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Cop26 Glasgow, Johnson dà il via tra molte incertezze

Il premier britannico ha aperto i lavori del summit sul clima a cui partecipano 120 Paesi fino al 12 novembre. Assenti Cina, Russia e Turchia. “Il tempo corre, dobbiamo agire”. Interventi di Draghi e Guterres

Cop26 Glasgow, Johnson dà il via tra molte incertezze

Il premier britannico Boris Johnson ha aperto a Glasgow i lavori della Cop26 a Glasgow. Dopo il risultato a metà del G20 a Roma si torna a parlare di clima con l’aspettativa di riuscire a salire uno scalino in più, ma le premesse non lasciano pensare a facili ottimismi. Il successo del G20 a Roma è stato di aver riportato la Cina su posizioni più accomodanti e di aver ottenuto il riconoscimento da parte di tutti che l’aumento della temperatura di 1,5 gradi è la soglia massima a cui puntare per evitare il disastro ambientale. Ora la Cop26 dovrà cercare di alzare l’asticella sul tema degli impegni da prendere per raggiungere i target prefissati. E non sarà facile.

Aprendo i lavori della conferenza a cui partecipano 120 leader – ad eccezione dei presidenti di Cina, Russia e Turchia – Boris Johnson ha evocato l’immagine di James Bond, “il figlio più famoso di Glasgow” nella fiction, come fonte d’ispirazione per salvare la Terra minacciata, questa volta, dal pericolo dei cambiamenti climatici. Tuttavia “questo non è un film – ha avvertito il premier britannico – la minaccia è reale, l’orologio corre in modo furioso e le emissioni di carbonio continuano ad aumentare”. Da qui l’appello ad agire ora, “prima che sia troppo tardi”.

Johnson ha ammesso che dopo l’Accordo di Parigi del 2015 il mondo ha fatto troppo “bla bla bla” sul fronte della lotta al cambiamento climatico, riprendendo le accuse pronunciate all’assemblea Onu da Greta Thunberg. Ora, ha aggiunto, serve la buona volontà: le tecnologie, le idee, i finanziamenti ci sono. Facciamo sì che questa conferenza sia l’inizio d’una marcia per «disinnescare la bomba, l’inizio della fine del cambiamento climatico. Altrimenti le future generazioni non ci perdoneranno”.

Ancora più allarmato è stato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres per il quale “è un’illusione pensare che la lotta al cambiamento climatico sia stata vinta. In Scozia, Guterres ha ricordato che l’ultimo rapporto sul clima dell’Ipcc (l’organismo dell’Onu incaricato di preparare le analisi scientifiche sul cambiamento climatico) ha elaborato la stima di un pericolosissimo aumento di 2,7 gradi in base alle emissioni di CO2 attuali. Quindi, ha detto Guterres, “basta brutalizzare la biodiversità. Basta ucciderci con il carbonio. Basta trattare la natura come fosse un bagno. Basta bruciare, perforare e scavare più a fondo. Stiamo scavando le nostre stesse tombe».

A Glasgow è arrivato anche il presidente Usa Joe Biden che vuole rilanciare il ruolo degli Stati Uniti come punto di riferimento per la lotta al cambiamento climatico, dopo la parentesi della presidenza Trump che aveva portato all’uscita del Paese dagli accordi di Parigi. Ed è giunto in Scozia anche il premier italiano Mario Draghi, a poche ore dalla chiusura del vertice G20 a Roma. “Ora, qui alla COP26 dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso».

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