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Crowdinvesting: boom in Italia, raccolti 249 milioni in 6 mesi

Il volume complessivo di raccolta nei primi mesi del 2018 è superiore ai risultati di tutto il 2017. In Italia sono stati stimati 27 portali autorizzati all’equity crowdfunding, 6 piattaforme destinate a finanziare persone fisiche e 5 destinate a finanziare imprese. Per il real estate crowdfunding 2,6 milioni di euro di progetti equity e 3 milioni milioni di prestiti

Crowdinvesting: boom in Italia, raccolti 249 milioni in 6 mesi

Nei primi sei mesi del 2018, in Italia si è assistito a un’impennata del crowdinvesting, il sottoinsieme del crowdfunding destinato esclusivamente a progetti imprenditoriali. Al giro di boa di metà anno, la raccolta complessiva è già arrivata a 249 milioni di euro, più del doppio rispetto al dato dell’intero 2017, chiuso a quota 153 milioni. I numeri emergono da un report dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, che ha censito 231 campagne di raccolta organizzate da 214 imprese.

“Il crowdinvesting oggi rappresenta un’opportunità interessante per le imprese italiane che intendono finanziare le proprie attività – sostiene Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio – I dati mostrano un mercato in forte crescita, dovuta a politiche favorevoli, come l’estensione dell’equity crowdfunding a tutte le PMI e l’applicazione della ritenuta sostitutiva del 26% ai proventi per il lending crowdfunding, all’apertura del crowdinvesting a nuove aree di business, come quella del real estate, e in generale alla progressiva maturazione del mercato, che oggi vede i portali più dinamici dotati di una massa critica di investitori in grado di portare a successo in poche ore i progetti più ‘virali’. Soprattutto nel lending, si sta rivelando cruciale il coinvolgimento di investitori istituzionali accanto alla ‘folla’ che dà la spinta per moltiplicare i volumi”.

Nello specifico, secondo i dati al 30 giugno 2018, l’equity crowdfunding, che prevede la sottoscrizione di capitale di rischio e per cui l’imprenditore diventa parte integrante dell’impresa, ha raggiunto complessivamente un valore di 33,3 milioni di euro, con una raccolta di 20,9 milioni di euro solo negli ultimi mesi, triplicando la performance del 2017. In Italia sono 27 i portali autorizzati all’equity crowdfunding, che da gennaio è aperto a tutte le piccole e medie imprese, non più solo a startup e PMI innovative.

Le piattaforme più attive rispetto al numero di campagne proposte sono state Crowdfundme, Mamacrowd e Opstart, mentre quelle che hanno finalizzato e raccolto più capitale sono Mamacrowd (9,3 milioni di euro), Crowdfundme (6,8 milioni di euro) e Starsup (con 3,5 milioni di euro). Il valore medio del target di raccolta per ogni emittente è di 218.368 euro. Fra le imprese emittenti continuano a prevalere le startup innovative, l’84,6% del totale, ma aumenta l’incidenza delle PMI innovative (8,4%). La grande maggioranza opera in Lombardia, seguita da Lazio e Piemonte, nel settore dell’ICT.

Il lending crowdfunding, il prestito con modalità di rimborso e remunerazione del capitale attraverso un tasso di interesse, ha raccolto invece 216,9 milioni di euro complessivi, di cui 132,3 milioni solo nell’ultimo anno, più del doppio del precedente. Al 30 giugno 2018 risultano attive 6 piattaforme per il credito alle persone fisiche e 5 destinate a finanziare imprese, di cui una specializzata nel real estate. Situazione diversa per Terzo Valore, che è una piattaforma che eroga prestiti a progetti no-profit.

La piattaforma che ha generato più prestiti nell’ultimo anno è Younited Credit (consumer), con 77,2 milioni di euro (in totale 112,9 milioni di euro), seguita da BorsadelCredito.it (24,2 milioni di euro, con un totale di 37,7 milioni di euro) e Lendix (17,5 milioni raccolti dalle imprese italiane, totale 19,6 milioni).

“I dati mostrano come la decisione di equiparare la tassazione sui proventi da investimento nelle piattaforme di lending a quella delle rendite finanziarie abbia contribuito a far affluire nuove risorse – commenta Giancarlo Giudici – Per reggere la concorrenza dei ‘colossi’ francesi, però, serve la spinta di investitori istituzionali: le società italiane si stanno attrezzando per un salto di qualità che dovrebbe rendere disponibili capitali significativi. Nel medio termine si prevede un ulteriore significativo aumento dei volumi erogati, con le piattaforme più piccole che tenderanno a specializzarsi in segmenti particolari”.

Nel 2017 in Italia è stato avviato il real estate crowdfunding, cioè la raccolta su Internet di fondi per finanziare progetti di natura immobiliare. Si tratta di un fenomeno ancora agli inizi, con 2,6 milioni di euro di progetti equity e 3 milioni milioni di prestiti, ma dalla grande prospettiva. Nonostante questa accelerazione, in ambito europeo l’Italia rimane ancora indietro rispetto ai volumi di Francia e Germania e soprattutto del Regno Unito, dove solo nel 2016 il crowdinvesting ha raccolto quasi 4 miliardi di sterline. I principali player sono Walliance (equity) e Housers (lending).

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