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Conti correnti, quelli “esteri” costano meno. Ecco perché

Le banche italiane costano in media un po’ di più rispetto a quelle straniere attive nel nostro Paese, soprattutto per le operazioni digitali – Ma i prelievi di contante sono più convenienti con le nostre banche – Lo dice uno studio di SosTariffe.it che ha indagato sulle differenze dei costi praticati dai due diversi tipi di istituti

Conti correnti, quelli “esteri” costano meno. Ecco perché

Quanto costa un conto corrente Made in Italy? E quanto se la banca è straniera? Il raffronto, in base all’ultima rilevazione realizzata da SosTariffe.it, mette in luce una disparità di costi delle banche italiane anche se le banche non sono tutte eguali. Un risultato in buona parte legato alle abitudini di consumo che riflettono ancora una diffidenza verso i pagamenti digitali e una maggior propensione all’utilizzo dei contanti in Italia. Basta pensare che in quasi tutti i Paesi, i pagamenti avvengono tramite carta o app sul telefono (anche per un semplice caffè), mentre in Italia ancora molti negozi sono sprovvisti del pos.

L’indagine prende in esame tre diversi i profili di consumo: single, coppie e famiglie con i figli. Secondo i risultati questi ultimi sono i più penalizzati nella scelta dell’istituto di credito italiano, arrivando a spendere in media circa 28,12 euro in più rispetto ai costi annuali che potrebbero sostenere affidandosi, invece, ad una banca estera. Inoltre, l’indagine distingue i prezzi in caso di operazioni in filiale, agli ATM e allo sportello, o di un uso telematico (l’internet banking). E anche qui le banche italiane costano di più, anche per chi opta per un uso misto, online e offline.

Dallo studio, i servizi bancari attraverso l’utilizzo tradizionale, in media costano di più nelle banche italiane rispetto a quelle estere. Stesso vale per i single, con una spesa annua di 78,32 euro, mentre con un istituto di credito straniero pagherebbe 65,70 euro. Ma sono le coppie quelle maggiormente penalizzate, andando a pagare 27 euro in più scegliendo una banca italiana. In seconda linea le famiglie, per accedere agli stessi servizi spendono 105,50 euro in un anno, contro i 79,10 che spenderebbero con banche straniere.

Non meglio per i servizi bancari online. Scegliere l’internet banking di un istituto di credito italiano costa circa 20 euro in più a un single, 25 alle coppie e 30 alle famiglie. Discorso analogo in caso di un utilizzo misto, sia tradizionale che telematico, del conto corrente, dove chi ne risente di più sono sempre le famiglie, con una spesa annuale superiore dei 28,29 euro.

Passiamo alle singole operazioni bancarie, dove ci sono grandi differenze di prezzo. Le operazioni allo sportello, per le banche italiane, generalmente si aggirano su 1,74 euro, mentre quelle estere su 1 euro. Lo stesso vale per i bonifici, disposti in filiale, dove le banche italiane ci costano all’incirca 3,77 euro, e quelle estere 3,33. Pochi centesimi di differenza, ma che si percepiscono di più in caso di prelievi dagli ATM di altri istituti di credito. In tal caso le banche italiane impongono una commissione media di 1,52 euro, a fronte di soli 0,45 euro delle banche estere. Stessi prezzi applicati per il prelievo negli ATM degli altri paesi dell’Ue.

Il canone annuo è il parametro che rivela maggiormente la differenza dei costi, pari a 23,26 in meno per gli istituti di credito esteri. Come i canoni annui delle carte di credito e di debito, con un costo di 6,85 euro per quelle di credito, mentre quelle di debito sono gratuite nelle banche straniere.

Quindi il confronto è sempre negativo per la banca italiana? No. Infatti i prelievi di contante dallo sportello risultano meno costosi nelle banche italiane: la commissione è intorno a 1,80 euro, mentre gli istituti di credito stranieri impongono una commissione molto più alta, di 3,50 euro. Sulla stessa lunghezza d’onda sono i versamenti di contanti e assegni, che costano 0,96 euro, contro 1 euro delle banche straniere.

E’ una nuova conferma che l’Italia è ancora indietro sulle modalità di pagamento elettroniche. Nell’era digitale, dove le operazioni, specie quelle bancarie, sono possibili con pochi clic, rimaniamo ancorati a un sistema obsoleto, privilegiando operazioni che gli altri Paesi cercano, invece, di penalizzare.

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