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Corte dei Conti, faro sul Pnrr: ritardi e irregolarità

“Stop allo scudo erariale, riequilibrio finanze pubbliche”. Così il procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, a novembre 2023 spesi solo 28 miliardi, ne rimangono da spendere più di 138

Corte dei Conti, faro sul Pnrr: ritardi e irregolarità

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2024, svoltasi ieri con la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle principali autorità dello Stato, la Corte dei Conti ha sollevato nuovamente l’attenzione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), evidenziando ritardi e irregolarità nella sua implementazione. “L’attuazione del Pnrr è entrata nel vivo e già si registrano diverse segnalazioni di irregolarità“. Questo il richiamo del procuratore generale della Corte dei Conti Pio Silvestri nella sua relazione.

Utilizzo improprio dei fondi

La Corte dei Conti ha segnalato diversi casi di utilizzo improprio dei fondi destinati al Pnrr da parte dei soggetti attuatori, con circa il 70% delle risorse già assegnate. Nonostante una grande quantità di risorse sia stata resa disponibile (circa 142 miliardi), si è osservato solo un progresso modesto nel loro utilizzo. “Si tratta di indebita percezione ovvero non corretto utilizzo dei fondi da parte dei soggetti attuatori, irregolarità nella percezione dei contributi o significativi ritardi” spiega Silvestri.

La Corte dei Conti poi riprendendo i dati più recenti dell’Ufficio parlamentare di bilancio, basati sulle informazioni contenute nella piattaforma ReGIS al 26 novembre 2023 , spiega che l’attuazione del Pnnr è ritardo rispetto alla tabella prevista. Sono stati spesi circa 28,1 miliardi di euro, corrispondenti al 14,7% delle risorse totali del Pnrr mentre rimangono ancora da impiegare 138,2 miliardi di euro per raggiungere tutti gli obiettivi previsti.

“I danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria – si legge nel documento dell’Upb – devono ancora essere esattamente quantificati e non ammontano solo a circa euro 1.800.000,00, ma saranno di importo notevolmente maggiore”.

Criticità sull’erogazione del reddito di cittadinanza

Nel 2023 sono state rilevate ancora criticità nell’erogazione del Reddito di cittadinanza, tra cui la presentazione di documentazione falsa da parte dei richiedenti o l’ammissione irregolare al contributo. Il procuratore generale Silvestri ha sottolineato la necessità di prestare particolare attenzione a fenomeni corruttivi o di cattiva gestione che coinvolgono funzionari dello Stato, indagati per aver deviato le risorse pubbliche attribuendole a soggetti non idonei secondo le normative vigenti.

La Corte dei Conti ha evidenziato criticità anche su altri fronti, come i contributi per l’efficientamento energetico erogati dal Gse. Fenomeni che pur presentando una dimensione finanziaria consistente, hanno spazi limitati di recupero concreto. Inoltre, la Corte ha segnalato il tema della responsabilità medica come parte di una più ampia “crisi sistemica” del settore sanitario, per la quale sono necessarie “decisioni e investimenti urgenti e non più rinviabili”.

Per quanto riguarda i sussidi finanziari alle imprese, si sono verificate situazioni di indebita percezione o irregolare impiego, con numerose sentenze che hanno riguardato i contributi per l’efficientamento energetico erogati dal Gse.

Non necessaria proroga scudo fiscale

Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, ha dichiarato che “non è necessaria ulteriore proroga dello scudo erariale“. Secondo lui il sistema di garanzie attualmente in vigore sembra rendere superflua una proroga dello scudo erariale, grazie alla perimetrazione normativa dell’elemento psicologico.

“Il delineato sistema delle garanzie, unitamente alla perimetrazione normativa dell’elemento psicologico, sembrerebbe rendere non necessaria la ulteriore proroga del cosiddetto ‘scudo erariale’ (finalizzato a escludere le condotte attive dall’ambito di applicazione della colpa grave), introdotto in via eccezionale nel periodo pandemico per porre un rimedio alla ‘paura della firma’” ha spiegato Carlino.

A Montecitorio però è in corso la discussione sulla possibile estensione della validità dello scudo che scade il 30 giugno, fino a fine dicembre.

La maggioranza ha presentato quattro emendamenti al decreto Milleproroghe per prorogare il regime speciale dello scudo erariale fino alla fine di giugno 2026, allineandolo alla scadenza del Pnrr. Nonostante possa essere approvata una versione più soft della modifica, la Corte ritiene che l’idea della proroga sia un errore in quanto non solo non necessaria, ma potrebbe disincentivare gli amministratori virtuosi.

Preoccupa poi ulteriormente la Corte anche una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia alla Camera che potrebbe sterilizzare i poteri ex post della Corte. Secondo questa proposta, se un atto supera il controllo preventivo di legittimità, gli amministratori responsabili non potranno essere sottoposti a giudizio per responsabilità erariale. Anche se non menzionata direttamente, il procuratore generale Pio Silvestri ha espresso preoccupazione riguardo a interventi legislativi che “potrebbero rendere sistematica questa previsione dello scudo erariale”. Ma anche in questo caso le idee del governo sembrano andare nella decisione opposta.

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