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Coronavirus, maxi-dividendo di Fca-Peugeot a rischio

La crisi sanitaria e il conseguente crollo delle azioni in Borsa potrebbero costringere a rivedere le basi finanziarie e le cedole della fusione tra i due gruppi automobilistici. Intanto Mitsubishi entra in Renault

Coronavirus, maxi-dividendo di Fca-Peugeot a rischio

Il coronavirus agita il mercato dell’automobile, già messo in crisi negli ultimi anni dal calo delle vendite e chiamato alla sfida dell’elettrico. Le difficoltà in arrivo, secondo gli esperti, faciliteranno le agglomerazioni: lo testimonia l’ultima operazione, svelata proprio oggi dalla stampa francese, che vedrebbe la giapponese Mitsubishi Corp. entrare nel capitale di Renault, al 10%. Mitsubishi Corp. è il secondo azionista di Mitsubishi Motors, che fa già parte del gruppo con Renault e Nissan. La mossa finanziaria vedrebbe dunque uno sbilanciamento ad Oriente della casa francese.

E’ invece confermatissima, nonostante il grande imprevisto della crisi sanitaria, la maxi fusione tra l’altra grande casa francese, Psa Peugeot, e l’italoamericana Fca: il matrimonio, annunciato a fine ottobre 2019, darà vita entro inizio 2021 al quarto gruppo automobilistico mondiale, con sede ad Amsterdam. Tuttavia qualche ripercussione ci sarà. Il quotidiano transalpino Les Echos fa notare che i recenti crolli in Borsa delle società coinvolte nel deal (Fca ha perso nell’ultimo mese il 40%, Exor il 30%, Peugeot è scesa da 17 a 12 euro per azione) metterebbero quanto meno in discussione i super dividendi extra annunciati agli azionisti di Psa (1,1 miliardi) e soprattutto di Fca (5,5 miliardi).

L’agenzia AFP sostiene addirittura che possano essere a rischio le basi finanziarie del matrimonio, e cioè di uno scambio di azioni alla pari. “I due gruppi hanno bisogno della fusione per affrontare la sfida dell’elettrico e gli investimenti che comporta, ma bisogna ammettere che l’attuale situazione economica potrebbe costringere a rivedere i parametri di partenza”. Secondo la ricostruzione di Les Echos, la bilancia si era inizialmente spostava a favore di Fca, visto che in un primo momento il mercato nordamericano sembrava meno toccato dalla crisi innescata dal Covid-19. Oggi però sugli equilibri dell’operazione pesa anche l’incertezza sull’affaire da 7,3 miliardi di euro per la cessione di Partner RE da Exor a Covea.

Intanto ieri Exor ha comunicato i propri conti del 2019: l’utile consolidato è più che raddoppiato a oltre 3 miliardi di euro, mentre il valore complessivo degli asset è lievitato a 26,1 miliardi di euro. Il board della holding della famiglia Agnelli ha deciso quindi di proporre all’assemblea un dividendo di 0,43 euro per azione, per un ammontare complessivo di 100 milioni di euro, in linea con quello pagato l’anno scorso. Exor ha così commentato l’andamento della pandemia di coronavirus: “Avrà un impatto negativo sulla situazione economica a livello regionale e globale, avrà conseguenze sulle attività commerciali. In questo momento la massima gravità dell’epidemia è incerta e pertanto Exor non può stimare ragionevolmente l’impatto che avrà su attività e risultati”.

1 thoughts on “Coronavirus, maxi-dividendo di Fca-Peugeot a rischio

  1. Salve.

    Leggo che il maxi dividendo per la Peugeot é a rischio. Immagino per i dirigenti. In genere non mi compiaccio per le disavventure degli altri, ma in questo caso non me ne importa niente, come non mi importerebbe niente, a parte i dipendenti che verrebbero magari licenziati, se la, Peugeot fallisse. Con la Peugeot ho avuto l’anno scorso un contenzioso che mi ha lasciato l’amaro in bocca. La mia Peugeot 206 Plus del 2010 mi aveva lasciato per strada (per fortuna non sotto una delle gallerie che abitualmente percorro) a causa della rottura della catena di distribuzione che il libretto di manutenzione prescriveva di cambiare o a un chilometraggio sotto il quale mi trovavo ampiamente, vuoi dopo dieci anni, per la qualcosa anche mi trovavo sotto. Chiaramente il libretto mi aveva indotto in errore. Diversamente avrei fatto cambiare la catena molto prima che questa si rompesse. Le motivazioni addotte dalla casa sono state scandalose, pur di non pagarmi quelle 1700 euro spese da me per la riparazione. Neppure la lettera di un valente avvocato, che mi avrebbe poi proposto di andare in causa, ma io non avevo soldi per farlo, otteneva risultati sperati. Almeno mi avessero rassicurato di avvertire tutti i possessori del tipo della mia Peugeot che il libretto di manutenzione non era affidabile in questa prescrizione! Sarebbe stato peró un ammetrere le proprie responsabilità! Responsabilità da me accertate telefonando a varie concessionarie le cui officine mi hanno confermato, praticamente tutte, che non avrei dovuto seguire il libretto di manutenzione per la sostituzione di detta catena. Un meccanico aggiungeva… A meno che lei voglia restare a piedi! Ritengo dunque la Peugeot gravemente irresponsabile in tutta questa storia, e la prima rivendicazione del sottoscritto, che ha comperato varie auto Peugeot (due 106, una 309 vital 1100 e mio figlio quella con le porte scorrevoli di cui mi sfugge il modello, forse 1002) sarà quella di non comprerare più auto con marchio Peugeot, anche se queste fossero bellissime e avessero prestazioni super e fossero economicissime (cosa improbabile). Se é questa la filosofia di una casa automobilistica, e cioé di vendere ma di non comprendere poi il cliente come nel mio caso, allora é meglio che essa fallisca, piuttosto che attentare alla vita dei cittadini con prescrizioni inattendibili per le quali non si ha neppure il coraggio di ammetterne la disattendibilità.

    Saluti
    Francesco Aguglia

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