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Controllare la salute con un’app: si muovono Generali e Telecom Italia

In campo con “Well up” le fondazioni Telecom Italia e Umberto Veronesi per la prevenzione. Generali dal prossimo anno rende disponibile “Health pact” che monitora cuore, alimentazione e comportamenti dell’assicurato. Possibili sconti.

Controllare la salute con un’app: si muovono Generali e Telecom Italia

La salute in un’app. E’ l’ultima tendenza, nata negli Stati Uniti, che ha scatenato qualche polemica sulla questione della privacy ma che mette sempre più fianco a fianco tecnologia e sanità, al servizio della prevenzione del paziente. Proprio di oggi è l’ultimo prodotto, stavolta tutto italiano: la Fondazione Telecom Italia e la Fondazione Umberto Veronesi hanno presentato a Roma Well Up, la nuova app completamente gratuita per la prevenzione e la promozione della salute, scaricabile su smartphone e tablet di entrambe le piattaforme principali, iOS e Android.

Di ieri invece è la notizia che sulla scia di quanto fanno le compagnie assicurative americane, che controllano la salute dei loro clienti monitorando il loro stile di vita con l’apposita app Health pact, il gruppo italiano Generali sta già portanto l’idea sul mercato europeo. A incominciare dalla Germania, dove il Leone renderà l’applicazione disponibile nel 2015. Il funzionamento è semplice: il cliente stipula una polizza sanitaria con allegato health pact, letteralmente “patto per la salute”, in cui si impegna a fare sport e tenere controllata la salute sottoponendosi regolarmente a visite dal medico di base e da specialisti.

Tramite l’innovativa app, l’assicurazione vigila continuamente sulla sua condizione: dai battiti del cuore al tipo di alimentazione fino agli esiti dei controlli. Chi si sta “comportando bene” viene premiato con sconti e regali. Negli Stati Uniti i risparmi possono arrivare a 1.300 dollari. “Così rafforziamo il rapporto con i clienti e influenziamo positivamente il loro comportamento. I clienti più sani sono i migliori per noi”, ha spiegato l’amministratore delegato di Generali Mario Greco, intervistato dal quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung.

Il “patto per la salute” è comunque particolarmente vantaggioso anche per le assicurazioni, che possono così sapere molte cose dei clienti prima ancora di stipulare un accordo, selezionandoli dunque in maniera preventiva sulla base dei dati acquisibili. “Il cliente non sa come e chi ha accesso ai suoi dati e come l’azienda li elabora”, fa notare sempre sulla stampa tedesca, dove l’argomento è già caldo, Peter Grieble, dell’associazione di difesa dei consumatori del Baden-Wuerttemberg. Mentre Felix Hufeld, responsabile del controllo sulle assicurazioni presso l’autorità di vigilanza bancaria tedesca, paventa il rischio della creazione di assicurazioni di serie A, che si accordano con i clienti più “sani”, e di serie B, alle quali toccherebbero quelli maggiormente “rischiosi”. Il processo virtuoso che indubbiamente si innescherebbe, secondo molti fa però a pugni con la privacy.

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