connessi e programmabili sia tramite app che tramite smart speaker, e sensori attraverso i quali guidare la persona nella sua esperienza culinaria, segnalando pericoli o suggerendo tempi e modalità di cottura attraverso un database con ricettario. Insomma anche attraverso la cucina passa la rivoluzione tecnologica e non è un caso che il nome scelto per la nuova gamma di piani aspiranti sia quello di Nikola Tesla, inventore della corrente alternata: “La scelta è stata solo un omaggio – ammette il presidente Casoli -, non ha un legame con le automobili o con l’intenzione di entrare nell’automotive, ma di certo siamo pronti a raccogliere tutte le sfide possibili”.

Una delle quali è sicuramente quella dell’internazionalizzazione: Elica, società quotata in Borsa nel segmento STAR, ha oltre 3.800 dipendenti e una produzione annua di circa 21 milioni di pezzi (articolata in sette siti produttivi tra Italia, Polonia, Messico, India e Cina), e realizza il 20% del proprio fatturato in Italia e l’80% all’estero, soprattutto in Europa tra Francia, Germania, Spagna e Russia. “Siamo presenti anche in India – ricorda Piero Pracchi, Chief Marketing Officer del gruppo -, un mercato che nel 2025 sarà più grande di quello cinese”. Le prossime frontiere, dazi permettendo, sono proprio il gigante asiatico e gli Stati Uniti, mercati molto grandi dove il design e il know how italiani, soprattutto nel campo della cucina, sono apprezzati e riconosciuti: “I quattro ingredienti del successo secondo noi sono apertura, intuizione, ricerca e design thinking”, chiosa Casoli.

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