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Corriere della Sera: la sede storica di via Solferino torna di proprietà Rcs

Dopo anni di battaglie legali la sede storica del Corrierone torna ufficialmente in mano di Cairo che vuole organizzare una grande festa aperta alla città. Il tema delisting

Corriere della Sera: la sede storica di via Solferino torna di proprietà Rcs

A volte non è questione di quattro muri: a volte si tratta di storia, di cultura, di iconicità, di arte e anche di affezione. La sede storica del Corriere della Sera, in via Solferino a Milano, è tornata nei giorni scorsi ufficialmente di proprietà della casa editrice.
Si è conclusa così una vicenda che ha rattristato non solo la platea dei giornalisti milanesi, ma molti altri che vedevano nel “Corrierone” una pietra miliare della storia intellettuale italiana e vivevano con frustrazione il suo passaggio nelle mani di un fondo Usa.
Invece nei giorni scorsi, si è avuto l’ultimo atto nel processo di riacquisto dell’immobile da Blackstone, annunciato a metà luglio, dopo diversi mesi di battaglie legali che avevano coinvolto il fondo americano e RCS MediaGroup. L’operazione si è chiusa con il saldo di 49,9 milioni di euro, dopo i 10 versati a inizio agosto.
Il palazzo, firmato dall’architetto, professore e senatore del Regno Luca Beltrami, dal 1904 ospita la redazione del quotidiano, ed era in parte sotto la tutela dei Beni Culturali.
L’edificio, a metà tra lo stile ecclettico e Liberty, ha subito nel corso degli anni diversi ampliamenti e trasformazioni. Alla fine degli anni sessanta è stata costruita la nuova ala per le rotative alla cui sommità Alberto Risselli, socio e genero di Gio Ponti, aveva inserito il trasparente ufficio del direttore. Poi agli inizi del 2000 c’è stato l’intervento a larga scala di Vittorio Gregotti.

RCS ricompra la sede storica del Corriere della Sera: in vista una giornata dedicata per festeggiare via Solferino

L’editore Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di Rcs Media Group, si è detto “molto orgoglioso che il Corriere sia tornato proprietario di un edificio che 118 anni fa ha iniziato a fare da cornice alla sua storia” e, come aveva annunciato nelle scorse settimane, sta pensando a come festeggiare Via Solferino. “Vorrei prossimamente, in una giornata dedicata, aprire l’immobile alla città, ai milanesi e a chiunque voglia conoscere la storia del Corriere attraverso l’antica linotype all’ingresso, lo “scalone” che porta alla direzione, le foto dei direttori e dei tanti nomi della cultura italiana che hanno fatto grande il giornale e infine la sala Albertini dove ogni giorno si tengono le riunioni di redazione”.

Anni di colpi legali tra Blackstone e Rcs arrivano alla fine

Rcs e il fondo Blackstone a luglio si erano accordati perché il primo ricomprasse l’immobile per 59,9 milioni di euro. Il gruppo editoriale inoltre ha accettato di pagare altri dieci milioni per le spese sostenute da Blackstone. Il complesso immobiliare era stato acquistato da Blackstone per 120 milioni di euro nel 2013 di cui 30 relativi alla sede storica del Corriere che oggi Rcs sta riacquistando a un valore doppio, ma in linea con i prezzi di mercato, dicono alcune analisi. La disputa tra Rcs e Blackstone è iniziata nel 2018 arrivando fino alla Camera Arbitrale di Milano e al Tribunale di New York: il fondo era stato accusato di aver approfittato dello stato di crisi in cui versava Rcs nel 2013 per comprarsi il palazzo di via Solferino a un prezzo inferiore di quello di mercato. Blackstone aveva fatto causa a Urbano Cairo, che controlla Rcs dal luglio 2016, accusandolo di aver ostacolato la vendita dell’immobile causando anche una perdita di valore. Cairo a sua volta sosteneva che l’accordo di vendita di nove anni fa non fosse valido e aveva chiesto che venisse annullato tramite una procedura di arbitrato. Ora sul fronte legale le cause negli Stati Uniti verranno tutte rimesse, mentre Cairo ha già deciso di non appellare l’ultima sentenza del tribunale dello scorso 8 giugno che gli ha dato torto. Blackstone ha investito in Italia oltre 15 miliardi di euro tra immobili, il 22% di Autostrade per l’Italia e altre partecipazioni.

Fusione e tra Rcs Mediagroup spa e Rcs Edizioni locali: giornalisti preoccupati

Cairo in settembre aveva annunciato la una fusione tra Rcs Mediagroup spa e Rcs Edizioni locali (che edita i dorsi di Veneto, Trentino-Alto Adige, Mezzogiorno, Bologna e Firenze) a cui avevano fatto seguito giornate di sciopero da parte dei giornalisti.
“Le edizioni locali erano una società separata; erano state consolidate in un’unica società Rcs Edizioni Locali. Adesso fonderemo questa società all’interno di Rcs Mediagroup. Faremo tutto molto velocemente, entro fine anno sicuramente” ha detto.
Parlando del futuro in Borsa dell’editrice del Corriere e di Cairo Communication, l’editore ha specificato di ritenere impossibile il delisting per Rcs. “Abbiamo azionisti storici come Mediobanca, Pirelli, Unipol e Della Valle, che credo siano ben felici di rimanere in Rcs, rappresentano il 23-24%, quindi già quello impedirebbe”, ha precisato.
Situazione diversa per il gruppo Cairo Communication, di cui Cairo possiede il 52%, pur non essendosi mai posto il problema. “Non lo so, non ci ho pensato per il momento. Certo i valori sono molto bassi rispetto, secondo me, al valore dell’azienda ma il mercato è quello che comanda, tutto è possibile”.

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