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Cresce il numero dei mancati pagamenti tra le imprese italiane

I risultati ottenuti dall’indagine di Euler Hermes Italia sui mancati pagamenti per l’anno 2011 evidenzia un fenomeno in aumento, che indebolisce il sistema imprenditoriale italiano.

L’analisi condotta da Euler Hermes Italia, colosso dell’assicurazione dei crediti e leader nel mercato delle cauzioni e recupero crediti commerciali, si propone di studiare come i mancati pagamenti nel 2011, rispetto all’anno precedente, abbiano colpito con maggior vigore le imprese italiane. I punti di forza alla base della capacità rappresentativa di questo studio sono non solo la numerosità dei dati a disposizione, rilevati dal database di Euler Hermes Italia, che conta circa 450 mila imprese italiane, e integrati con dati esterni di fonte istituzionale (Banca d’Italia, ISTAT, Camere di Commercio e Associazioni di Categoria), ma anche l’alto grado di aggiornamento dei dati stessi, risultato di un’attività quotidiana di monitoraggio.

L’indagine evidenzia come questo fenomeno si sia accentuato nel corso dell’ultimo anno, non solo in frequenza, ma anche in intensità. Il numero dei mancati pagamenti tra le imprese delle regioni italiane è aumentato infatti del 42% rispetto al 2010, mentre la consistenza degli importi medi ha subito un incremento del 17%, per quanto concerne il mercato interno. Più confortanti le cifre sull’export: lo studio riscontra, infatti, una certa solidità del mercato dell’export per quanto riguarda la frequenza con cui questo fenomeno si verifica, che resta invariata rispetto al 2010, evidenziando tuttavia una certa crescita nella severità degli importi medi del 7%.

Il report propone un’analisi su come le Regioni e i settori del Made in Italy siano diversamente interessate da episodi di mancati pagamenti. Tra le Regioni maggiormente colpite da questo fenomeno si distinguono Umbria, Emilia Romagna, Calabria e Toscana; Valle d’Aosta, Basilicata e Molise osservano un incremento della severità degli importi medi nei mancati pagamenti, rispetto al 2010, del 100%. Sebbene l’incremento della frequenza di questi episodi interessi tutte le Regioni italiane, l’intensità degli stessi osserva anche alcune positive diminuzioni nelle Regioni di Sardegna, Abruzzo, Liguria e Campania. Sotto la media sono, denotando un leggero aumento della cadenza e dell’intensità di mancati pagamenti, Veneto, Trentino Alto Adige e Marche.

Per quanto concerne invece i settori maggiormente interessati da questo fenomeno, si distingue positivamente l’ambito dell’energia, misurando una riduzione nella frequenza e severità degli episodi di mancati pagamenti, sia a livello domestico, sia sul piano export; soffrono invece in particolar modo i settori della meccanica, legno e arredamento e agroalimentare, tutti con maggiore intensità nel mercato domestico rispetto a quello export. Peculiare l’ambito siderurgico, che osserva un incremento nel verificarsi e nell’intensità degli episodi di mancati pagamenti nel mercato interno, ma evidenzia una diminuzione degli stessi per quanto concerne le esportazioni. Anche il settore del cuoio e pellame rileva tendenze opposte tra mercato domestico ed export: mentre a livello interno denota un leggero incremento nella frequenza di mancati pagamenti, ma una riduzione della consistenza degli importi medi in questione, nell’ambito delle esportazioni viene evidenziato invece un aumento della severità e un calo della cadenza con cui si verificano questi episodi.

“Il fenomeno dei mancati pagamenti in Italia – afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Africa & Middle East di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia – non riguarda solo un settore o una filiera ma è evidente nei principali settori del made in Italy, con l’eccezione del settore dell’Energia che, per sue caratteristiche di essenzialità nei processi industriali, è l’ultimo a essere coinvolto. Nel mercato export, segnali positivi arrivano dall’abbigliamento, il calzaturiero e la siderurgia, che si confermano solidi nei principali mercati di sbocco, come Francia, Germania e USA”. “All’interno di questo scenario – prosegue Pignotti – le imprese affrontano ulteriori difficoltà sul credito; da un lato le restrizioni legate all’accesso al credito bancario e, dall’altro, prudentemente accrescono gli accantonamenti del fondo aziendale di svalutazione crediti per coprire le transazioni commerciali. Fattore competitivo per le imprese diventa quindi l’autofinanziamento – conclude Pignotti –, che, attraverso un corretto utilizzo del capitale circolante, genererà margini di crescita per le imprese più virtuose. Solo un’attenta politica di risk management potrà garantire il consolidamento del circolante e uno sviluppo aziendale sano e di lungo termine sui mercati ”.

La conoscenza del mercato, in un contesto simile a quello attuale, con previsioni per il 2012 e 2013 poco rassicuranti, è di importanza primaria nell’elaborazione di processi aziendali di decision making, specialmente quelli inerenti il credit management. Essenziale, a questo proposito, è la collaborazione tra Direzione Finanziaria e Direzione Generale e Commerciale: un’appropriata gestione del credito, che poggia sulla disponibilità di informazioni puntuali sul mercato e sull’attività commerciale, si traduce infatti in un considerevole vantaggio per l’impresa, influenzandone significativamente la solidità e lo sviluppo.

Per maggiori approfondimenti, segue in allegato il Report redatto da Euler Hermes.


Allegati: 01-documento.pdf

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