Condividi

Covid, la Lombardia ha perso 13,5 miliardi di export

Secondo i dati di Assolombarda, nel 2020 in Lombardia sono stati persi 77.000 posti di lavoro, più dei 60.000 della crisi del 2009. Nell’ultimo trimestre però segnali di ripresa.

Covid, la Lombardia ha perso 13,5 miliardi di export

Non è un bel momento per Milano e per la Lombardia. La gestione dell’emergenza sanitaria ha fatto emergere diverse falle da ormai 13 mesi, e il Covid è stato un duro colpo anche per l’economia di una regione che rimane la locomotiva del Paese (qui viene realizzato un quinto del Pil nazionale, circa). Un recente studio presentato da Assolombarda ha fornito dei numeri che sono impietosi: nel 2020, la Lombardia ha perso 13,5 miliardi di euro di fatturato estero e registra oltre 77 mila occupati in meno (soprattutto meno istruiti, dipendenti a termine e giovani). La flessione dell’export in termini percentuali è del 10,6%, un dato molto pesante persino se raffrontato alla media nazionale, che si limita ad un pur negativo -9,7%.

La performance va differenziata settore per settore, ma comunque ne viene fuori che si sono salvati solo farmaceutica e alimentare (+7,6% e +1,3%); in rosso tutti gli altri: elettronica (-4,2%), apparecchi elettrici, (-7,1%), chimica, (-7,4%), gomma-plastica (-9,1%). Ancora peggio meccanica, metalli e automotive, tutti settori chiave per l’economia del territorio che registrano perdite comprese tra il -12% e il -15%. E per non parlare del sistema moda, che nell’ultimo anno solare ha perso quasi il 20% delle vendite estere. 

Il ripiegamento del commercio estero della Lombardia interessa tutte le destinazioni globali, con un impatto più pronunciato verso i mercati europei (-11,0% nel 2020 rispetto al 2019) rispetto a quelli extra Ue (-10,1%): Germania (-10,9%), Francia (-12,8%) e Spagna (-12,7%) spiegano da soli circa un terzo della flessione 2020 delle vendite estere regionali. Inevitabili gli effetti sull’occupazione: secondo Assolombarda alla fine del 2020 gli occupati nella regione che fa capo a Milano sono diminuiti di 77 mila unità, peggiorando persino lo score della crisi del 2009, quando in termini assoluti i posti di lavoro persi furono un po’ meno di 60.000.

Nonostante i paracadute messi in campo da questo Governo e dal precedente, c’è stata dunque la tanto temuta ecatombe. La maggior parte della perdita di occupazione in Lombardia si concentra tra i dipendenti a termine (-66 mila, pari al -15% rispetto al 2019) e gli uomini (-51 mila). Inoltre, risultano particolarmente colpiti i giovani (-46 mila gli under 35) e i meno istruiti (-80 mila gli occupati con licenza media). Tra i macro comparti, il calo maggiore interessa commercio, alberghi e ristorazione (-40 mila occupati), che più patiscono il distanziamento imposto dal Covid-19, mentre nell’industria la flessione è più contenuta (-25 mila).

Qualche segnale positivo tuttavia c’è. Intanto, a mal comune mezzo gaudio, dice il proverbio. La performance della Lombardia, per quanto questo non sia affatto consolatorio, non è peggiore di quella delle altre regioni-locomotiva europee: -10,3% la Catalogna, -10,6% Auvergne Rhône Alpes (Francia), -11,3% la Baviera, -7,3% il Baden-Württemberg, sempre in Germania. E poi c’è la ripresa, che la Lombardia ha già agganciato: il commercio internazionale è tornato ai livelli pre-Covid già a novembre, e infatti le vendite all’estero delle imprese lombarde nell’ultimo trimestre del 2020 risultano solo del -2,3% inferiori a un anno prima, dopo il -7,9% nel terzo trimestre e la caduta verticale del -27,3% nel periodo aprile-giugno.

Commenta