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Crisi di governo, pericoli su spread Btp e piano Bce: le preoccupazioni dei gestori, parlano tre strategist

La crisi di governo preoccupa gli investitori finanziari. Ecco le valutazioni di Ramenghi (Ubs), Goves (MFS), Diodovich (Ig Italia)

Crisi di governo, pericoli su spread Btp e piano Bce: le preoccupazioni dei gestori, parlano tre strategist

La crisi di governo preoccupa gli investitori finanziari. Gli occhi sono puntati su mercoledì 20 luglio quando Mario Draghi si recherà in Parlamento e nonostante le spinte a restare che arrivano dal Pd e da Matteo Renzi e con più timidezza da Forza Italia e Lega, la situazione si complica con il passare delle ore anziché migliorare. Berlusconi e Salvini hanno detto chiaro e tondo che sono pronti a sostenere un Draghi Bis solo se i M5S restano fuori dalla maggioranza. Il Pd sostiene esattamente il contrario e tenta di ricucire. I M5S sono sempre più divisi.

E la finanza? I mercati, venerdì, hanno fatto capire che caldeggiano un ripensamento di Draghi e comunque ci sperano. Le Borse hanno chiuso tutte positive ed il segnale è stato chiaro. La settimana si apre dunque guardando all’appuntamento di mercoledì e, subito dopo, alla riunione della Bce che deve decidere su tassi e scudo anti-spread. Ecco il punto di vista di tre strategist che dà un’idea delle preoccupazioni dei gestori e di come potrebbero muoversi le piazze europee nei prossimi giorni.

Dimissioni Draghi: la visione di Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM in Italia

“Sebbene l’Italia non sia estranea al teatro politico, l’incertezza causata dalla crisi di Governo potrebbe impattare più del solito sui mercati, in quanto precede di qualche giorno un’importante decisione della Bce sui piani d’intervento nei mercati obbligazionari. Inoltre, i mercati sono preoccupati per il Recovery Fund, che sarà un fattore determinante per l’economia nei prossimi anni, soprattutto sulla scia dell’aumento dei prezzi delle materie prime”.

Dimissioni Draghi: l’opinione di Peter Goves, European Interest Rate Strategist di MFS Investment Management

“Le dimissioni di Draghi sono state una sorpresa per il mercato e determinano nuove incertezze politiche per gli spread dei BTP. Il prossimo appuntamento per i mercati sarà il 20 luglio, quando Draghi si rivolgerà al Parlamento e potrebbe essere la chiave del futuro di un eventuale governo. È plausibile che Draghi possa rimanere premier o che si insedi un nuovo governo tecnico. In ogni caso, questa situazione complica le cose per la Bce. Nel complesso, quindi, restiamo vigili su tali spread nel breve termine”.

Dimissioni Draghi: gli scenari secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia

“L’incertezza politica italiana ha portato forti tensioni soprattutto giovedì sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario con lo spread salito fino a 228 punti base massimo delle ultime quattro settimane. Le dimissioni del primo ministro Draghi avevano infatti spaventato gli investitori su un lungo periodo di instabilità politica in un momento particolarmente delicato per le economie del Vecchio Continente. Il congelamento delle dimissioni da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il rinvio a mercoledì in Parlamento per cercare di trovare una soluzione in extremis per mantenere l’ex governatore della Bce alla guida dell’esecutivo di Palazzo Chigi hanno disinnescato le vendite sulle piazze finanziarie.

Crediamo che i mercati stiano scontando una nuova soluzione di Governo con a capo sempre Draghi, visto che le alternative (governo traghettatore e nuove elezioni) sembrano essere troppo punitive per l’economia italiana in un momento così delicato sia dal punto di visto geopolitico (guerra in Ucraina) sia da quello economico (crisi energetica, requisiti per fondi PNRR, legge di bilancio, scudo anti-spread e rischi di recessione) e sia da quello sanitario (nuova campagna vaccinale per la quarta dose).

Riteniamo che una soluzione con Draghi a capo dell’esecutivo possa diminuire le tensioni finanziarie e riportare lo spread a 200 pb. Draghi a Palazzo Chigi sarebbe una soluzione molto favorita dalle istituzioni europee e garantirebbe un processo più accelerato per il programma della Bce per evitare la frammentazione finanziaria all’interno dell’eurozona (il cosiddetto scudo anti-spread). Altre soluzioni potrebbero portare forti tensioni nel breve con uno spread btp-bund ben al di sopra dei 250 punti base che potrebbe spingersi anche verso i 300 pb in caso di elezioni anticipate (che si terrebbero probabilmente in ottobre)”.

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