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Crack bancari, Governo punta a rimborsi per 500 milioni

L’esecutivo vuole aumentare di 400 milioni il fondo per i rimborsi dei risparmiatori danneggiati dalle crisi delle banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poi rilevate da Intesa Sanpaolo), e dei quattro istituti locali Banca Marche, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti.

Crack bancari, Governo punta a rimborsi per 500 milioni

Settembre sarà un mese caldo per il Governo, atteso alla prova dei conti prima col Def e poi, più avanti, con la prima attesissima legge di Bilancio del nuovo esecutivo legastellato. Tra i vari obiettivi, molti dei quali senza copertura finanziaria come già più volte precisato dal ministro Tria, c’è anche quello di allargare gli indennizzi agli azionisti vittime dei vari crack bancari, moltiplicando per cinque le somme stanziate dal precedente esecutivo, sotto la guida di Paolo Gentiloni. Nei piani del Governo c’è dunque di rinforzare il fondo salva-risparmiatori puntando ai 500 milioni, dai 100 attuali: in questo caso il problema delle coperture è relativo, perchè basterebbero 100 milioni l’anno, una cifra non impensabile.

La manovra 2018 (votata anche dalle opposizioni) aveva messo a disposizione 100 milioni in tutto in quattro anni, per gli indennizzi relativi alle crisi delle banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poi rilevate da Intesa Sanpaolo), e dei quattro istituti locali Banca Marche, Cariferrara, Banca Etruria e Carichieti. Risorse oggettivamente insufficienti, come all’epoca aveva precisato lo stesso premier Gentiloni, parlando di “punto di partenza”, e infatti lo stesso premier Conte, sin dai primissimi giorni del suo mandato, quando ricevette a Palazzo Chigi le associazioni dei risparmiatori danneggiati, ha messo al centro della sua agenda un’attenzione particolare su questa questione. I rimborsi saranno dunque una delle prime operazioni di settembre, ad anticipare una manovra di Bilancio che si annuncia molto complicata: solo per l’ordinaria amministrazione, serviranno 22 miliardi di euro. Per non parlare poi delle varie e disparate promesse elettorali, che se realizzate tutte nel documento del 2019, porterebbero il “jackpot” ad avvicinare i 100 miliardi.

Intanto, a proposito di Banca Etruria, proprio ieri la Corte d’Appello di Firenze ha dato torto alla Consob di Vegas sul crack della banca  toscana, annullando di conseguenza le sanzioni agli ex amministratori della banca per supposte carenze informative del prospetto legato all’aumento di capitale del 2013.

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