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Copyright: l’Europarlamento dice sì alla riforma

La riforma della direttiva sul diritto d’autore nell’Unione europea è stata approvata con 438 voti favorevoli, 226 contrari e 39 astensioni – Tajani: “Il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività, mettendo fine al far-west digitale” – Ecco cosa prevede la nuova direttiva

Copyright: l’Europarlamento dice sì alla riforma

Il Parlamento europeo ha approvato la riforma della direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. La proposta sul Copyright è stata adottata con 438 voti favorevoli, 226 contrari e 39 astensioni.

Il testo era stato respinto in Aula lo scorso 5 giugno, per poi essere inondato di emendamenti.

“La direttiva sul diritto d’autore è una vittoria per tutti i cittadini – ha commentato il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani – Oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale”.

Gli articoli più importanti della riforma della direttiva sono l’11 e il 13. Il primo prevede che i colossi di Internet – da Google a Facebook, da Microsoft ad Apple – versino agli editori e ai giornalisti un giusto compenso per l’utilizzo dei loro contenuti. Il secondo introduce l’obbligo di licenza – e quindi il pagamento dei diritti d’autore – per le aziende che diffondono via web audio e video. Le aziende come Youtube avranno la responsabilità di bloccare il caricamento di contenuti protetti.

Attenzione: la direttiva non impone alcun costo a carico degli utenti, non ne limita in alcun modo l’attività e non ostacola lo sviluppo di siti del web 2.0 come Wikipedia. È importante sottolinearlo, visto che le aziende danneggiate dalla riforma hanno diffuso una serie di fake news per portare dalla propria parte l’opinione pubblica: ad esempio la fantasiosa “link tax” a carico degli utenti, che in realtà non esiste.

Le notizie false si sono accompagnate a uno sforzo di lobbying senza precedenti. “Pressioni da parte dei giganti del web? Sì, è vero – conferma Tajani a Radio24 – il mio ufficio è andato in tilt, bloccato da tempeste di email e di telefonate. Addirittura, alcuni parlamentari socialisti hanno ricevuto minacce di morte”.

Quanto allo schieramento dei partiti italiani, il Pd ha votato a favore della riforma, mentre Movimento 5 Stelle e Lega erano contrari.

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