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Contro l’inflazione, il Brasile porta il tasso di riferimento al 9 per cento

La banca centrale del Paese latino-americano aumenta di mezzo punto il tasso di riferimento – Il rialzo dei prezzi è al 6,5 per cento, spinto dal crollo del real – Per il FMI la mossa conterrà l’inflazione e rafforzerà la fiducia degli investitori – JP Morgan prevede altri aumenti entro fine anno

Contro l’inflazione, il Brasile porta il tasso di riferimento al 9 per cento

L’ultima mossa per frenare l’inflazione è stata quella di aumentare il tasso di riferimento. Il comitato per la politica monetaria della banca centrale del Brasile lo ha innalzato di mezzo punto, portandolo al 9 per cento. “ritenendo che questa operazione contribuirà a ridurre il rialzo dei prezzi e a far sì che questa tendenza al ribasso continui nel corso dell’anno prossimo”.

Attualmente, il crollo del real – che ha perso il 20 per cento del suo valore rispetto al dollaro dall’inizio dell’anno – ha fatto volare l’inflazione al 6,15 per cento. Un fenomeno, quello della svalutazione della moneta, spinto dalla fuga di capitali, a sua volta alimentata dalla decisione della Fed di ridurre il piano di stimoli. Anche altri Paesi emergenti, incluso il sud est asiatico, stanno affrontando problemi simili, aggravati dall’incertezza siriana.

“I tassi di interesse più alti aiuteranno il brasile a controllare l’inflazione e a rafforzare la fiducia degli investitori”, aveva dichiarato ieri il Fondo Monetario Internazionale. Secondo Fabio Akira, capo economista per il Brasile di JP Morgan interpellato dalla Bbc, ci potranno essere ulteriori aumenti: l’esperto prevede una crescita di 50 punti base a ottobre e altri 25 entro la fine dell’anno.

Nel frattempo, gli investitori continuano a domandarsi quanto durerà e fino a dove si spingerà la crisi dei Paesi emergenti. Il timore è che alcuni di questi stati non siano abbastanza equipaggiati per affrontare shock del genere.

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