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Criptovalute, Bce: “Sono un Far West da 1300 miliardi, una minaccia peggiore dei subprime nel 2008”

Fabio Panetta, membro dell’esecutivo Bce, sottolinea che occorre puntare sull’innovazione digitale e su regole internazionali per evitare rischi incontrollati nel settore delle criptovalute

Criptovalute, Bce: “Sono un Far West da 1300 miliardi, una minaccia peggiore dei subprime nel 2008”

Le criptovalute sono “un nuovo Far West. Non rappresentano soltanto investimenti speculativi ad alto rischio, ma costituiscono anche una minaccia concreta per la stabilità finanziaria”. Lo ha detto Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo Bce, in un discorso tenuto lunedì sera alla Columbia University di New York.

Le criptovalute valgono più dei mutui subprime nel 2008

Panetta ha aggiunto che il valore complessivo delle criptovalute supera quello, pari a 1.300 miliardi di dollari, che i mutui sub-prime avevano raggiunto quando scatenarono la crisi finanziaria globale. E le dinamiche di questi due segmenti sono sorprendentemente simili. Oltre al rischio che la bolla delle criptovalute possa esplodere senza preavviso, Fabio Panetta ha segnalato un altro problema non di poco conto e cioè la questione ambientale: lo scambio di questi asset, aumentato con la guerra in Ucraina, assorbe lo 0,36% del consumo di energia elettrica a livello mondiale. Ovvero, tanto quanto Paesi come il Belgio o il Cile.

“Serve una regolamentazione internazionale”

Secondo Panetta, per evitare che le criptovalute possano mettere a rischio la stabilità finanziaria come avvenuto con i mutui subprime nella crisi del 2008, “dobbiamo impegnarci nell’ambito di una cooperazione internazionale al fine di ricondurre le cripto-attività all’interno del perimetro regolamentare e di sottoporle a standard in linea con quelli prevalenti nel sistema finanziario”. Standard oggi non applicati alle criptovalute che possono così prestarsi al riciclaggio o al finanziamento di attività illecite o terroristiche.

La chiave è l’innovazione digitale

Perché ciò sia possibile occorre “un appropriato equilibrio tra obiettivi diversi – ha continuato Panetta – quali promuovere l’innovazione, preservare la stabilità finanziaria, assicurare la tutela dei consumatori. Se vogliamo evitare un’incontrollata e frenetica assunzione di rischi nel comparto delle cripto-attività, dobbiamo procedere speditamente. Ma non possiamo limitarci a questo. L’espansione dei mercati delle cripto-attività rivela una crescente domanda di attività digitali e di immediatezza nei pagamenti da parte dei cittadini. Se il settore ufficiale, autorità pubbliche e intermediari, non riuscirà a soddisfare tale domanda, lo faranno altri”.

Le banche centrali, dunque, devono impegnarsi a fondo nell’innovazione digitale, ammodernando le infrastrutture utilizzate per i pagamenti all’ingrosso, introducendo sistemi di pagamento al dettaglio operanti in tempo reale e preparandosi all’emissione di moneta digitale, tutti fronti – ha concluso Panetta – in cui la Bce è all’avanguardia.

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