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Confindustria: per ripartire serve una terapia d’urto, ecco le proposte per il prossimo governo

L’allarme degli industriali: “All’Italia serve una terapia d’urto” – “E’ un’emergenza economica e sociale: a rischio dissoluzione la nostra base produttiva” – Ecco le proposte: dalla riduzione del cuneo fiscale (Irap), all’aumento delle aliquote Iva, dai tagli alla spesa alle modifiche da apportare alla riforma del lavoro.

Confindustria: per ripartire serve una terapia d’urto, ecco le proposte per il prossimo governo

“E’ ora di voltare pagina. L’Italia ha bisogno di una vera e propria terapia d’urto, che deve segnare una forte discontinuitá e produrre effetti economici immediati”. Questo l’allarme lanciato da Confindustria nel documento programmatico che sarà inviato alle forze politiche in vista delle prossime elezioni.

Viale dell’Astronomia ricorda che dal 2007 la produzione industriale ha perso il 25%, mentre il tasso di disoccupazione è raddoppiato e il reddito pro capite è tornato ai livelli del 1997. Secondo l’associazione, “è alto il rischio di distruzione della nostra base industriale. E’ un’emergenza economica e sociale. Dobbiamo riconquistare la crescita, creare lavoro, restituire ai giovani un futuro di progresso. Servono scelte immediate, forti e coraggiose”.

Confindustria chiede a chi aspira a guidare il paese di “riconoscere e riaffermare la centralità delle imprese”, perché senza le scelte necessarie “nei prossimi anni non cresceremo più dello 0,5% all’anno. L’alternativa è il declino: non possiamo e non vogliamo accettarlo. Ne va del futuro dei nostri giovani e delle nostre imprese. Dobbiamo tornare a crescere, è un imperativo, un obiettivo raggiungibile”.

Le misure concrete contenute nel documento (e anticipate da “La Repubblica”) puntano a far crescere il Pil del 12% in cinque anni, creando 1,7 milioni di poste di lavoro.

Ecco uno schema delle proposte sul tavolo:

FISCO E SPESA PUBBLICA

– Riduzione del cuneo fiscale dell’8% in tre anni per il settore manifatturiero dalla base imponibile dell’Irap, da accompagnare a un taglio dell’11% degli oneri sociali.
 
– Aumento delle aliquote Iva: le prime due dovrebbero passare dal 4 al 6% e dal 10 al 12% (è già previsto a partire da luglio l’aumento della terza dal 21 al 22%), portando contemporaneamente al 6% l’aliquota sui generi alimentari attualmente soggetti al 10%. 

– Riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 23%. 

– Aumento dal 20 al 23% per l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie. 

– Rimodulazione del prelievo Irpef sui redditi più bassi.

– Tagli alla spesa corrente dello Stato pari all’1% annuo.

LAVORO

– Modifica della riforma Fornero nel senso di una maggiore flessibilità in entrata, incentivando il part time per i lavoratori con almeno 40 anni di contributi per favorire l’assunzione di giovani.

– Aumento delle ore di lavoro per un totale di una settimana l’anno. Queste ore sarebbero pagate il doppio rispetto al salario usuale, perché su queste all’imprenditore sarebbe consentito di non pagare né Irpef, né contributi, né Irap. In fase recessiva questa proposta può interessare solo le aziende esportatrici.

PAGAMENTO DEI DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

L’associazione degli industriali chiede alla pubblica amministrazione di liquidare subito due terzi dei debiti nei confronti delle imprese e propone di escludere dall’Imu i fabbricati invenduti per un periodo non superiore ai tre anni dalla costruzione. 

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