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Crac Cirio, per Geronzi condanna definitiva a 4 anni di reclusione

La Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione per il banchiere Cesare Geronzi, tre dei quali coperti però da indulto – Il dissesto della Cirio del 2003 danneggiò 35 mila risparmiatori – Da rifare invece il processo a Sergio Cragnotti.

Per il crac Cirio,  che nel 2003 danneggiò 35 mila risparmiatori, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a quattro anni di reclusione per il banchiere Cesare Geronzi. Tre anni sono coperti da indulto. La sentenza è definitiva. 

Per l’ex banchiere di Capitalia, da sempre vicino ai dc di scuola andreottiana ma tenuto in gran conto anche dal Pci di D’Alema e Bersani per aver aver aiutato il partito di via delle Botteghe Oscure a ristrutturare il suo debito, non ci sono più vie d’appello

Nuovo processo, invece, per l’ex patron della Cirio Sergio Cragnotti: la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna per il crac della società in relazione al capo d’accusa più grave (la vicenda ‘Bombril’) per il quale aveva avuto una pena di sette anni di reclusione, diventati otto anni e otto mesi per gli altri reati contestati. Per Cragnotti “è un risultato straordinario”, ha detto il difensore Massimo Krogh.

La Cassazione, dunque, ha confermato quasi totalmente il verdetto del 10 aprile 2015 dalla Corte d’Appello di Roma per il crac Cirio. Solo Sergio Cragnotti ha ottenuto “l’annullamento con rinvio alla Corte d’Appello di Roma per nuovo esame del capo I lettera ‘E’ relativo alla vicenda ‘Bombril’ per la quale aveva riportato 7 anni di reclusione divenuti poi 8 anni e 8 mesi con gli altri reati”.

Bombril, ha spiegato l’avvocato Massimo Krogh difensore di Cragnotti “è il capo fondamentale dal quale partivano i 7 anni di pena base, per questo è un risultato molto positivo”. Definitiva invece la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex banchiere Cesare Geronzi, per lui 3 anni sono coperti dall’indulto.

Definitive inoltre le condanne per il figlio di Cragnotti, Andrea, che aveva 2 anni e 4 mesi di reclusione coperti da indulto e confermata la prescrizione per bancarotta preferenziale per gli altri due figli di Cragnotti Elisabetta e Massimo che in appello avevano ottenuto l’assoluzione per le altre imputazioni.

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