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Conti pubblici, sconto Ue all’Italia

La Commissione europea ha accordato all’Italia un aggiustamento di bilancio “inferiore a quanto prescritto” purchè cali il debito – Per il premier Gentiloni “è una buona notizia”

Bruxelles concede uno sconto sui conti pubblici all’Italia, ma pone delle condizioni. La Commissione Ue “avalla un aggiustamento di bilancio anche inferiore a quanto prescritto dalla matrice della flessibilità, purché coerente con l’esigenza di ridurre il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo”. Lo si legge nella nota di accompagnamento del Mef alla lettera dei Commissari europei Moscovici e Dombrovskis. Come ha ricordato più volte il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, “la strada maestra per abbassare il rapporto debito-Pil è la crescita del Pil”.  

Nel dettaglio, la Commissione europea “eserciterà il proprio grado di discrezionalità quando valuterà la deviazione dall’aggiustamento di bilancio prescritta dalla matrice comune concordata in particolare nella fase in cui deve stabilire l’esistenza di una deviazione significativa”. È questa la frase chiave della lettera della coppia Dombroskis-Moscovici al ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, in risposta alla scelta italiana di ridurre la manovra strutturale di bilancio nel 2018 da 0,8% a 0,3%. La lettera non contiene cifre, non dice in sostanza se la misura della manovra governativa dello 0,3% viene accettata, ma si limita a definire i principi per la decisione futura.

La condizione per una valutazione flessibile da parte della Commissione viene indicata con precisione dai vertici comunitari: “Il governo italiano – è scritto nella lettera – dovrebbe assicurare un miglioramento adeguato della spesa netta primaria sulla base delle previsioni di autunno della Commissione europea”. Spostando l’attenzione sull’andamento della spesa e sul ritmo della sua riduzione, i due responsabili della governance economica forniscono una indicazione.

Nel rapporto sull’Italia pubblicato due mesi fa, Bruxelles indicava che secondo la ‘matrice’ usata nella Ue il tasso di riduzione nominale della spesa netta primaria pubblica dovrebbe essere di almeno lo 0,2% nel 2018 corrispondente a un aggiustamento strutturale annuale di ameno lo 0,6% del Pil. L’Italia prevede un miglioramento strutturale dello 0,8% del Pil (ora rivisto al ribasso allo 0,3%) mentre la Commissione europea stima che il bilancio strutturale si deteriorerà dello 0,3%.

La Commissione, scrivono Dombrovskis e Moscovici, userà le flessibilità interpretative del progetto di legge di bilancio italiano tenendo conto di due obiettivi: sostegno alla crescita e garanzia della sostenibilità dei conti pubblici nel tempo. Userà la misura dell'”output gap” (scarto tra crescita potenziale e crescita effettiva secondo un metodo contestato dall’Italia però concordato anche dall’Italia in passato) per valutare la posizione ciclica di ogni Stato membro, “ma considererà anche altri indicatori di debolezza dell’economia, così come la vulnerabilità di mercato a breve termine e le sfide di sostenibilità nel medio termine, incluse le prospettive per la riduzione del debito”.

Ed ecco un altra indicazione chiave: “In conseguenza di tale valutazione qualitativa, la Commissione può in alcuni casi considerare adeguato un aggiustamento di bilancio un po’ inferiore al requisito prescritto dalla matrice”. Nello stesso tempo, continua la lettera, la nota comunitaria fatta circolare tra gli sherpa dei ministri finanziari a fine giugno, “chiarifica le implicazioni sulla base delle regole del patto di stabilità di un mancato aggiustamento di bilancio significativo nei casi di non rispetto del parametro di riduzione del debito” (situazione in cui l’Italia rischia di trovarsi nel 2018).

Complessivamente, continua la lettera, “la piena attuazione di tutte le raccomandazioni specifiche per il paese dovrebbe essere parte integrante dell’impegno del governo a un appropriato equilibrio tra il mantenimento della crescita attuale e future e l’assicurazione della sostenibilità di bilancio in linea con gli impegni indicati nella lettera (di Padoan) alle ampie riforme strutturali e alla riduzione del deficit pubblico in termini nominali, assicurando la riduzione del rapport debito/Pil”.

Dombrovskis e Moscovici si dichiarano “fiduciosi che con tali politiche l’Italia possa beneficiare pienamente dell’espansione economica più solida nella zona euro”.

La lettera del vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis e del Commisario Pierre Moscovici all’Italia sulla manovra 2018 inviata oggi “è una buona notizia”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni interpellato sul tema nel corso della conferenza stampa al termine del Vertice dei Balcani Occidentali di Trieste. “Ho sentito il ministro Padoan – ha riferito il premier – e mi ha detto: ‘Ragazzi, è una buona notizia’ la lettera con la quale il vicepresidente Dombrovskis e il Commissario Moscovici hanno risposto a una lettera, ci tengo a ricordarlo, firmata da un gruppo di Paesi europei. Lettera in cui si chiedeva di ricalcolare la matrice attraverso cui si conteggia il rapporto tra deficit e Pil. Quella lettera di sette Paesi in sostanza diceva: l’economia europea sta avendo livelli di crescita migliori di quelli previsti, questo è un momento per accompagnare e non deprimere questa crescita. Sono soddisfatto del fatto che un Paese come l’Italia, che ha sempre rispettato in questi anni le regole europee, nel rispetto di queste regole ottenga ragione su un argomento fondamentale: che le regole si rispettano ma le si rispetta con un atteggiamento che tende a incoraggiare e non a deprimere la crescita. La risposta della Commissione ci conforterà in questa linea, quella di un Paese che rispetto le regole ma ottiene anche dei risultati, come ha fatto negli ultimi anni”. E in ogni caso, ha precisato Gentiloni, “i margini non sono degli sconti all’Italia. Sono dei margini all’idea che la crescita di oggi deve essere favorita, accompagnata e non depressa”.

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