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Contratto metalmeccanici, Fim Cisl: “Basta alibi”

Il segretario generale di Fim-Cisl, Roberto Benaglia, va all’attacco: “Federmeccanica è ferma a 4 anni fa, ma il Paese ha bisogno di ripartire. Il tema del salario è complesso, non basta adeguarlo all’inflazione” – Poi la decisione di tutte le sigle: “Sciopero della categoria il 5 novembre”.

Contratto metalmeccanici, Fim Cisl: “Basta alibi”

E’ ormai guerra aperta sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto ormai da un anno. Confindustria ha fatto sapere tramite le parole del presidente Carlo Bonomi che gli aumenti richiesti dai sindacati sono “impensabili”, mentre prosegue il braccio di ferro delle rappresentanze di categoria con Federmeccanica. L’ultima stoccata è del segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia (qui la recente intervista con FIRSTonline), che accusa gli imprenditori di “essere fermi a 4 anni fa. Il Paese ha bisogno di ripartire, c’è bisogno di un atteggiamento che non trovi alibi, ma soluzioni. Il contratto va costruito perché le soluzioni siano certe e utilizzabili. Oggi la maggiore garanzia che possiamo dare a imprese e lavoratori è quella di rinnovare il contratto. Le regole non devono essere un confine che soffoca, ma il terreno all’interno del quale le parti sociali devono trovare risposte adeguate e di prospettiva”, ha detto il leader sindacale in una nota.

Il contratto precedente, secondo Benaglia, ha dato delle soluzioni, ma oggi avere un contratto che dia certezze non può trovare risposta nel sistema di adeguamento all’inflazione ex-post, a consuntivo: “Non possiamo solo occuparci di minimi, il tema del salario è più ampio e complesso”. Il leader di Fim Cisl, entrato in carica lo scorso luglio, ha poi teso la mano a Federmeccanica: “Accolgo positivamente la disponibilità di Ferdermeccanica a ragionare su come estendere il secondo livello di contrattazione, ma vanno trovate soluzioni sostenibili e concrete dentro il contratto. È per questo che abbiamo fatto la proposta di una riforma dell’elemento perequativo che dia risposte in questa direzione. Sul tema del Welfare proponiamo di estendere la modalità dei flexible benefit basata su una piattaforma comune dove gestire questo importante strumento in maniera efficace e trasparente”.

Infine, sul tema dei giovani: “Serve anche dare a tutti i giovani la previdenza complementare. Il lavoro fatto fino ad oggi è stato sicuramente utile ma serve entrare maggiormente nel merito, iniziando a ragionare su dei testi che ancora non vediamo e, già da oggi, rispetto alle distanze che registriamo, occorre capire come procedere nel negoziato”. Dopo l’ennesimo scontro, i sindacati hanno indetto 6 ore di agitazione per il 5 novembre: ci saranno quattro ore di sciopero in tutti gli stabilimenti, mentre due ore saranno destinate alle assemblee.

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